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Erano passate tre settimane da quella sera ed io continuavo a pensare ad Harry ogni giorno sempre più intensamente.

Era davvero incredibile come fosse riuscito a rapire ogni parte del mio corpo e della mia anima in così poco tempo.

Nel suo mondo la velocità con la quale accadevano le cose, era diversa rispetto a quello nel quale vivevo io. In soli tre mesi avevamo già fatto molte esperienze insieme, esperienze che una coppia normale di solito ci avrebbe impiegato almeno qualche anno.

Avevamo trascorso dei momenti bellissimi ed il nostro rapporto stava crescendo di giorno in giorno.

Lui mi faceva sentire come se fossi importante per qualcuno, si preoccupava per me in ogni momento delle sue giornate.

Parlare con lui mi faceva sentire bene, ascoltava e non sottovalutava mai le mie parole, non so come ma riusciva sempre a trovare il modo per tirarmi su di morale quando necessario.

Riusciva a farmi riflettere molto confermando la mia idea del fatto che noi tutti meritassimo amore nelle nostre vite.

Harry rappresentava una sorta di vittoria durante una battaglia che andava avanti da fin troppo tempo dentro di me.

Erano anni che non riuscivo più a fidarmi delle persone, non perché avessi subito dei traumi in precedenza ma perché con il tempo avevo imparato a contare solo su me stessa.

Agli altri non importava dei miei problemi o del fatto che fossi una persona estremamente ansiosa, tutti credevano che fossi così per natura ma io ero consapevole del mio modo di essere e delle problematiche che ne derivavano.

Prima di partire ero arrivata ad un punto di non ritorno: non dormivo più la notte e credevo che tutto il mio futuro fosse stato compromesso da un paese che non aveva speranze e da un carattere eccessivamente emotivo per affrontare i cambiamenti.

Mi sentivo intrappolata in una vita che non riusciva ad andare né avanti né indietro, non facevo progressi. La sera andavo a letto ed il mio cervello iniziava ad elaborare una preoccupazione diversa dietro l'altra, partivo dal punto cardine e snocciolando la questione in un milione di altri concetti, non riuscivo a trovare soluzioni.

Da quando avevo conosciuto Harry sentivo di avere finalmente trovato quella persona con la quale poter essere me stessa, senza filtri e senza preoccupazioni.

Ero riuscita a convincerlo ad accantonare l'idea di farmi seguire costantemente da una guardia del corpo, non perché mi avesse infastidito l'idea ma perché ero fermamente convinta che la mia vita non fosse così interessante da rimanere a lungo sulle prime pagine delle riviste.

In quei giorni passati lui era stato molto impegnato con le registrazioni, non voleva dirmi a cosa stava lavorando, voleva che fosse una sorpresa e la mia curiosità non faceva altro che crescere a dismisura.

Amavo la sua voce e quando in macchina si lasciava andare e canticchiava qualcosa che passava alla radio, sarei potuta rimanere immobile a guardarlo ed ascoltarlo per ore.

Avevo davvero paura di come si stavano evolvendo i miei sentimenti per lui.

Harry aveva lasciato il mio appartamento più o meno a mezzanotte la sera prima ed io non riuscii proprio a chiudere occhio quella notte.

Sembrava tutto così surreale... sembrava una fan fiction e non la mia vita.
Avete presente quella sensazione al mattino quando hai sognato che ogni cosa sta andando esattamente come vorresti e poi ti svegli e scopri che era tutto frutto della tua immaginazione?

Mi credereste se vi dicessi che ero terrorizzata all'idea di addormentarmi e scoprire per l'ennesima volta che il mio cervello mi aveva giocato un brutto scherzo?

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