14. 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗼𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗶.

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𝘚𝘰 𝘪𝘧 𝘺𝘰𝘶 𝘯𝘦𝘦𝘥 𝘢 𝘩𝘦𝘳𝘰...




𝙘𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐚: -yoursungirl




𝘑𝘶𝘯𝘦'𝘴 𝘱𝘰𝘷


June’s pov:

<March! Guarda che ho trovato!> Augustine corre verso di noi con un foglio in mano. <Cos’è?> domando confusa.
Si piazza davanti a me come una lottatrice di sumo. Mi fa vedere il foglio con delle scritte a penna, l’inchiostro è evidentemente secco e la carta è rovinata ed ingiallita.

Neanche il tempo di leggere la prima parola che March inizia a tossire senza sosta, è piegato a metà con la mano davanti alla bocca.
Maeve ci viene in contro, gli poggia la mano sulla schiena dandogli delle piccole pacche. Gli tira indietro ai capelli accarezzandogli il viso dolcemente. Lui non smette, decidiamo quindi di portarlo in infermeria.

Io, August e Maeve lo prendiamo in braccio e lo portiamo al piano di sotto, dall’infermiera. Busso alla porta sino a che Mery, non apre facendoci largo. Lo sdraiamo, delicatamente sul lettino.
<Cosa diamine è successo?> chiede lei allarmata passandogli una mano sulla fronte. <Ha iniziato a tossire e non ha ancora smesso> spiega Augustine agitata.

Intanto il povero March non riesce a rimanere sdraiato.
Produce rumori cavernosi, paurosi, sembra che stia per sputtare i polmoni a terra.
L’infermiera si allontana da noi, apre l’armadietto bianco appeso al muro e tira fuori un flaconcino di pillole e un  altro barattolo dal contenuto ignoto.

Torna da March, apre il vasetto in vetro marrone tirando fuori dalla tasca dei “bicchierini” in plastica chiusi in una busta trasparente.
Ne prende uno e ci versa dentro un liquido giallognolo, glielo porge massaggiandogli le spalle per far si che lo sciroppo vada giù senza risputarlo fuori.
Lui lo ingoia e sembra che improvvisamente tutto si sia calmato.

<Allora ragazzi, queste sono delle medicine per la tosse, anche al primo colpo fategliene prendere una. Quando invece gli vengono delle crisi, come queste, dategli un misurino di questo.> porge ad August entrambi i flaconcini di vetro, lei li infila in tasca e torna accanto a nostro fratello.

<Stai bene?> lui annuisce sistemandosi i ricci castani davanti agli occhi.
Sospiro sollevata. mentre invece, Maeve, si sta mangiucchiando le unghie smaltate di rosa. Mi sposto lentamente verso di lei, le poso un braccio sulla spalla e la stringo a me, come a farle trovare conforto.
Il respiro si calma.

March si alza e si avvicina all’uscita, si avvicina a noi.
Sorride gentilmente a Maeve e scorre davanti a lei come se niente fosse.
La guardo, le si legge in faccia la delusione, il senso di vuoto che si impadrona di lei.

Esce andando verso il suo dormitorio, la seguo raccomandando a August di parlare con l'infermiera e raggiungere subito March.
Accelero il passo per raggiungerla, sembra stia quasi correndo. Spalanca la porta e si lancia dentro, si blocca quando sente le mie mani sulla sua testa.

<Maeve, respira> fa qualche passo avanti, timida, andandosi a sedere sul letto coperto da un lenzuolo bianco candido.
<Perchè?> mi domanda cercando di tenere duro.
<Cosa?>
<Perchè tutto a me?> crolla.
Le lacrime le scendono copiose dagli occhi nocciola, il mascara si sbava e le colora le guance di nero.

La stringo a me lasciandole un bacio tra i capelli, respira affannosamente mentre continua a piangere. Le sposto le ciocche brune dal viso distrutto ed arrossato per il pianto.
<Maeve guardami> le ordino scostadomi leggermente.
<C'è sempre un momento nella vita in cui ci sembra vada tutto storto, ma non è certo la fine del mondo.> sorrido tristemente.

<So cosa stai provando in questo momento, e non posso dire di capirlo perchè ognuno vive il dolore a modo suo, ma una cosa la so, che presto abdrà tutto bene> lei si passa la mano sulle guance e con le dita magre porta via qualche lacrima.
Alza lo sguardo fissandomi negli occhi. <Dura da troppo questo momento> si butta all'indietro, sdraiandosi sul letto morbido.

<Fidati, te lo dice una che ha sofferto per anni, e ancora soffre, passerà> mi sdraio anche io accanto a lei, le accarezzo il braccio nudo ed abbronzato mentre lei cerca di regolarizzare il respiro ancora un po' agitato.

<Grazie June, sei davvero speciale> Borbotta lei portandosi le mani alla bocca.
<Sono una sorella maggiore non a caso, bellezza> scherzo facendola ridere d gusto, forse a causa di quell'appellativo un po' imbarazzante, o forse, per la mia risata che dicono sempre sia contagiosa come quella di un bambino.

<Maeve, io ti lascio il mio numero, tu chiamami ogni volta che vuoi, anche nel cuore della notte> lei mi guarda e fa cenno di assenso con il capo <Grazie> le lascio un bacio sulla fronte prima di scrivere il mio recapito telefonico su un blocchetto di  post-it colorati sulla scrivania.
La saluto ed esco di corsa cercando di chiamare Augustine.

Non risponde, né lei né March, provo allora a cercarli nel dormitorio.
<Eccovi! Ma il telefono?> Sono seduti per terra, uno di fronte all'altra con la foto ed il ciondolo in mano.
<Se non è papà chi potrebbe essere?> Borbotta August
<Mamma chi ha detto che lo ha conosciuto qui> sento un idea raggiungere il mio cervello.
Avete presente quando nei film compare la lampadina? Ecco, esattamente quello.

<Se chiamiamo mamma?>
<Sei stupida, non risponderà> la lampadina si spegne e cade a terra rompendosi in mille pezzi. Hanno ragione.
Annuisco sedendomi vicino a loro guardando bene la foto.
<Magari possiamo chiedere al proprietario, potrebbe sapere qualcosa> loro mi guardano straniti. Che sono un alieno?
<Tentar non nuoce> faccio spallucce sorridendo.

Ci avviamo verso l'atrio.
<Scusi, volevamo sapere se è possibile incontrare il proprietario> chiede August sporgendosi verso la ragazza alla reception.
<Perché?> March le spiega brevemente la situazione in cui ci troviamo, così, la donna ci inizia a fare delle domande a raffica.
Rispondiamo, alternandoci tra di noi.

<Proverò a chiamare e vi farò sapere, ora però è l'ora di andare ragazzini, in piscina> dice lei con fare annoiato. Neanche l'avessimo picchiata.
Ci allontaniamo speranzosi di saperne di più, mentre la piscina si riempie di bambini e ragazzi con cocktail analcolici e costumi colorati.

Io e August ci mettiamo a prendere il sole, mentre March, va a prendere da bere.






...𝘑𝘶𝘴𝘵 𝘭𝘰𝘰𝘬 𝘪𝘯 𝘵𝘩𝘦 𝘮𝘪𝘳𝘳𝘰𝘳.

𝑺𝑼𝑵𝑲𝑰𝑺𝑺𝑬𝑫, baciati dal soleWhere stories live. Discover now