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Il sole sorse lentamente, colorando il cielo con un'alba mozzafiato. Mi svegliai sentendomi carica di energia rinnovata, pronta ad affrontare una nuova giornata. Dopo una colazione leggera e un caffè vigoroso, mi immersi nei progetti che richiedevano la mia attenzione.
Il tempo volò tra riunioni, chiamate e scambi di email. La mia scrivania, un vortice di fogli e schizzi, testimoniava l'impegno profuso nella mia passione per la moda. La giornata passò in un susseguirsi di impegni e soddisfazioni.

Nel tardo pomeriggio, chiusi il mio laptop con un sospiro di sollievo. Il crepuscolo colorava il cielo quando uscii dall'ufficio, respirando profondamente. Ero soddisfatta dei progressi fatti, ma la stanchezza cominciava nuovamente a farsi sentire.
Tornai a casa e mi immersi nella tranquillità del mio rifugio. Una doccia rinfrescante mi liberò dalle tensioni della giornata. La cena fu un pasto leggero, e presto mi ritrovai distesa sul divano, avvolta da una coperta soffice.
Mentre il tempo si dissolveva tra la lettura di un buon romanzo e il dolce suono di una playlist rilassante, la mia mente iniziava a vagare. I ricordi di quelle emozioni mai del tutto sepolte, decisero di risalire in superficie. Sorrisi pensando a quanto fossero complicati i sentimenti umani e a quanto adorassi leggere dell'amore all'interno dei romanzi. Lì era tutto diverso, per quanto le cose potessero mettersi male c'era quasi sempre un lieto fine. Fin da quando ero bambina avevo sempre trovato nella scrittura e nella lettura la mia valvola di sfogo. Durante l'adolescenza, i miei momenti preferiti erano quelli trascorsi in spiaggia, su un lettino, con un buon libro. Non credo di aver mai amato un genere letterario specifico ma per evadere dalla realtà prediligevo i romanzi. Quando mi sentivo sola, incompresa o semplicemente stanca, prendevo in mano la vita di qualcun altro e questo mi faceva sentire meglio.
La serata passò tranquilla, ma il suono insistente di qualcuno che bussava alla porta ruppe la quiete. Alzai gli occhi, guardando il quadrante dell'orologio che indicava un'ora insolita per delle visite.
Mi avvicinai alla porta con cautela, aprendola con una leggera esitazione. Alzando lo sguardo, davanti a me trovai Harry. Un sorriso imbarazzato si delineò sul suo volto.
Quando i miei occhi incontrarono i suoi, il tempo sembrò fermarsi. La sua vista fece risvegliare sensazioni sopite, come un vento che agitava delicatamente foglie secche pronte a spezzarsi. Il mio cuore pulsava più forte, e la mia mente era un turbine di emozioni.
Gli occhi di lui, intensi e familiari, fissarono i miei con un misto di nostalgia e speranza. Io, quasi senza rendermene conto, mi sentii trasportata indietro nel tempo, a quando il nostro rapporto era ancora una promessa da realizzare.

"Posso entrare?" chiese lui, il suo tono morbido come una carezza delicata.
La stanza sembrò improvvisamente più piccola mentre annuivo lentamente, dando il mio consenso. Lui varcò la soglia con un leggero sorriso, ed entrambi rimanemmo lì, di fronte l'uno all'altra, come se il tempo ci avesse messi in pausa.

"Non mi aspettavo di vederti qui," mormorai, la voce sommessa e carica di emozioni. "Cosa ci fai a casa mia? E soprattutto, come sei riuscito a trovarmi in tutta New York?"

Lui abbassò lo sguardo per un istante, come se cercasse le parole giuste. "Ho ancora la posizione del tuo telefono abbinata al mio. Sarò in città per circa venti giorni, ho le tappe del tour al Madison Square Garden." Proseguì facendo spallucce.

"Mmmh..." Finsi di ignorare il fatto che avesse ancora la mia posizione nel suo telefono e lo invitai a continuare.

"Ho bisogno di capire, di capire noi."

La sincerità nella sua voce mi colpì dritta al cuore. Non potevo negare la complessità dei nostri sentimenti intrecciati nel corso del tempo. In quel momento, sentii il bisogno di lasciare entrare l'uomo di fronte a me e di esplorare i sentimenti che avevano resistito alle tempeste del tempo.
Dentro quella casa silenziosa, l'aria era densa di tensione mentre noi due, seduti sul divano, ci confrontavamo con occhi che raccontavano storie mai completamente dimenticate.

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