Epilogo

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Rakanja aprì con calma gli occhi sentendosi come se qualcuno lo avesse usato come un sacco da box. Quando finalmente riuscì a vedere notò immediatamente di trovarsi in quella che era a tutti gli effetti la sua camera e che la stessa era anche in penombra.

-oh ti sei svegliato- Xadia lo raggiunse velocemente sorridendogli e aiutandolo a mettersi seduto sul letto.

-cos'è successo?- domandò Rakanja che sentiva più del solito il bisogno di bere del sangue cosa che Xadia parve capire visto che gli mise velocemente davanti quello che era un cartone di sangue e Rakanja lo bevve fin troppo velocemente tanto che gli venne anche da tossire.

-fa piano coglione. Comunque sei stato stordito dallo spray all'aglio che ti ha messo ko per due giorni per quanto era forte-

-spray all'aglio?- ma mentre faceva quella domanda Rakanja si ricordò che era letteralmente andato a casa di Gabriel per farsi uccidere da lui -ma doveva uccidermi!- sbottò il moro sgranando gli occhi -non stordirmi-

-è stato meglio così credimi, sei ancora vivo-

-ma Kasakti potrebbe venirmi a cercare da un momento all'altro e uccidermi prendendosi il mio potere. Gabe doveva uccidermi e basta! Andrò da lui e...-

-Kasakti non è un problema- disse una terza voce e Rakanja si voltò osservando con occhi sgranati la figura che gli stava dando le spalle mentre guardava fuori dalla finestra e che aveva subito riconosciuto anche dalla voce come Gabriel.

-che ci fai qui? E in che senso Kasakti non è un problema?-

-ti ha seguito fino a casa mia- rispose Gabriel continuando a non guardarlo negli occhi -e abbiamo combattuto mentre eri ko-

-stai bene? Lo hai ucciso?-

-non l'ho ucciso- rispose sinceramente il rosso mentre Xadia sorrideva -non potevo provarti della tua vendetta, ma sono riuscito a bloccarlo grazie anche ad Oliver e adesso aspetta solo di essere giudicato colpevole dalla corte dei vampiri presieduta dal padre di Xadia-

-cos...mentre sono svenuto voi avete...-

-abbiamo distrutto Kasakti anche se il merito è del tuo ragazzo- confermò Xadia -e Oliver ha detto che si prenderà cura di tutti i mezzosangue delle arene che non vogliono diventare vampiri-

-avete chiuso anche le arene?- Rakanja credeva davvero di star sognando visto che quello era letteralmente tutto quello per cui aveva sempre lottato da quando era diventato un vampiro settecento anni prima.

-si, il tuo ragazzo è forte- confermò Xadia -visto che ti sei svegliato vi lascio soli- aggiunse e la bionda scomparve velocemente lasciando la stanza nel più completo silenzio.

-perché non mi hai ucciso?- domandò Rakanja che non aveva mai sopportato quei silenzi carichi di parole non dette.

-abbiamo sconfitto Kasakti anche senza la tua morte- gli fece notare Gabriel dandogli ancora le spalle -e poi non sarei mai riuscito ad uccidere la persona che amo-

-ma mi odi perché sono un vampiro-

-non è per quello- lo corresse Gabriel -amore io...- e il rosso sospirò voltandosi finalmente verso il moro e avvicinandosi a lui per poi sedersi sul suo letto. Fu allora che Rakanja notò i suoi occhi rossi come il sangue.

-cosa...-

-ero così incazzato quel giorno perché in realtà sono nato come mezzovampiro e ho vissuto fino ai miei dieci anni in una di quelle maledette arene combattendo giorno dopo giorno per la mia vita. Oliver mi ha salvato da quell'arena e il mio odio per i vampiri è sempre stato alimentato da quello che mi avevano fatto. Ho imparato a conoscerti Rakanja e so che non sei cattivo, so che non mi faresti mai del male ma...ma in quel momento ero guidato dalla rabbia-

-sei un vampiro adesso?- domandò titubante Rakanja che iniziava a capire diversi comportamenti di Gabriel dopo le sue parole.

-si, ho dovuto farlo perché altrimenti ti avrebbero ucciso e non volevo. Ma non mi pento della mia scelta perché so adesso che non tutti i vampiri sono realmente cattivi come credevo-

-di chi hai bevuto il sangue? Xadia?-

-no, il tuo- rispose sinceramente Gabriel e vide l'altro sgranare nuovamente gli occhi.

-ma...-

-eri incosciente ma credo che tu abbia capito fossi io quindi mi hai lasciato trasformare- Gabriel si avvicinò ancora di più al vampiro -sono uno Šamaš anch'io adesso e ti prometto che sarò per sempre la tua famiglia-

-per sempre?-

-per sempre- confermò nuovamente Gabriel prima di trovarsi impegnato a baciare le morbide labbra del suo vampiro. Era certo il rosso che non si sarebbe mai trasformato in un vampiro, che sarebbe morto come un umano, ma poi aveva conosciuto Rakanja e in quel momento non aveva nessuna intenzione di rinunciare all'eternità con lui. Entrambi avevano cercato una famiglia e lo sarebbero stati l'uno per l'altro per l'eternità.

Il vampiro e il cacciatoreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora