Capitolo 13

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*ding-dong*  Erano qui.
"Siiii che bello. Ah comunque del tuo ragazzo ne parliamo dopo." Era ossessionata di gossip. Non sentendoci per così tanto tempo a causa delle bellissime nottate con Alden, non riuscii a raccontarle nulla. "Buonasera". I genitori di Alden erano super eleganti, anche nel parlare. "Buonasera" dicemmo in coro io e la mia famiglia. Entró prima sua madre, poi il padre e poi il mio ragazzo. Con quella giacca nera era perfetto. I capelli sistemati e un leggerissimo fondotinta. Il più bello di tutti. Ci sedemmo in tavola immediatamente e parlammo un po' di tutto, tralasciando per fortuna i fatti miei e di Alden.
"Posso andare in bagno?" Chiese Alden. Potei vedere la madre che gli dava un piccolo schiaffetto sotto il tavolo sulla coscia in segno di vergogna, ma i miei genitori acconsentirono subito. Lui si alzò dalla sedia silenziosamente, e mancó per 2, 5, 10 minuti e nessuno se ne accorse. Tranne io, ovviamente. Siccome tutte le persone in tavola avevano finito di mangiare, mi offrii per levare i piatti e sciacquarli.
Poteva mai essere vero? Volevo andare a vedere che fine avesse fatto il mio Romeo.
"Signori, adesso sarei lieta di togliere i piatti che si trovano davanti a voi e portarli in cucina. Li sciaqueró con cura." Un po' troppo dettagliata?
Mi alzai e arrivai in cucina con una pila di piatti altissima. Li posai accanto al lavandino e andai in bagno. Non c'era. Sbirciai nella sala da pranzo, non c'era. In cucina. Non c'era. Andai a recuperare il telefono in camera mia e... eccolo.
Lo vidi seduto sulla mia scrivania a disegnare, senza riuscire ad arrabbiarmi.
"Scusa. Ti hanno mandata qui?"
"No. Ho inventato una scusa e sono venuta." Non so il motivo, ma lo vidi scosso. Come se avesse qualche problema. Si avvicinó a me in modo stanco e mi abbracciò forte, e questo sembró aiutarlo come uno sfogo. Appena si staccó dopo quel lungo abbraccio, lo vidi più felice e leggermente più sollevato. "Non hai ancora deciso come ti devo chiamare."
"Quali erano le opzioni?"
"Dai smettila!" Dissi non arrabbiata.
"Stronzo, verme o... sfigato?
Preferirei verme. Così poi mi trasformo in una bellissima farfalla per avvolgerti tra le mie ali e metterti al sicuro da tutto". A quel punto gli diedi un bacetto a stampo sulla bocca e dopo tornammo in sala da pranzo.
"Eccoti Denny." Era così che lo chiamava sua madre. E io lo odiavo. "Dov'eri finito?"
"In bagno, mamma."
"È stato un piacere, signori Anderson. Non vediamo l'ora di rincontrarvi."
"E già" disse Alden facendomi l'occhiolino.
I signori Wright uscirono dalla nostra porta e, un po' tutti, facemmo un sospiro di sollievo perché noi non eravamo così eleganti e seri in realtà. E Noelle lo sapeva bene.

Io e Noelle, ai pigiama party, non facevamo le stesse cose che facevo con Alden: cucinavamo, facevamo balletti e ci truccavamo in modo strano. L'unica cosa che avevano in comune i due tipi di notti più belle di tutte, erano i film; ma quella sera non ne vedemmo neanche uno dei 4 pronti su Netflix.
"Senti Nolly... e tu... di fidanzati... che mi dici?"
"Oh be niente. Sto sempre con Liam"
"Chi cazzo è Liam?"  
"Come May. Ma dici vero? Il mio fidanzato. Da 2 anni."
"Me lo devi presentare."
"Mai nella vita. Tu lo O DI E RE STI"
"Addirittura..."
"Si perché non è dolce come il tuo Denny. È più amichevole e socievole"
"Non lo chiamare più così. Comunque non mi importa. Lo devo conoscere. Tanto, già sai che lo odieró quindi non ti incavolare quando te lo diró chiaramente ."

Ma come devo fare...Where stories live. Discover now