Capitolo Sesto

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ALLA RICERCA DI EMILIO

«Sta palesemente nascondendo qualcosa» disse Vittorio mentre tambirellava le dita sul tavolo, Alessio aprì il mobiletto della stanza color castagna e tirò fuori dei boccali, si sedette al tavolo e li riempì di birra, per poi offrirla al nipote e a Ginevra

«Dobbiamo andare a Colle val d’Elsa per cercare Emilio» propose lei e bevve a testa china
«Si ma dobbiamo parlarne con Carlo e Laura» ribatté Vittorio
«Sicuramente sanno dove si trova»

Alessio rimase in silenzio e si mise le mani tra i capelli, ma qualcuno bussò alla porta

«Avanti» disse ad alta voce, la porta si aprì lentamente, Andromeda, sua moglie, e Sirio, il cugino di quest’ultima apparvero sulla soglia
«Ciao tesoro» disse lei e si avvicinò per dargli un bacio, Alessio sorrise prendendole la mano

«Potresti venire un attimo Alessio? Dobbiamo parlare con gli altri» chiese Sirio
«Certo, aspettatemi qui» disse rivolgendosi al nipote e a Ginevra, lui si alzò mentre teneva la mano della moglie e uscì chiudendo la porta.

Il silenzio piombò nella stanza, Vittorio si riempì il bicchiere con altra birra e la sorseggiò
«Non è tanto cattiva» disse poggiando il bicchiere
«Si, è solo un po’ amara» puntualizzò Ginevra.

Vittorio fece spallucce: anche se erano nella stanza era impossibile buttare giù quel muro, ormai ci avevano fatto l’abitudine, per non stare vicini lui si mise accanto alla finestra per sentire l’aria fresca di gennaio che entrava dalla finestra, Ginevra per non pensare continuò a bere birra, un altro bicchiere, e poi un altro, e un altro ancora…

«Ginevra per favore, smettila, e poi non dovresti bere» disse Vittorio avvicinandosi a lei
«Si dai, un altro e basta» insistette lei mentre si riempiva il bicchiere
«No, ho detto basta» disse lui e glielo tolse
«Dammelo, buon Dio, giuro che è l’ultimo» insistette lei alza alzandosi «Smettila» disse lui e alzò il braccio per non far prendere il bicchiere alla ragazza
«Ti fa male bere tanto» e lo mise sul tavolo, Ginevra si avvicinò a lui, i loro visi erano a pochi centimetri, e i loro cuori presero a battere all’impazzata lentamente le loro labbra si toccarono, lei gli mise una mano sulla spalla, e lui le accarezzò il viso dolcemente, ormai le labbra erano unite e le loro lingue danzavano lentamente.


Dopo poco si staccarono e rimasero immobili senza saper cosa dire, erano completamente rossi in viso come due fragole
«Scusa, non dovevo baciarti…forse sono un po’ ubriaca» disse Ginevra scusandosi imbarazzata, lui le fece una carezza
«Non devi preoccuparti, anzi, siamo entrambi ubriachi» disse sorridendo, prese il bicchiere e lo mandò giù in un sorso facendo una smorfia, lei lo ricambiò e tornarono a baciarsi con passione.

E avrebbero continuato ancora un altro po’ se non fosse che sentirono dei passi avvicinarsi alla porta, si staccarono in fretta e fecero finta di nulla

«Eccomi» disse Alessio rientrando e chiudendo la porta, Vittorio e Ginevra lo guardarono mentre erano rossi in viso, e spettinati, l’uomo si sedette al tavolo preoccupato

«Vi…Vi sentite bene?» chiese Ginevra, l’uomo li guardò
«Zio…che succede?» chiese Vittorio preoccupato, lui sospirò
«Non riusciamo più a fare gli affari di una volta qui a Siena» iniziò Alessio mentre si sistemava i capelli

«Abbiamo pochi soldi, e…l’unico modo che abbiamo per rimetterci in piedi è ricostruire quello che hanno ideato: torneremo a Firenze» e poggiò le mani sul tavolo delicatamente.

Vittorio e Ginevra si guardarono «Davvero?» chiese Vittorio sorridendo «Si, ho pensato che potrei trovare un nuovo lavoro, Andromeda continuerà a lavorare per l’osteria insieme alle sorelle, ai cugini e agli amici di Sirio» spiegò
«Ho deciso che potrei lavorare come scrivano, mi è sempre riuscito bene» Vittorio lo abbracciò «Santo Dio, sono felice per te» disse sorridendo, Alessio ricambiò l’abbraccio
«E…stavo pensando una cosa» disse, Vittorio fece un passo indietro «Se riuscissi a trovare delle informazioni su Ferretti, potrei mandarvele» propose.

Durante il tragitto verso casa non parlarono molto, non dissero nulla nemmeno del bacio, perfino un viaggio così lungo non sembrava più così interessante.

Arrivare alla casa romagnola non fu difficile, per fortuna non trovarono intoppi, quando finalmente imboccarono la strada verso casa era quasi sera

«Bentornati signori» disse Tommaso mentre rientrava in casa con della legna
«Buonasera Tommaso» disse Vittorio e scese da cavallo, lui e Ginevra riportarono i cavalli nella scuderia per farli riposare, e poi loro rientrarono in casa

«A proposito signore, qualche ora dopo che siete partito è arrivata una lettera da parte vostra» aggiunse Tommaso, e porse al padrone una lettera
«Sarà sicuramente di mio padre» disse alzando gli occhi al cielo
«No signore, in realtà è da parte di Laura e Carlo Stanghi» puntualizzò Tommaso, Ginevra sgranò gli occhi mentre lui se ne andava ad accendere il camino.

Vittorio aprì subito la lettera e la lesse senza pensarci due volte

Cari signor Vittorio e signora Carlini

Vi chiedo di scusarmi per il disturbo, so che sarete impegnati in altro, ma io e mia sorella siamo riusciti a procurarci l’indirizzo di dove è residente nostro fratello Emilio.

Come vi avevo già detto, avevamo scoperto che aveva preso residenza a Colle val d’Elsa nel novembre dopo l’incidente a Palazzo Vecchio.

Vorrei sapere se vorreste venire nei prossimi giorni con noi per andare in codesta città per capire le cause della fuga di nostro fratello.

Una promessa è una promessa, attendo con pazienza una vostra risposta
Cordiali saluti

Laura & Carlo Stanghi

I ragazzi rilessero più volte la lettera «Andiamo a rispondere alla lettera» disse Vittorio, e insieme a Ginevra andarono nello studio per scrivere la risposta

Gentile Carlo,

La ringraziamo per l’informazione che ci ha fornito, siamo ben disposti a venire con lei e con sua sorella per andare a Colle val d’Elsa per cercare Emilio.

Se suo fratello non potrà rientrare a Firenze per colpa di quello che Ferretti gli ha fatto, saremmo ben lieti di accoglierlo in casa nostra a Ravenna.

Cordiali saluti

Vittorio Solimberghi e Ginevra Carlini


«Ormai la spediamo domani mattina, è quasi buio» disse Ginevra, Vittorio annuì.

I Nemici Di Firenze ‐ Trilogia Il Sangue Di Firenze Where stories live. Discover now