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Nev era steso sul suo letto, quel giorno pioveva e odiava uscire sotto la pioggia, guardava il soffitto e sperava che presto smettesse di piovere, aveva le mani incrociate sulla pancia e di tanto in tanto le muoveva, in casa si sentiva come in gabbia e non gli piacevano le gabbie. In una prigione sarebbe stato senza alcun dubbio un poliziotto corrotto, il peggiore dei poliziotti corrotti, era una carogna, lo era sempre stato e non avrebbe mai smesso di esserlo, era la sua natura e non voleva cambiare, o forse si? Era molto confuso, le cose a casa non erano semplici, aveva fatto fronte a diversi cambiamenti durante la sua vita, suo padre aveva combinato diversi casini, poi però era riuscito a mettere tutto a posto. Nev sperava di diventare come suo padre, doveva farlo, sapeva che ciò che stava facendo non era giusto, tuttavia voleva farlo, non riusciva a tenere a bada i suoi impulsi, era un'animale. Quello che aveva fatto a Nina, l'aveva fatto a tante altre ragazze dell'università e del suo vecchio liceo pubblico, alla scuola privata aveva provato ad andarci con cautela, non poteva farlo sotto gli occhi di tutti, così imparò ad essere discreto. Credeva che facendolo si sarebbe stancato di far del male a quelle persone, tuttavia capì presto che si sbagliava, diventò ancora più meschino, cominciò a nascondersi, trovare dei posti appartati, sconosciuti e poco affollati, se non lo vedevano non era mai successo. Quella festa fu un'eccezione, un'eccezione che lo riportò a contatto con persone del passato, Nina, Dena e tutti coloro che le circondavano, non era bella gente, però erano quel tipo di persona in grado di buttarti giù, di tirarti a fondo e lasciarti affogare nelle sabie mobili. Lui non voleva fare quella fine, dubitava che qualcuno come lui volesse finire nelle sabie mobili, voleva solo continuare i suoi giochetti in segreto, nel buio, come tutti gli altri, ma non successe. Doveva essere lì solo di passaggio, però non lo fu, non restò per qualche minuto, restò per tutta la sera, restò fino a quando non se ne andarono tutti. Forse era nelle foto di qualcuno a quella festa, forse era stato ripreso e fotografato più volte senza nemmeno saperlo e probabilmente, tutte quelle prove, sarebbero state usate contro di lui. Nonostante ciò, Ethan non puntava su Nev perché fosse colpevole di omicidio, in realtà non ci aveva nemmeno mai pensato, si focalizzava su Nev per le violenze imposte a Nina, fargliela pagare l'avrebbe fatto star meglio. Tuttavia le cose non erano semplici come sembravano, c'erano diversi motivi per il quale Nev era stato a quella festa, era andato lì per la droga facile da trovare e acquistare, ma anche per le persone. Aveva conosciuto Davie e Leo tramite sua sorella, lei aveva diciotto anni esattamente come loro, certo, non andavano nella stessa scuola, però le squadre di Basket gareggiavano tra di loro anche se appartenenti a scuola private. Inoltre i social e la fama avevano contribuito al girare delle voci e così, alla fine, si erano incontrati, per non dimenticare che Nev era stato con Dena qualche anno prima, quindi aveva avuto modo di conoscere Leo quando era più piccolo. La loro relazione fu molto possessiva, Dena fu ridotta ad un semplice oggetto di sua proprietà e sapeva perfettamente che non fosse la cosa giusta, così lo lasciò. Le andava bene che fosse geloso e che volesse sempre il controllo, ma era fin troppo geloso, lo era anche quando non ce n'era bisogno e questo non poteva ignorarlo, era una persona tossica e doveva allontanarsi prima che le facesse del male.

"Sto per venire" Alzò gli occhi al cielo mentre continuava a spingere.

"Continua" Dena ansimò "Continua" gli accarezzò il collo quando poi Nev le infilò un dito nella vagina, lei si chinò ed ebbe un orgasmo poco dopo.

"Vuoi ingoiare?" Domandò Nev mentre si masturbava.

"Okay" Sorrise e si avvicinò, lo mise in bocca lentamente, gli strinse il sedere con una mano ed infilò un dito al suo interno, lui ansimò e le strinse la mano, gli piaceva molto, così venne immediatamente.

"I tuoi pompini sono magnifici" Ammise Nev ansimando mentre si rimetteva i boxer.

"I pompini o le miei dita?" Chiese ridendo.

PERFECT: Il Piacere Della ColpaWhere stories live. Discover now