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CAPITOLO FINALE PARTE I

I soldi fanno girare il mondo e a volte se ne finisce schiavi senza accorgersene, Monroe si era inchinato a loro e per quanti ne avrebbe ricevuti, nessun prezzo sarebbe mai bastato a rimediare al danno causato a Nina. Aveva pensato solo a se stesso e ai suoi bisogni, aveva pensato al denaro di cui necessitava, ma non aveva pensato al dolore che avrebbe causato, vedeva quell'azione come un piacere, solo che lei se ne sarebbe accorta solo anni dopo. Monroe aveva già ricevuto tutti i soldi che gli spettavano, fu veloce, in fondo faceva quello a persone molto più forti e armate, con Nina non dovette nemmeno sforzarsi. Non provò alcun dispiacere, andava in quel modo nel South Side, vinceva il più forte e lei aveva dato più volte la prova di essere debole, non poteva sopravvivere in quel posto. In quel modo però, nessuno dei due ci guadagnava poi così tanto, la ragazza guadagnò dei farmaci dall'ospedale e Monroe un grosso capitale, tuttavia il prezzo fu alto e non si accorse nemmeno di essersi alleato con il nemico. Aveva fatto vincere quella partita al Nord, di certo Nev sarebbe stato arrestato, ma Nina non avrebbe mai avuto nulla in cambio se non altro dolore. Il mattino seguente si risvegliò in ospedale, era più confusa che mai, non ricordava tutto alla perfezione, ma sapeva di essere stata aggredita.

"Dove mi trovo?" Esclamò Nina poco dopo essersi svegliata.

"Ehi" Michael si alzò dalla sedia e le strinse le mani.

"Che ci fai qui? Dove sono? Dove sono?" Chiuse gli occhi ed emanò un sospiro.

"Ieri sera ti hanno aggredita" Ammise il ragazzo "O almeno così mi hanno detto, sono venuto appena ho potuto".

"Sono stata aggredita?" Ripetette confusa, non era affatto in se, gli antidolorifici la stordivano.

"Si" Annuì "Tuo figlio non ce l'ha fatta" abbassò lo sguardo.

"C-Come sai di mio figlio? Come sai che non ce l'ha fatta?" Gli lasciò le mani e gli lanciò un'occhiataccia.

"Nina..." Guardò fuori dalla stanza, lì c'erano sia Dena che Leo, ma non erano potuti entrare perché non erano familiari.

"Il mio bambino sta bene" Deglutì e cominciò a massaggiarsi la pancia "Il bambino sta bene" strinse un pugno.

"No..." Dissentì "Nina credimi... vorrei che fosse così" si morse le labbra "Ma non lo è" le afferrò le mani e lei scoppiò a piangere.

Michael la strinse a se, le accarezzò il capo, provò a farle condividere quel dolore, ma era fin troppo personale per poter essere diviso con qualcuno. Dena entrò in quella stanza almeno una mezz'ora dopo, voleva lasciarli da soli per un po', voleva vedere Michael e il suo comportamento con Nina, forse si era sbagliata sul suo conto, forse era quello giusto. Lei provò a parlare, rimase da sola con la sua amica e cercò di averci un dialogo, però quello non era il momento giusto per nulla, niente avrebbe colmato quel vuoto, Nina non avrebbe mai dimenticato quel momento e quelle sensazioni, era impossibile. Quel bambino mai arrivato, quel bambino che non avrebbe mai stretto tra le braccia le cambiò la vita anche non arrivando mai a vedere la luce del giorno e Michael aveva forti sospetti su chi fosse stato. Andò da suo cugino quel tardo pomeriggio, doveva sapere la verità, doveva sapere se anche quella volta era stato messo in mezzo in qualcosa di molto più grande di lui, ed era così, Monroe l'aveva fatto di nuovo.

"Come mai qui?" Domandò Sorpreso Monroe.

"Ho bisogno di sapere una cosa" Precisò Michael.

"Cioè?" Incrociò le braccia.

"Perché l'altra sera mi hai chiesto dov'era Nina?" Lo guardò negli occhi.

"Semplice curiosità" Mormorò "Tutto qui?" rise e si sedette accanto a lui.

PERFECT: Il Piacere Della ColpaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt