La Succube

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Meli ritrasse la mano di scatto, e la succube si rivelò. Era uno spirito maligno in forma di donna, con il volto pallido, corna nere, lunghissimi capelli bianchi e vesti candide che ondeggiavano come immerse nell'acqua. Lo spirito era a cavalcioni su Logan e lo fissava con occhi neri sfigurati dalla lussuria.

La mano di Meli corse al coltello, ma non lo aveva; se l'era tolto per dormire, convinta di essere al sicuro a casa di Meimei.

Incespicò indietro e cadde dal letto. La succube si voltò di scatto verso di lei, la bocca spalancata piena di denti aguzzi. Ma parve non vederla, e riportò l'attenzione sulla sua vittima. Faccia a faccia con l'ammazzamostri, la succube srotolò una lunga lingua, nera e biforcuta, verso di lui.

Col cazzo, pensò Meli.

Urlò e si avventò sulla succube con l'unica cosa che aveva a disposizione: se stessa. Caddero entrambe dall'altra parte del letto, rotolando e impigliandosi nei lunghi capelli bianchi. Intrappolata sotto il peso del mostro, Meli ebbe la sensazione di essere caduta in una pozza di fango ghiacciato. La succube spalancò la bocca per strapparle la faccia, ma Meli afferrò l'attizzatoio dal camino spento e lo usò come uno scudo; i denti del mostro si chiusero sull'asta di ferro, piegandola.

La succube sputò l'attizzatoio e urlò, un suono acuto e terribile. A Meli rimbombò il sangue nelle orecchie. La succube la afferrò per le spalle e la trattenne a terra, fissandola con i suoi occhi neri. Di nuovo, la lingua a due punte guizzò fuori. Meli si divincolò, ma lo spirito sembrava pesare dieci volte la sua stazza. La lingua nera le sfiorò il mento. Un brivido freddo si riverberò da dove la punta umida l'aveva toccata.

Ci fu un rumore sordo al piano di sopra. La faccia orribile della succube scattò verso l'alto. Meli pregò che Meimei si fosse svegliata, e approfittò di quel secondo di distrazione per sollevare i fianchi con tutta la sua forza. La succube fu catapultata in avanti, la faccia contro il tappeto. Meli sgusciò via da sotto e si liberò.

Corse a recuperare il coltello e si preparò in posizione. La succube, a carponi sul pavimento, si girò lentamente verso di lei. Gli occhi neri, incontrando la luce che entrava dalla finestra, brillarono come tizzoni nel buio. Con le vesti fluttuanti e i capelli bianchi davanti al viso, era spaventosa. E incazzata.

Meli deglutì e si preparò all'attacco. Con la bocca spalancata, il demone si scagliò su di lei. Meli scartò di lato e inflisse un fendente al fianco del mostro. Quella si bloccò, osservò il sangue nero che le sgorgava dalla ferita, e si incazzò ancora di più.

Mi serve un'arma più grossa, pensò Meli, stringendo il coltello nella mano sudata.

La succube le fu addosso. Meli mirò alla faccia, ma il mostro si scansò e il colpo andò a vuoto. La donna-demone le afferrò il polso e Meli perse la presa sul coltello, che cadde a terra tra di loro. Per evitare un morso che le avrebbe staccato la testa dal collo, Meli indietreggiò e cadde. In un flash lo spirito fu di nuovo a cavalcioni su lei, bloccandola in una morsa gelida. Meli si guardò freneticamente attorno, ma non vide nulla da poter usare come arma. Aveva finito le idee.

Poi la porta si spalancò. Attraverso le vesti galleggianti del mostro, Meli vide la vecchia Meimei. La vecchia si mise in posizione di combattimento e fece un gesto intricato con entrambe le braccia. Un'accecante luce verde esplose nella stanza. Meli chiuse gli occhi e, mentre un piacevole flusso di calore spazzava via il fango gelido, si sentì sollevare da terra per poi ripiombare giù con forza. Qualcuno urlò.

Stralunata e madida di sudore, Meli riaprì gli occhi. Un fumo grigio sfrigolava nella stanza. La vecchia Meimei era ancora in posizione, a gambe larghe con un ginocchio piegato, e un braccio teso davanti a sé. L'attizzatoio deformato giaceva a terra poco lontano. Logan, sdraiato a letto, sembrava illeso.

Cercasi AmmazzamostriWhere stories live. Discover now