17) I don't wanna say goodbye

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RICCARDO


Esulto felicemente, vedo Ethan e gli altri con espressioni che urlano: perdita.

È il karma merde.

Jonathan arriva di corsa verso di noi con la coppa tra le mani. Saltiamo, urliamo e sorridiamo.

Faccio un cenno ad Halle di entrare in campo con noi, e lei corre ad abbracciarmi. 'Sono fiera di te' Commenta poi, e le lascio un bacio sulla guancia.

Poi però, tira fuori il telefono dalla sua borsetta color beige, e la sua espressione cambia totalmente, purtroppo non riesce a nascondere il dolore che trapela nei suoi occhi.

Ed io capisco subito.

Volta il telefono verso di me.

eli<3:
non ce l'ha fatta, vi aspettiamo qua.

Sono le uniche cose che ha scritto Elizabeth, che neanche riesco ad immaginare come possa sentirsi. O forse sì, si sente proprio come me.

Nulla per me ha più un senso, nemmeno questa vittoria che è per lui.

Halle scoppia a piangere, io non ci riesco, per quanto lo vorrei, non mi esce neppure una lacrima.

Come un flashback, mi attraversano la mente tantissimi ricordi di me e il mio migliore amico.

Noi da bambini che ogni giorno facevamo uno scherzo nuovo ad Elizabeth.

Noi da adolescenti che iniziamo a fare serata, ad assaggiare il nostro primo drink, a fumarci la nostra prima sigaretta e a vedere la prima alba dopo aver passato tutta la notte svegli.

Noi a 18 anni, che festeggiamo il 18esimo di Mattia in ospedale, perchè visto che lui non era nelle condizioni di poter fare una festa, abbiamo portato la festa da lui.

Nulla di tutto questo ci sarà più.

Non ci sarà più un trio, ma da adesso saremo soltanto io ed Elizabeth.


-
Non ho la minima idea di quante ore siano passate da quel messaggio. So solo che adesso ci ritroviamo tutti sul pullman, per ritornare.

L'euforia della vittoria si è spenta in un attimo, da quando è arrivata la notizia.

Ora c'è un fottuto silenzio tra di noi, esattamente un silenzio di lutto. E questa cosa, non fa che peggiorare la mia condizione.

Persino Jonathan ha leggermente pianto, seppur non vuole ammetterlo.

Cullo tra le mie braccia Halle, accarezzandole i capelli. Non ha ancora smesso di piangere e i suoi occhi sono gonfissimi.

Per fortuna è riuscita a dormire un po', io invece mi sembro un robot. Non riesco a parlare, a dormire e tantomeno a pensare.

Mi sembra come se fossi morto io.

In lontananza si inizia ad intravedere Ventura, con gli stessi edifici e bar di sempre. Sembra non cambiare mai, e quanto vorrei fosse così. Quanto vorrei che questa città restasse sempre la stessa, ma soprattutto vorrei che noi restassimo sempre gli stessi. Invece gli anni passano, e con loro anche noi.


-

ELIZABETH


Stiamo aspettando gli altri, che saranno qui a momenti.

Siamo nel posto del cuore di Mattia. La spiaggia.

'Gli piaceva il mare?' Mi chiede d'un tratto il ragazzo seduto davanti a me, mentre io accendo un piccolo fuocherello.

heal the soul Where stories live. Discover now