Capitolo Ventesimo

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Una Misteriosa Scomparsa A Casa Solimberghi


Quel giuramento significava eterna fedeltà, alla famiglia e al proprio destino.


Una settimana dopo il Giuramento, Sandro, Michele, Alessio, Teodosio e Alberto avevano iniziato a mettersi sulle tracce di Arturo.
Ormai i componenti avevano capito che c’era qualcosa per cui valeva la pena vivere, avevano cominciato partendo dal palazzo dove erano stati arrestati gli usurai, eppure sembrava che tutte le indagini che stessero facendo non portassero a nulla


«Sistemate quel tavolo a destra per favore» disse Elena rivolgendosi a Tommaso e Enrico
«Si signora» disse il primo facendosi aiutare dall’amico.

Quella sera era stata organizzata una resta, Sandro si era rifiutato, aveva chiesto esplicitamente che non dovessero esser organizzati eventi simili, ma Enrico aveva insistito che dovessero un po’ svagarsi.

Ginevra uscì dal salotto e guardò incuriosita il salone diventare piano piano una sala da ballo

«Ginevra, mi aiuteresti a sistemare questa tenda?» chiese Vittorio «Eccomi arrivo» rispose, il ragazzo tenne ferma la tenda mentre la legava ad un lato «Tienimi la sedia che devo sistemarla qui in alto» aggiunse salendo, Ginevra ubbidì
«Ma non doveva pensarci Ilaria?» chiese la corvina, per fortuna la famiglia del marito aveva acconsentito ad assumerla «No, le ho chiesto di aiutare Tommaso a sistemare le sedie» rispose Vittorio.

Una volta finito scese lentamente per poi trovarsi il viso della ragazza a pochissimi centimetri
«Stasera potresti metterti il vestito più bello che hai?» chiese con un sorriso malizioso, Ginevra sorrise e arrossì

«Mi stai dicendo di essere bella agli occhi di tutti?» chiese con un piccola risata, Vittorio le sorrise
«No, voglio che tu sia la più bella cosa che Firenze possa ammirare» disse Vittorio
«E va bene» disse dopo averli baciato le labbra.


Verso il tramonto gli invitati stavano iniziando ad arrivare, Vittorio uscì dalla camera di suo fratello sistemandosi i polsi della camicia di lino

«Fratellone sei così elegante che potresti stendere chiunque» notò Guglielmo affiancandolo
«Suvvia, non si può dire la stessa cosa di te, so che vuoi fare colpo sulla figlia dei Marinetti» adocchiò Vittorio, Guglielmo gli tirò una gomitata
«Buon Dio non si può mai dire nulla» sbuffò quest’ultimo, Vittorio scoppiò a ridere lasciando che il fratello scendesse le scale
«Che aspetti da quelle scale? Di cadere?» chiese Ginevra richiamandolo, Vittorio si voltò e la vide in tutta la bellezza che racchiudeva quella splendida ragazza di diciannove anni: il suo abito sui toni dell’azzurro e del blu mogano la rendevano una favola

«Tu sei la più bella di Firenze» disse Vittorio con le guance rosse, Ginevra sorrise e circondò con il braccio quella del ragazzo, scendendo le scale.


La serata si prospettò intensa: i due dovettero stringere diverse mani, e conversare con gente di ogni famiglia

«Menomale che mi ha solo salutata, possibile che io non riesca a ricordarmi tutti i nomi?» chiese Ginevra
«A chi lo dici, questa famiglia conosce così tanta gente che mi tocca fingere di conoscerli» aggiunse Vittorio

«Buonasera ragazzi» disse Laura venendo da loro insieme al fratello «Finalmente qualcuno che conosciamo» disse Ginevra abbracciando l’amica e stringendo la mano del suo amico
«Dai vieni con me Carlo, lasciamo le donne chiacchierare» disse Vittorio mettendo il braccio intorno alla spalla dell’amico, Ginevra e Laura ridacchiarono

«E Emilio dov’è?» chiese Ginevra girovagando
«Con mio padre, eccoli là» disse Laura indicandoli, Alberto parlava con un signore e al suo fianco Emilio sorrideva piano piano
«Non sono stati trovati nuovi indizi?» chiese la corvina
«No, e comincio a pensare che potrebbe essere Arturo a fare la prima mossa» rispose Laura
«Dobbiamo stare all’erta» Ginevra annuì, le due si sedettero in un angolo e sorseggiare dell’acqua fresca mentre scrutavano gli invitati

«Posso dire una cosa che non c’entra nulla?» chiese Filippo intervenendo «Questa festa è un mortorio, la gente parla e basta» Ginevra ridacchiò
«Che c’è, non ti piacciono queste feste cugino?» chiese
«Assolutamente no» rispose Filippo secco
«Almeno sapete che qua la gente viene e parla soltanto» intervenne Laura.

I Nemici Di Firenze ‐ Trilogia Il Sangue Di Firenze Where stories live. Discover now