Lee

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Ho scoperto il segreto di mio padre.
Alfred è riuscito a trovare tutto.
Non credevo che mio padre fosse così sentimentale eppure lo è. Mi sembra così strano e impossibile che vorrei chiederglielo. La Strand Bookstore è stato il primo negozio, non c'è solo un interesse economico c'è anche un sentimento. Lì conobbe mamma. Lei era un amante dei libri, quasi ogni giorno era in libreria a leggere, ci passava ore e ore, ci dedicava quasi tutto il suo tempo. Mi ricordo che mi disse una cosa "Quando ero giovane persi la mia più cara amica in un brutto incidente e io cercavo lei nei vari libri. Ero convinta che la sua anima fosse entrata in libri di storie d'amore, fantasy e voleva farmi compagnia. Avevamo perso il nostro tempo terreno, ma la nostra anima no, era stata divisa per poi ritrovarla"
Credo che fosse questa la sua fissa per i libri e li conobbe mio padre.
Ogni giorno mio padre si sedeva accanto a lei e le dava sempre un libro nuovo da portare a casa o da leggere lì, insieme a lui. Poi lui le ha chiesto di sposarla donandole il negozio.
Qui ci sono altri documenti, parlano di me.
Documenti di adozione!
Il signore e la signora Thompson si impegnano da oggi fino ai 21 anni di età del neonato. Fu trovato davanti al cancello dell'orfanotrofio Ohel Childrens Home.
Madre tossicodipendente, padre ignoto.
C'è una nota accanto. È la calligrafia di mio padre. Mi impegno, non per mia volontà, ma per il bene e l'amore verso mia moglie di mantenere e crescere questo bambino. Non gli donerò mai amore perché egli non è il frutto del mio desiderio, non è sangue del mio sangue.
La rabbia mi sta accecando la vista, urlo tutto il fiato che ho in corpo. Prendo una bottiglia di wishky e la bevo come se fosse acqua.
Quel figlio di puttana non mi hai mai mostrato un sentimento perché non sono suo figlio, perché non vado bene per la sua cazzo di azienda. Gli faccio schifo.
Dalla rabbia elimino tutto quello che trovo sulla scrivania, la bottiglia che avevo in mano la lancio contro il muro, trovo il mio telefono e con un movimento rapido faccio partire la chiamata.
"Lee, sono occupato ci sentiamo più tardi"
"No, tu ora mi ascolti brutto scarto umano"
"Piano con le parole non ti ho insegnato questo, abbi rispetto per tuo padre"
"Tu vuoi rispetto, e enfatizzi la parola padre?
Ho scoperto tutto. Se non desideravi uno scarto della società, un figlio pezzente di una tossicodipendente potevi lasciarlo dove stava"
"Come l' hai scoperto?"
"AhahHa mi fai ridere, il tuo unico interesse è capire come ho fatto a scoprire il tuo segreto.
Sai una cosa? Venderò quella merda di negozio
Ti rovino caro paparino oppure preferisci che ti chiami Signor Thompson?"
"Non ti permettere ingrato"
"Facciamo una cosa non ho più voglia di stare ai tuoi giochini, mi elimino da tutto. Su una cosa la pensiamo all'unisono, non sono più tuo figlio anzi non lo sono mai stato. Mi tolgo dalla tua eredità, così cadrà in rovina e con i miei fratelli che non sanno fare due più due venderanno le quote al primo offerente"
"Stai blaterando.."
"No, finalmente ho trovato il mio posto nel mondo. Sono proprietario di una azienda, non voglio far parte della tua vita. Ti mando la documentazione, la saluto"
Chiudo il telefono e mi porto le mani alle tempie. Non esiste più Lee Thompson. Non mi sono mai sentito un Thompson e questo è il vero motivo.
Nel mentre sento la segretaria Hanna che urla ad una persona.
-Signorina, signorina non può entrare senza un appuntamento-
Sento una voce che mi è familiare.
"Me ne sbatto. Lui ha il diritto di rovinarmi la vita e io non posso parlargli. Roba da pazzi".

Si spalanca la porta, cazzo è lei!

Inizia a parlare senza fermarsi e prendere aria.

Le esco parole di arrabbia, il suo sguardo è un misto di emozioni. Noto che la sua voce si sta incrinando.
"Lei non sa quanto ho desiderato lavorare all'interno di quella libreria, era il mio sogno, la mia anima, l'unico posto in cui mi sentivo viva e apprezzata".
Con rabbia sbatto un pugno sul tavolo, le dico di tacere un attimo perché ero già al limite della sopportazione e sentire pure quelle lamentele mi stava mandando in tilt il cervello. Non sei più un mio problema, parlane con il signor Thompson"
"Lei inizia a piangere"
Cazzo, non avevo mai visto una persona così legata al suo lavoro era disperata, distrutta, demoralizzata. Ma tutto quello che vedevo in questa tristezza era la sua bellezza, la sua purezza. Questa ragazza era magnetica.
Mentre provo a parlarle noto che si calma, le offro un caffè e iniziamo a parlare del più e del meno. Le spiego un po' la situazione e lei finalmente capisce che non sarò più il suo capo, ma bensì lo sarà mio padre.
La ragazza inizia ad irrigidirsi le sto per rispondere a tono quando noto che non riesce più a comunicare. La osservo e penso stia scherzando, ma quando capisco che non è uno scherzo. Prendo il telefono compongo il 911
Mi risponde l'operatore
"911 qual è l'emergenza?" spiego la situazione e mi rispondono che tra 20 minuti sono qui.
Cazzo. Non posso e non voglio rischiare
La porto io.
Siamo al pronto soccorso, le devono fare esami. Perché la situazione sembra grave
Mi hanno fatto un sacco di domande che non riuscivo nemmeno a rispondere ed è vero io non la conosco. Non so chi sia realmente, non ho nemmeno i numeri dei suoi genitori, un'amica, un fratello se ne ha o altro. Niente di niente.
Aspetto.
Nel mentre squilla il telefono.
Appare un nome "Stefi la costude del mio cuore"
Rispondo
"Stellina miaaaaa, che succede? Non mi hai più scritta da stamattina"
"Pronto. Sono Lee Thompson"
"O porca troia! Scusate non volevo disturbarvi"
"Rispondo io perché non avevo dei contatti al quale dire cosa stesse accadendo. Siamo al pronto soccorso, l'hanno ricoverata d'urgenza"
"Dio mio in quale ospedale"
"Dico solo Presbyterian Hospital"
"Arrivo"

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