Magia di Sangue

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Meli era stata poche volte nella sua vita a Porto Venia. Ma il primo pensiero che la colpì, appena dentro le porte del misterioso dungeon di Darren, fu che sembrava di stare al mercato del pesce.

La lauta ricompensa aveva attirato davvero di tutto, constatò Meli osservando il guazzabuglio di individui che occupava quel luogo. Venditori ambulanti li assalirono strillando, tentando di vendere loro erbe, unguenti e armi. Bagarini di pozioni ricostituenti si affiancavano subito a coloro che, sconfitti ed esausti, risalivano dai livelli più in basso. Guaritori senza licenza offrivano i loro servizi a prezzi stellari. C'erano avventurieri e ammazzamostri, bardi, maghi - riconoscibili dalle vesti dai colori vistosi - una discreta quantità di curiosi e anche individui ben più loschi, con i capelli annodati in lunghe ciocche e il corpo tatuato dal collo in giù.

"C'è un sacco di gente qui" commentò Aiden colpito.

"Ce ne sarà molto meno quando arriveremo al secondo livello" disse Logan asciutto.

Il sotterraneo si snodava sotto la montagna in cunicoli labirintici e diseguali; bisognava stare attenti e non perdere la via, disse Logan, segnata alla bell'e meglio da pietre dipinte di bianco. Le pareti del dungeon, illuminate da fiaccole e gemmeluce, erano di un color rosso terroso, e sembravano friabili al tocco; dal soffitto pendevano stalattiti bianche e bulbose, e immense stalagmiti fiancheggiavano il pendio ricurvo che avrebbero dovuto percorrere per arrivare al livello inferiore.

Al primo livello tutti i mostri erano stati uccisi: Meli vide diverse carogne di chiropti - sproporzionati pipistrelli rossi con muso di zanzara - infilzati e lasciati a decomporre. Scavalcarono blob di muco verdastro e cadaveri di gobellini dai nasi adunchi. Il vociare del mercato vicino all'entrata scemava via via che percorrevano la discesa, che divenne presto un'enorme scala a chiocciola verso gli abissi.

Il dungeon di Darren si chiamava così perché un foresto di nome Darren era stato il primo a morirci dentro, più di cento anni fa. Si diceva che il suo fantasma si aggirasse ancora per i cunicoli oscuri, ma Meli sapeva che erano tutte sciocchezze. Quando si entrava in un dungeon, non era certo dei morti di cui bisognava aver paura.

Arrivarono sul fondo del primo livello. Guardando in alto, le stalattiti bianche parevano adesso candidi spilli di riccio, e le stalagmiti si ergevano come colonne di granito del diametro di sequoie.

Una serie di cunicoli si apriva tutto attorno a loro; Logan li guidò con sicurezza verso destra e imboccò una strada segnalata da una pietra bianca.

Sbucarono dopo pochi minuti in una sala completamente diversa dalla precedente. Cristalli sfaccettati di fluorite spiccavano dal terreno, illuminando la via di colori diversi: azzurro, giallo, rosa, verde. Uno scroscio di acqua e il repentino calo di temperatura li avvisò che si trovavano vicino ad un fiume sotterraneo. Infatti, dopo neanche duecento metri, eccolo: di fianco al sentiero irregolare apparve il baluginio di un torrente di acqua nera in veloce movimento. Piante grasse sotterranee, dalle larghe foglie verde e viola, crescevano vicino alle fonti di luce.

Qualcosa di grosso svolazzò vicino alla testa di Meli. La donna si abbassò di scatto, pensando ad un pipistrello o a un chiropto; ma era solo una falena nera, pesante e sgraziata, che si posò su un fiore a forma di imbuto. Con un sinistro rumore di deglutizione, il fiore inghiottì l'insetto. Meli si fermò davanti alla pianta, affascinata. Era un complesso armonioso di grossi fiori dai petali bianchi e rosa con una sacca viscida e semitrasparente sotto l'infiorescenza. Lunghi viticci a spirale correvano lungo le pareti dietro ad ogni fluorite luminosa.

Meli occhieggiò dei grossi baccelli, simili a quelli del glicine, che pendevano dai viticci racchiudendo i semi di quelle bellezze. Poteva prenderne un paio? I fiori erano carnivori, certo. Ma quanto erano carnivori?

Cercasi AmmazzamostriWhere stories live. Discover now