Capitolo 2

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La sera andai nella villetta di Ezra. Aveva un grande giardino con l'erba sempre tagliata, le mura pulite bianche e grandi finestre.
"Ciao Maeve. Ezra ti aspetta in camera sua" mi disse la sua dolcissima mamma.
Mi incamminai per le scale a chiocciola e raggiunsi la porta, sporca di tempere a causa nostra.
Bussai perché magari stava preparando qualcosa delle sue.
"Ezra? Posso entrare? Sono io, Maeve"
"Certo entra. Non c'era bisogno che bussavi"
Mi coricai sul suo letto pronti per vedere un film di due ore e mezza.
A metà del film, Ezra si sdraiò accanto a me e mi consiglió di stare attenta a quella parte, perché la più interessante.
Allora mi sedetti e lui fece lo stesso.
Mi sembrò un po' strano che non facesse casino al suo solito e avevo ragione.
Un attimo dopo mi girai per capire se fosse attento al film o stesse dormendo e lo ritrovai con la faccia inclinata, la bocca dischiusa e vicino alla mia.
Mi alzai di scatto.
Dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme Ezra era innamorato di me.
Me ne andai dalla stanza sbattendo la porta e piangendo perché da uno come lui non me lo sarei mai aspettata. Come poteva. Come.
"Aspetta Bimba... non andartene! Scusa-"
"NON MI CHIAMARE MAI PIÙ BAMBINA"

La mia vita stava andando a rotoli.

Dopo quella serata di merda andai sotto un albero.
Da sola al buio.
Mi scordai che avendo un'app di geolocalizzazione, Irina poteva vedere subito dov'ero e che, ovviamente, non era normale che di notte fossi in un parco da sola.
Neanche il tempo di sedermi sotto quella grande quercia che la mia migliore amica arrivó accanto a me
"Cosa stai facendo? Dove sei stata? Hai bevuto e quindi non sei in te?"
"Tranquilla, non ti fare 'sti film mentali. Sono andata a casa di Ezra e... abbiamo litigato" ammisi a bassa voce. "Provó a baciarmi" dissi tra le lacrime e tra le braccia di colei che stava ascoltando i miei sfoghi.
"Questo stro-"
"Ehi, ehi. Ma da quando Irina Maria Mills dice le parolacce?!" .
Sotto sotto, ero fiera di lei.
"In questi casi ci vogliono".
Si alzò e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi.
"Andiamo in un bel Luna Park?"
"Certo!" Risposi felice.

"Aspetta un attimo. Devo andare in bagno..." dissi a Irina. Non era vero, però vidi un messaggio sul telefono e sperai con tutto il cuore che fosse Noelle.
Per la strada lo incontrai. Allen. Ma perché dovevo sempre trovarlo ovunque io? Le ragazze che lo ammiravano no?
Mi sentì una presa per le spalle che mi portava indietro e subito dopo mi ritrovai appiccicata al muro di una cabina per controllare una montagna russa.
"Senti. Cerca di non incrociarmi mai più. Non voglio avere a che fare con te."
Adesso crederete che mi sottometta come tutte le ragazze. Be no. Quella non sono io.
"Ma chi ti caga? Sono qui con la mia amica. E poi neanche io voglio avere a che fare con te." Dissi sinceramente.
"Quindi non sei come tutte le ragazze che vogliono stare con me per tutta la vita? Mmmm... mi piaci."
"Cosa?"
"Nel senso che sei normale. Ma mi stai sempre antipatica come tutte le altre. Non pensare cose." Mi disse in modo burbero.
"Siamo in un libro che mi appiccichi al muro per intimorirmi? Dai lasciami coglione". Mi lasció in maniera sconvolta. Come se nessuno glielo avesse mai detto.
"Addio Allen" mi allontanai.
"Addio. Comunque è Alden". Che figura.

Ma come devo fare...Where stories live. Discover now