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"Ehi, non dirmi che ti faccio questo effetto! Ti lascio addirittura senza parole?!"

Eccolo lì, di fronte a me mentre mi prendeva in giro per l'improvvisa scena muta.

"Reese, è un piacere rivederti! Ti aspettavo la prossima settimana, mi hai spiazzata." Sorrisi avvicinandomi a lui per stringere la sua mano.

"Sì beh... abbiamo avuto qualche imprevisto e sono dovuto arrivare prima, mi tratterrò qualche giorno in più."

Wow. Harry sarebbe stato davvero felice di sentire quella notizia.

"Continuo a vederti sulle prime pagine di tutti i giornali, sono molto stupito! Sei una star." Risi a quell'affermazione, non ero io la star. Non proprio veramente.

"Si beh... quando arrivi a collezionare un numero molto alto di figuracce ad un certo punto ti danno la medaglia d'oro olimpionica e dal giorno alla notte finisci sulla bocca di tutti... sai come vanno queste cose... la fama è una brutta bestia." Scostai i capelli dalla spalla per simulare un gesto catartico facendolo ridere.

"Buongiorno Mr.Atwood la prego di seguirmi nel mio ufficio. Gradisce un caffè?"

Fu Caroline a catturare la nostra attenzione mentre invitava il mio interlocutore a seguirla.

"Miss Leto, buon lavoro." Mi salutò lui prima di spostarsi nell'altra stanza.

Raggiunsi la mia scrivania e dopo aver sistemato la borsa aprii il pc iniziando a scaricare le centinaia di mail ricevute.

"Oh mio Dio! Chi è quel figo pazzesco? Come lo conosci? Verrà assunto?" Josy. Solo lei poteva avere tanta energia la mattina presto. Si stava mordendo il labbro mentre diceva quella cosa e guardava oltre alla porta a vetri nell'ufficio di Caroline.

"Si chiama Reese Atwood e no, non verrà assunto. E' un broker che collaborerà con noi per l'evento." Non distolsi lo sguardo dal computer mentre le rispondevo, avevo appena visto un mittente che aveva catturato la mia attenzione.

"E come diavolo fai a sapere tutte queste cose? Come lo conosci?"

"Ci siamo conosciuti sul volo diretto a New York un po' di tempo fa... mi ha scritto per informarmi che avrebbe lavorato per noi."

"E' così sexy. Insomma... guardalo! Con quel vestito elegante, ha un non so che di tremendamente affascinante."

Sì, non potevo di certo darle torto ma non ero interessata a continuare quella conversazione, come non ero interessata a lui.

"Jo, credimi non me ne potrebbe importare di meno in questo momento. Jean Paul Gaultier è saltato! Non vestirà più le modelle!"

"Cosa??!! Che diavolo stai dicendo?!" La nostra vita era finita, ufficialmente, lo era.

La sua assistente mi aveva inviato una mail, molto stringata, nella quale si scusava per la rinuncia ma che Jean non avrebbe portato avanti il suo incarico per mancanza di materiali adatti alle sue creazioni. Avrebbe dovuto utilizzare della fibra di vicuña, uno dei tessuti più rari e pregiati al mondo. La lavorazione della vicuña era come la creazione di un'opera d'arte e coloro che partecipavano a ciascuna delle diverse fasi dovevano possedere una grande destrezza manuale.

Il periodo che stava attraversando il mondo dopo la fine della pandemia e con lo scoppio di una guerra in Europa, aveva portato alla crisi delle materie prime in ogni ambito lavorativo.
Anche le più grandi industrie di moda erano in ginocchio. Tutte quelle spedizioni che prima impiegavano poco tempo ad arrivare, dopo accusavano dei ritardi incredibili con un sostanzioso aumento dei prezzi; finendo per provocare una vera e propria crisi a catena che partiva dal campo dell'haute couture arrivando a travolgere l'editoria, la sartoria, il mondo dello spettacolo e tanto altro.

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