𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 32

1.6K 135 69
                                    

𝙳𝚎𝚋𝚒𝚝𝚘.

ᴇᴅɢᴀʀ

26 luglio 2012
Bourbon Street, French Quarter
New Orleans, Louisiana, USA
Ore: 13:19

«Signor Lundgred, con tutto rispetto, ma sta chiedendo una quota troppo sostanziosa.»

William Morgan era andato al punto con il vecchio falsario protetto dal clan newyorchese.

Nell'accordo proposto aveva chiesto di riciclare il venti percento del denaro che entrava nella tasca dei Fagarò e non era affatto poco se parlavamo di milioni e milioni incassati attraverso gli investimenti che aveva fatto Ivan Fagarò in passato. C'erano già soci fidati della famiglia che si occupavano da anni della grana dell'organizzazione ma potevo comprendere il punto su cui premeva il falsario. Tutta la gerarchia era stata compromessa dai suoi conflitti interni, quasi tutti i componenti erano stati eliminati per mano dell'unica erede rimasta dopo la morte di Ivan e il terreno su cui stava seduto l'attuale capo, non era ancora solido.

Lundgren si voleva giocare la carta del trambusto e buttare sul tavolo l'offerta che pareva poter solidificare la situazione del giovane inesperto che occupava la cima della piramide.

Un all-in rischioso per entrambe le parti se non si riusciva ad arrivare a dei compromessi.

«Il mercato della criminalità è sempre stato saturo è per questo che si sono creati i clan, le alleanze tra famiglie potenti e tutto per tenere le acque pulite anche laddove sono sporche, capite?» cominciò a dire il falsario con aria imperturbata, muovendo la mano destra all'aria con il sigaro cubato tra l'indice e il medio. Era seduto a un tavolo tondo con Ivan Jr dall'altra parte. Il locale Jazz, che era stato scelto per quella discussione era stato chiuso temporaneamente e almeno una ventina di uomini tra suoi, miei e dei Fagarò occupavano gli altri tavoli.

Io mi ero messo temporaneamente in disparte, appoggiato sullo sgabello del bar e a guardarmi meglio attorno pensai di aver fatto bene a risparmiare Irina a quel posto.

La malavita era troppo attaccata alle tradizione. Una donna al tavolo degli uomini sarebbe stata guardata come un errore. Irina era brava a pulirsi le scarpe di quelle carogne ma non io. Non avrei accettato sguardi di troppo o commenti e l'ultima cosa che volevo era scatenare una guerra tra i Fagarò e l'affiliato del clan di New York. Dopo il quasi sterminio dell'intera famiglia una guerra era da evitare a tutti i costi.

«La percentuale che chiedo mi pare più che giusta considerate le circostanze.» Il vecchio fissò il fratello di Irina con evidente svilimento. «Devo proteggere la mia reputazione. Magari più avanti, con il crescere dei profitti, potrei anche pensare di scendere ma per adesso dovreste accettare.»

Vidi il ragazzino stringere le mani in pugno sotto al tavolo. Chiaramente non si aspettava di essere preso di mira in quella maniera e dovetti intervenire.

«È del mio pupillo che stai parlando.» dissi pacato. Il vecchio girò la testa e dalla contrazione che vidi sulla sua faccia, immaginai che non si aspettasse quel tipo di intervento. «Se sottovaluti lui, sottovaluti anche me.»

Trovò subito il tempo di fare l'umile. «Non è nel mio interesse un conflitto con i Dutton.»

Certo che non era nei suoi interessi altrimenti avrebbe fatto quel accordo senza chiedere la presenza mia e di Irina. «Ecco come stanno le cose.» dissi, «Ha accennato alla sua reputazione. Perché non iniziamo da lì?» Il vecchio si strinse nelle spalle. «So bene il tuo vizio, Michael. Vai sempre a caccia di quelli come il ragazzo. Quelli che hanno la terra sotto ai piedi incostante e approfitti per chieder loro una quota alta per pararti il culo e per creare un debito che alla loro caduta potrai gravare sulle loro vite. Così il mercato saturo di cui tu parli diventa nient'altro che un tuo modo di prendere controllo su tutto.»

Devotion 2 // Perfidia E Inganno //Where stories live. Discover now