Greta

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Sono le 6 del mattino mi sono appena svegliata non sentendo più il collo. Sto entrando nel panico, mi agito così forte che per sbaglio tiro uno schiaffo a Lee.
Merda. Ma che diavolo ci fa qui. Oddio e' vero ci siamo addormentati abbracciati e quel profumo di tabacco e sandalo mi ha cullato per tutta la notte.
Dopo che ho passato gli esami piangendo gli avevo chiesto se poteva restare e così ha fatto. Non ha mangiato, non è mai andato in bagno è rimasto con me per tutto il tempo. Perché?
Apre gli occhi lentamente e mi guarda
"Buongiorno dolcezza, dormito bene? Perché ho ricevuto solo uno schiaffo" e mi fa l'occhiolino.
"Scemo, non l'ho fatto apposta ero entrata nel panico ero convinta che si fosse addormentato  il collo e pensavo fosse lei" con un gesto di mano indico il mio corpo per il momento non voglio nominarla, forse, finché non accetterò il fatto che ci dovrò convivere"
"Beh meno male ero convinto che svegliassi così i tuoi ex oppure sei fidanzata?" Vedo il terrore farsi strada sul suo viso. Lo osservo.
Le parole non escono e Non voglio farle uscire perché sicuramente avrei detto qualche mia cavolata e quindi faccio cenno di no con la testa.
Sento uno strano formicolio quando mi accarezza la mano, lo osservo. Ha un semplice maglione color verde petrolio con dei cargo beige e le Timberland.
Poi mi guardo allo specchio ed ho i capelli arruffati come quando il gatto crea la palla di pelo, faccia cadaverica con delle belle occhiaie nere, un braccio con la farfallina e il tubo dell'ossigeno, nel caso in cui dovesse venirmi un attacco, e dimenticavo la mia vestaglia con i gattini rosa. A detta di mia mamma era l'unica che avevano, ma cambiare negozio era troppo difficile.
Mi sento debole e senza forze. Oggi dovrebbero arrivare i risultati così saprò con certezza se sono una malata di SLA.
Ad un tratto si gira verso di me deve aver capito che sono giù e mi dice ora dovrebbero arrivare i medici che ne dici se io vado a prendere i caffè con due belle ciambelle al cioccolato ripiene di cioccolato e ce le mangiamo qui?
Mi si illumina il viso gli dico di sì facendo gli occhioni. Lo vedo ridere poi si abbassa verso di me e mi dice.
"Se fossimo stati in un'altro contesto ti avrei fatto io una cosa e mi avresti implorato di fartelo ogni mattina. Sono molto meglio del caffè"
Sono rossa per l'imbarazzo, non riesco nemmeno a guardarlo.
E lui ride di gusto, dai vado a prendere i caffè in modo tale che ti togli quel rossore dal viso. Esce dalla porta e io rimango interdetta per via delle parole che ha utilizzato. Cazzo come fa a farmi quel effetto. Solo due parole e mi sentivo umida per lui.
Arrivano i medici mi controllano, mi chiedono come mi sento e mi porgono gli esami all'interno di una busta sigillata.
Sono ancora più in ansia. Estraggo il primo foglio esame elettromiografico. Ieri mi hanno spiegato che questo tipo di test analizza i potenziali elettrici che si generano con la contrazione delle fibre muscolari.
Bene è il momento di leggere
Dall'esame si evidenzia una sofferenza muscolare o nervosa maggiore rispetto ad un comune individuo. Sì consiglia maggiore controllo.
Le mani mi tremano, sento la paura impadronirsi, le lacrime si stanno facendo strada. Non so più cosa dire, non so cosa fare.
Mi pulisco il viso e cerco di leggere il secondo esame.
Risonanza magnetica leggo tutto quello che c'è scritto e arriva a questa frase "Si può pertanto concludere che la ricerca di un biomarcatore di diagnosi precoce di SLA risulta positivo".
Mi sento formicolare tutto il viso, la testa, non sento più le braccia, solo il macchinario che sta facendo tanto fracasso. Gli occhi si inumidiscono, sto sentendo un vuoto dentro di me. Sento infermieri, dottori che parlano o almeno credo che stiano facendo quello. Sono sopra di me e io vedo sfuocato, poi il buio totale.

Piano, piano apro gli occhi. C'è una luce fortissima. Mi sento stringere la mano, ancora non vedo chi è ma percepisco la sua agitazione, la preoccupazione. Credo che sia Lee.
Finalmente riesco a mettere a fuoco e lo saluto, mi comunica che ho avuto un attacco di panico e sono svenuta per due ore.
Mi guardo spaesata e noto che i fogli sono riposti sul comodino. Li osservo e vedo ripercorrere le frasi nella mia testa. "Positiva".
Stringo la mano e l'unica cosa che riesco a dire, è SLA.
Chi lo avrebbe mai detto che avrei sofferto di questa malattia.
Tolgo ad un tratto la mia mano dalla sua lo osservo e gli sputo addosso la mia paura, gli dico che voglio che se ne vada via. Glielo urlo così forte che non proferisce parola, si alza mette giù il caffè ed esce dalla stanza. Non so perché non ha parlato, ma credo che sia più per rispetto.
Questa è la mia battaglia. È una battaglia eroica che sa già di perdere.
Entra il dottore Callum.
Signorina Greta vorrei parlare con lei di questa malattia e spiegarle cosa voglio fare e come levarcela dai coglioni, non del tutto ma di tenerla buona per avere una vita bella e dignitosa.
Piango e ascolto. Non rispondo, non ci riesco e non perché sia la malattia, ma perché non ho niente da dire.
" Come ben sa lei ha la SLA.
La sclerosi laterale amiotrofica è una patologia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria.
Capiterà che avrà debolezza muscolare, rigidità, contrazioni involontarie. Per tenere buoni questi eventi, chiamiamoli così, le daremo una cura che dovrà prendere per cercare di migliorare il suo tenore di vita.
Ogni mese faremo controlli atti per vedere lo sviluppo della malattia.
Credo che sia inutile che lei continui a stare qui all'interno dell'ospedale. La voglio far uscire a vivere la vita perché credo che non sia il momento di soffrire anche se non è facile far finta di niente. Le mando un'infermiera con i documenti da firmare per andare a casa.
Se vuole qualche informazione e pormi altre domande sono qui"
Faccio no con la testa e mi abbraccia. Signorina se ha bisogno di parlare con qualcuno le posso dare il numero di un bravo psicologo.

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