Ricordi di una giornata passata.

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Inizio seconda parte.

Camminai seria verso lo stupido bar della piscina, impugnando l'oggetto che un tempo poteva essere definito come il mio portafoglio con una tale veemenza da causargli seri danni, era già fortunato che non avesse ancora preso fuoco, mentre con l'altra mano mi tenevo stretta allo spadaccino che ghignante si pregustava già un modo più efficace per ingelosire il chirurgo.
Law era apatico, scontroso, noioso e serio e altri difetti che in quel momento non mi venivano in testa; era da giorni che mi trattava di merda ma quello non cambia il fatto che era il mio personaggio preferito, ed ora che era nel mio mondo, abitava in casa mia e per di più io lo avevo baciato consentendo anche a far dell'altro, non avrei certo lasciato che una sgualdrinella qualsiasi decidesse di farci i suoi porci comodi insieme.

Lui è mio!

Lo abbiamo capito!

Mi guardai intorno alla ricerca della ragazza che aveva osato toccare il mio ragazzo, ed il fatto di non trovarli mi rese ancora più nervosa, così sbattei malamente l'oggetto non più identificabile nel mio pugno sul bancone, attirando lo sguardo di alcune delle persone sedute ai tavolini, Zoro invece si allontanò di poco lamentando quanto all'improvviso fossi diventata calda.
Richiamata dal rumore arrivò poco dopo la cameriera che mi regalò ignara di cosa io avessi un sorriso smagliante.

"Cosa ti do?"

Mi girai di scatto, rinunciando alla mia infruttuosa ricerca di Law lasciando che fosse Zoro a farlo, e la squadrai malamente la povetta con uno sguardo affatto amichevole, quasi fosse lei la colpa delle mie disgrazie.

"Un cocktail forte!" Riferì per poi girarmi a guardare il punto dove Zoro mi stava indicando, dimenticandomi di tutti i convenevoli, del grazie e del sorriso di cortesia.

"Prendo lo stesso!" Fece Zoro non girandosi nemmeno a guardarla.

"Subito..." Borbottò la ragazza, evidentemente offesa, probabilmente mandandomi mentalmente a quel paese.

Non risposi neanche concentrata come ero nello scrutare le nostre due prede.

"Sta giocando al nostro stesso gioco."

Erano entrambi seduti ad un tavolino poco distante da noi, lei che con le sue movenze da morta di cazzo cercava di intrattenere lui che a quanto pare a sembrava interessato ad ascoltarla.

"Ho il via libera quindi?" Domanda vicino al mio orecchio il ragazzo al mio fianco.

"Si!"

"Rilassati allora." Fece lui con tono provocatorio. "Ci penso io a te."

"Ecco a voi." Alle nostre spalle la cameriera ci porse i nostri cocktail.

Con un sospiro ascoltai il suo consiglio, chiusi gli occhi rilassando le spalle ispirando ed espirando più volte in un tentativo di frenate quell'imprimente voglia di bruciare la mano di quella che aveva osato sfiorare i capelli del chirurgo.
Aprì gli occhi girandomi subito dopo prendendo il mio bicchiere e portando immediatamente la cannuccia alle labbra.
Feci un lungo sorso per poi allontanare le labbra da essa e leccarle con la lingua le labbra, sospirai nuovamente iniziando a giocare con la cannuccia e il ghiaccio osservando dal riflesso dello specchio davanti a me il chirurgo che seguiva ogni mio movimento con uno sguardo vagamente annoiato, esso si alternava alla mia schiena alla ragazza al suo fianco a Zoro che ancora non aveva fatto la sua mossa; quando avvertì le mani grandi di quest'ultimo posarsi sui miei fianchi.
Sobbalzai, sorpresa per il tocco delicato e allo stesso tempo deciso su di me, e voltai la testa quanto bastava per vedere il collo dello spadaccino a due centimetri dal mio naso.

"Sei pronta?"

Ehm non credo che abbiamo abbastanza resistenza mentale per resistere a qualsiasi cosa voglia fare Zoro.

La strega e il chirurgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora