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"Non parlare di lui adesso" Mormorò Leo per poi girarsi e prendere il suo cellulare, attivò la registrazione vocale e posò nuovamente il telefono "Non mi va di ricordare quella festa" tornò a guardarlo.

"A chi lo dici" Rise "Mi sono scopato una alla festa" si coprì il viso.

"Chi?" Chiese curioso Leo.

"Nina, l'amica di tua sorella, le ho messo una pillola nel bicchiere e me la sono scopata per bene" Sorrise "Non si è accorta di niente".

"Il tuo solito trucchetto" Leo sorrise.

"Funziona tutte le volte" Nev lo baciò "Ma con te non ne ho bisogno" gli leccò il collo "Il nostro accordo di non divulgazione è sempre valido, giusto?".

"Buon per lui" Abbassò lo sguardo.

"Dovresti denunciarlo, questo è il momento giusto, potresti andare avanti e guadagnare anche dei soldi, te ne serviranno molti se vuoi crescere il suo bambino" Precisò.

"Io non credo di volere il suo aiuto" Fece spallucce "Non ho bisogno dei suoi soldi come non avevo bisogno che mi stuprasse, voglio solo che venga punito per ciò che ha fatto".

"Denunciarlo velocizzerebbe il processo" Continuò Dena.

"E' una mia decisione e non so se sono pronta a parlarne con tutti, mi fido di te, per questo lo sai" Le strinse una mano "Lascia che sia io a decidere".

"Vorrei solo che le cose per te fossero più facili, quei soldi ti aiuterebbero molto, anche se non li vuoi, sarebbero davvero convenienti" Abbassò lo sguardo.

"Non sono stata stuprata per soldi" Scosse il capo.

"Non intendevo dire questo" Dena la guardò male.

"Lo so" Annuì "Ma devo pensarci" le lasciò le mani "Ora scusami, ma devo andare" sbuffò e uscì.

Quella non era una questione di soldi, non lo era mai stata, Nina non si sentiva più sicura a camminare per strada o a dormire nel suo letto senza la presenza di qualcun altro, che fosse in casa o sotto le lenzuola. Aveva paura della sua stessa ombra, si sentiva osservata, debole e pronta a spezzarsi, se sentiva qualcuno ridere si girava convinta di essere oggetto di scherno, ma non era così, era stata segnata dalla violenza subita. Era normale, soprattutto se erano passati meno di tre mesi, la ripresa non era immediata, aveva bisogno di tempo per guarire, doveva prendersi cura delle sue ferite e tornare ad amare se stessa come il suo corpo e gli uomini. Aveva bisogno di sentirsi bella e di prendersi cura di lei, doveva imparare ad essere indipendente e a difendersi, poteva capitare di nuovo, poteva capitare a chiunque, adesso lo sapeva, sapeva che succedeva davvero.

"Ehi" Sorrise "Ti aspettavo" ammise Ethan lasciandola entrare in casa sua, ormai era lì che si vedevano e lo facevano spesso.

"Cos'è questo odore?" Domandò confusa Nina.

"Ho preparato la cena, ti unisci a me?" Chiese sorridendo.

"Mi tenti" Mise una mano tra i capelli.

"Erano proprio queste le mie intenzioni" Precisò.

"Come mai sono qui? Che hai scoperto?" Nina incrociò le braccia.

"Un ragazzo ha consegnato anonimamente delle cassette che ritraggono Nev e Davie praticare del sesso bondage, Davie era davvero sofferente, urlava e lo implorava di smettere, ha deciso di parlare e così Nev l'ha ucciso, entro domani avrò il mandato per perquisire casa dei Brent, spero di trovare un'arma o qualunque altra cosa possa provare la sua colpevolezza" Ammise.

PERFECT: Il Piacere Della ColpaWhere stories live. Discover now