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Noi due insieme eravamo qualcosa di inspiegabilmente contorto.
Uscire in giro ed avere la sua mano intrecciata con la mia era piuttosto strano, lui era bellissimo ed io ero normale.

Era più grande di me di soli quattro anni ma sembravano almeno venti rispetto alle esperienze di vita che lo avevano accompagnato fino a quel momento.

Io avevo un quinto dei suoi insegnamenti, lui sembrava essere un uomo avviato e molto esperto di quello che lo circondava, io mi sentivo ancora una ragazzina alla scoperta del mondo.

La sua corporatura massiccia, era irresistibile e nessuna donna sapeva stargli lontano.
Quella sera emanava un odore particolare, inebriante e nei suoi occhi, chiari ed assottigliati dal vento, una dolcezza disarmante lo avvolgeva in un profilo ombroso marcato dal giacchetto in pelle che indossava spesso.

Ormai avevo realizzato ed accettato che era proprio lui il mio uomo meraviglioso.

Le feste natalizie erano state tutto quello che di più perfetto mi aveva offerto Londra da quando mi ero trasferita.

Harry era divertente, affascinante, adorabile ed incredibilmente sexy.

Quando ero con lui non smettevo di ridere neanche per un secondo, la gioia e la spensieratezza che portava nelle mie giornate non avevano precedenti.

Mano nella mano stavamo camminando per le strade di Londra, lui aveva insistito affinché potessi iniziare a buttare le basi per le mie nuove tradizioni natalizie.
Aveva voluto farmi provare la sua cioccolata calda preferita, mi aveva accompagnata da un negozietto all'altro per scegliere i regali per la mia famiglia in ritardo e mi aveva baciata sulle sponde del Tamigi.
Eravamo proprio lì mentre le sue braccia avvolgevano il mio corpo riparandomi dal freddo.

Si trovava alle mie spalle e la sua imponente figura sovrastava la mia, come al solito, riuscendo a trasmettermi un senso di beatitudine e pace quasi del tutto inspiegabile.

Il vento gelido si scagliava contro i nostri volti mentre imperterriti continuavamo ad osservare il fiume davanti a noi muoversi irrequieto.

Mi voltai tra le sue braccia per guardarlo ancora una volta negli occhi, quei meravigliosi occhi verdi.
Mi guardava, da vicino mi guardava, le nostre bocche si sfiorarono e lottarono nel tepore, si morderono con le labbra, appoggiando appena la lingua tra i denti. Le mie mani cercarono di immergersi nei suoi capelli, di accarezzare lentamente la profondità dei suoi ricci bruni mentre noi ci stavamo baciando come se avessimo la bocca piena di amore, piena di necessità.

Le sue labbra si allargarono in un sorriso quando le mie si allontanarono dalle sue. Con le dita spostò alcune ciocche dei miei capelli finite davanti agli occhi ed io aggiustai il suo ciuffo ormai scompigliato dal vento.

Mi dilungai in quel tocco beandomi della morbidezza della sua pelle, seguii la linea della sua mascella fino al mento e poi salendo sulla punta dei piedi portai le mie labbra sulle sue ancora una volta.

"Ti ho mai detto che adoro fare questo?"

Dissi ridacchiando e portandolo più vicino a me finendo per scontrarmi sul muretto alle nostre spalle.

"Mmh... fammi pensare... no, non credo. Forse dovrei dimostrarti quanto so farlo bene ancora una volta..."

Rispose portando due dita sotto al mio mento per avvicinarsi nuovamente a me.
Non potevo descrivere quello che il mio stomaco provava in sua presenza, era troppo intenso, troppo forte. Forse l'unica verità era che nessuno poteva davvero esprimere a parole cos'era che rendeva speciale l'amore. Forse poterlo guardare negli occhi e non aver bisogno di altro...

L'amore non fa parte della mente, ma del cuore. Non poteva essere controllato. Non poteva essere manovrato. Non poteva essere altro se non amore. L'amore ha moltissime forme, troppe forme.

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