"Lasciali sciolti e lisci amica!" rispose, urlando anche lei con disinvoltura. Che coppia. 
Finii di asciugare i capelli, cominciando  stirarli più accuratamente con il phone. Nel giro di una mezz'oretta erano apposto. "Mettici un po' d'olio d'Argan: tutto questo sole e questa piscina ce li sta disintegrando!" esclamò la mi amica, alzando gli occhi al cielo per poi guardarsi le doppie punte afferrando con due dita una ciocca di capelli. Feci quello che mi consigliò, terminando definitivamente con i capelli. "Perfetto, come mi trucco?" chiesi rivolgendomi di nuovo a lei, ed era molto strano per me, che mi sono sempre arrangiata in tutto, ma non so per quale ragione avevo bisogno di consigli e conferme quella sera, mi sentivo così insicura di me stessa. Alzai gli occhi al cielo al pensiero di essere davvero ritornata un'immatura tredicenne. 
"Come al solito Lucy, carica leggermente di più lo sguardo con un po' di ombretto marrone nella piega, ma gioca con la base perfetta come sai fare tu! Vai pure col cerone alla Kim Kardashian" mi disse, incoraggiandomi a stare tranquilla ed a farmi restare nella mia 'confort zone' anche col trucco, per poi ridere al commento 'Kardashian'. 
Cominciai a truccarmi, applicando una moltitudine di prodotti: primer, fondotinta e correttore, fissando tutto con la cipria. Contouring ed hilighting con un tocco di blush. Passai poi agli occhi, dopo aver sistemato le sopracciglia, applicando prima un colore chiaro e neutro sulla palpebra, poi una tonalità di transizione nella piega, sfumata verso l'alto ed infine un marrone più intenso direttamente nella piega dell'occhio e all'angolo esterno, usando poi l'illuminante degli zigomi come punto luce sotto l'arcata sopraccigliare e nell'angolo interno dell'occhio. Applicai anche la solita winged line di eyeliner nero ed abbondante mascara della medesima tonalità, per poi passare ad aggiungere un rossetto liquido nude, no transfert ed a lunga tenuta sulle labbra, in modo che non si sbavasse o che non si stampasse sulle labbra di Justin. Sorrisi all'idea di un Justin col rossetto. Con quell'ultimo tocco anche il make-up era stato terminato e, Dio, quanto amavo truccare, mi mancava il mio lavoro. Fissai il tutto con un spray fissante apposito. Erano le 6.35 pm ed ero quasi pronta ormai, dovevo solo vestirmi. 
"Okay Kay, non importa se tra un'ora e mezza devo mangiare, sono pronta e voglio fare merenda. Vieni giù con me!" urlai per farmi sentire dalla mia coinquilina,che era ormai nella sua stanza. "Mi piace come sei messa, anche se sei ancora nuda!" disse ridendo "comunque credo che anche Justin ti preferirà così, che col vestito" aggiunse infine. "Idiota!" sbottai ridendo. 
Accendemmo la tv, mangiando uno yogurt e qualche patatina che si era azzardata a potare con noi dalla cucina. Guardammo un episodio di Ellen, non avendo trovato nulla di meglio. Quella donna era davvero, assolutamente, simpaticissima! Ridevo sempre guardando il suo programma. Poi mi balenò in mente l'idea che Justin fosse stato suo ospite in più di un occasione: era così surreale. 
"Merda Kay, sono le 7.40, lui sarà qui tra venti minuti. Corro a vestirmi!" esclamai, facendomi alzare da sola la pressione per l'agitazione. "Vengo anche io!" rispose lei, seguendomi di corsa. 
Presi il vestito color nude con Swarovski dalla cabina armadio, appoggiandolo sul letto prima di chiedere in prestito a Kathe le decollette in tinta con l'abito. "Non so che borsa abbinare" esclamai nel panico. Mi sarei presa a schiaffi da sola, vedendomi così rincitrullita ed agitata: non era assolutamente da me, che ero sempre controllata e preparata a tutto. "Calmati Lucia, stai facendo venire l'ansia anche a me, cazzo! Ti sei presa una botta forte per quel tipo!"esclamò la mia coinquilina, per poi scoppiare a ridere. "Comunque ferma qui, ti presto io una pochette" aggiunse infine, alzandosi ed entrando in camera sua. Dopo pochi minuti tornò da me, stringendo tra le mani una Louis Vuitton Louise East West, nera lucida. Una delle pochette che preferivo e che le ho sempre invidiato. "Tieni, metti dentro quello che ti serve ed infilati i vestiti" mi disse con aria premurosa. Mi lascio la mia privacy, anche se in realtà ero già praticamente nuda, così mi tolsi il reggiseno ed infilai il vestito, assicurando la chiusura dietro al collo, per poi infilare le scarpe e guardarmi allo specchio. Quel vestito era magnifico. Sentii il campanello suonare ed un senso di panico mi avvolse. Guardai il cellulare, prendendolo velocemente da dentro la pochette: erano le 7.55 pm. Maledetta buona educazione di Justin, era perfino in anticipo. Rimisi il telefono nella pochette per poi dirigermi in bagno per rilavarmi i denti, sentendo Kay chiamarmi dal piano di sotto. Dopo essermi assicurata che il trucco ed il rossetto fossero ancora perfetti, cosa che erano, spruzzai un po' del mio profumo. Feci un respiro profondo, inspirando ed espirando pesantemente, prima di spegnere la luce della mia stanza ed uscire, pronta a percorrere le scale che mi dividevano dal mio accompagnatore per la serata. Le scesi lentamente, sfiorando il corrimano, avendo paura di inciampare, cosa che di rado mi capitava con i tacchi, ma non si poteva prevedere cosa mi sarebbe successo con tutta quell'agitazione. Sentii Katherin parlare con Justin man mano che mi avvicinavo alla porta:"Trattala bene Bieber, sarai anche chi sei, ma lei è la mia migliore amica e si merita il meglio. Mi fido di te" la sentii dire con tono serio, non riuscendo a capire la riposta di Justin. 
"Sono pronta Kay, puoi andare." dissi facendo girare entrambe i ragazzi davanti a me. Kathe sorrise, lasciandomi il suo posto e scomparendo in cucina, mentre Justin rimase interdetto a guardarmi. Allora ogni tanto capitava anche a lui! Poi lo guardai e fui io a rimanere senza parole: aveva indossato uno smoking nero con camicia bianca e cravatta dello stesso colore dell'abito. Era il ragazzo più sexy che avessi mai visto, e non stavo esagerando. "Sei bellissima, principessa" disse lui, riprendendo la facoltà della parola, prima di baciarmi una guancia. "Grazie, anche tu sei splendido. Lo smoking ti sta d'incanto" ammisi, fissandolo di nuovo dalla testa ai piedi. "Andiamo?" mi chiese porgendomi l'avambraccio, con il suo tipico e perfetto sorriso. "Kay, noi andiamo. Se dovessi avere bisogno, non esitare a chiamarmi" dissi alzando leggermente il tono di voce. Ricomparve dalla cucina, rispondendomi:"Tranquilla, in dieci minuti arriverà Alfredo. Buona serata piccioncini" disse sorridendomi, mentre chiudeva la porta. Afferrai l'avambraccio di Justin, dirigendoci verso la sua Porche nera parcheggiata sul vialetto, della quale mi mantenne aperta la portiera per farmi salire e successivamente richiuderla, per poi girare attorno all'auto e salire al posto di guida. 
"Ho prenotato una stanza privata allo 'Spago', spero che ti piacerà" disse, poco prima di partire. 
Mi girai a guardarlo ed un sorriso spontaneo mi si allargò in volto. Se ne accorse e mi chiese: "Perché sorridi, che c'è di divertente?" "Nulla, sono solo felice che tu mi abbia invitata ad uscire. E per la cronaca, non mi importa dove andremo, mi sarei accontentata anche del Mc Donald's" dissi ridendo e facendolo ridere. "Siamo sempre in tempo se non dovesse piacerti dove ti porto" disse per poi farmi un occhiolino. Sorrisi ancora, tornando a guardare la strada. Ero davvero fastidiosamente eccitata di stare in sua compagnia. 

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