Capitolo 21

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Gabriel aprì gli occhi di scatto allontanandosi leggermente dal collo di Rakanja e osservando poi il moro sorpreso. Quanta sofferenza aveva provato il suo ragazzo in tutti quei secoli? Troppa se quella era solo una parte della vita del moro che aveva appena osservato. E la cosa che in quel momento faceva davvero tanta rabbia a Gabriel era che la maggior parte delle volte era sempre e solo stata colpa di Kasakti. Era colpa di quel vampiro del cazzo se il suo ragazzo aveva sofferto così tanto e capiva finalmente perché Rakanja volesse andargli così tanto contro.

Gabriel prese un profondo respiro e, non sentendo più nessun dolore per il colpo che aveva in precedenza ricevuto, si alzò con molta calma.

-andatevene da questa casa prima che sia troppo tardi- ringhiò interrompendo la conversazione tre Xadia, che era stata davvero brava a perdere tempo, e Kasakti.

-come hai fatto a rimetterti in piedi umano!- sbottò Kasakti -Jonathan non l'hai colpito con l'intento di ucciderlo?- e il ragazzino guardò perplesso a sua volta il rosso che ancora stava dando loro le spalle perché si, lui ci aveva messo davvero tutta la forza che aveva in corpo.

-umano- ridacchiò Gabriel -non lo sono mai stato veramente- e si girò mostrando per la prima volta i suoi occhi rossi ad altri che non fossero Oliver e vide l'espressione sconvolta di tutti e tre i vampiri.

-non puoi essere un vampiro!- sbottò Kasakti ringhiandogli contro.

-no, sono a metà- rivelò Gabriel -potete colpirmi con tutta la forza che avete ma sono più resistente di un semplice umano- e Xadia si trovò mentalmente a ringraziare la sorte che l'aveva messa davanti a un cacciatore di vampiri che non era propriamente umano altrimenti davvero sarebbero morti in poco tempo.

-come puoi essere un mezzovampiro! Tutti i mezzovampiri sono nelle arene!- sbottò Kasakti mostrando i canini affilati mentre la sua rabbia continuava a crescere, continuava a crescere perché sentiva che qualcosa iniziava a sfuggire dal suo controllo.

-ci sono stato- sussurrò Gabriel e Xadia sgranò gli occhi -ma per mia fortuna sono stato salvato da quell'inferno- e poi il rosso guardò il ragazzino che aveva difronte visto che gli era tornato in mente perché gli sembrasse un volto familiare -concludiamo quello che abbiamo iniziato diciassette anni fa-

-Gabriel?- domandò sorpreso Jonathan riconoscendo a sua volta il ragazzo che aveva difronte -eravate tutti morti!-

-era quello che credevo io- sussurrò il rosso mentre Kasakti iniziava a capire da dove provenisse il rosso che aveva difronte.

-uccidi quelli della tua stessa specie?-

-sono a metà tra due mondi e uccido chi se lo merita. Vuoi davvero stare dalla parte di chi ha organizzato quelle maledette arene e ci ha costretti a combattere tra di noi?- domandò Gabriel sperando in qualche modo di portare dalla sua parte Jonathan, Jonathan che era sempre stato più grande di lui ma che in quel momento sembrava il più piccolo.

-mi ha dato l'eternità-

-solo perché probabilmente saresti morto- gli fece notare Gabriel -e poi vuoi davvero passare l'eternità a seguire gli ordini di uno stronzo bastardo che l'unica cosa che fa è pensare a se stesso e al suo divertimento? È un'eternità che passeresti da prigioniero di qualcuno. Non è meglio la libertà?-

-hai ragione sarei morto ed è proprio per questo che continuerò a servirlo per il resto della mia lunga vita da vampiro mentre tu morirai nel limbo- a quelle parole Gabriel capì che l'altro non avrebbe mai e poi mai accettato di stare dalla sua parte e con i suoi poteri aumentati grazie al sangue di Rakanja si spostò vicino a una delle balestre con i paletti di legno e in un millisecondo la caricò per poi sparare in direzione di Jonathan, Jonathan che non vide arrivare il colpo se non quando fu troppo tardi e scomparve come se non fosse mai esistito.

-addio anche a te- sussurrò Gabriel chiudendo un momento gli occhi per poi ricaricare la balestra e puntarla verso Kasakti -arrenditi-

-ragazzino credi davvero di potermi battere solo con quella? Posala- e all'ultima parola Gabriel avverti un tono di voce diverso tanto che per un momento ebbe davvero voglia di posare la balestra ma cercò di restare il più lucido possibile mentre mostrava i canini all'uomo.

-mai- ringhiò e senza nemmeno accorgersene si trovò a veder volare via dalle sue mani la balestra e il vampiro vicinissimo a lui. Solo grazie al fatto che aveva bevuto il sangue di Rakanja riuscì a schivare il colpo che altrimenti gli sarebbe stato di sicuro mortale e provò a contrattaccare. Quello contro cui stava combattendo però non era un vampiro comune ma un capo di una famiglia di vampiri che parava o schivava i suoi colpi con fin troppa facilità. Gabriel iniziò ad innervosirsi e a tirare calci e pugni quasi senza un senso logico fino a quando non riuscì a colpire una volta sola Kasakti che si ritrovò ad indietreggiare guardandolo furente.

-vuoi davvero morire umano- e il vampiro si sarebbe fiondato tranquillamente su di lui se solo qualcuno non fosse intervenuto rinchiudendolo in una reta di metallo e aglio. -cosa cazzo...-

-state bene?- per poco Gabriel non scoppiò a piangere quando vide Oliver sulla porta della loro abitazione con la pistola che aveva sparato la rete ancora tra le mani.

-si- disse Gabriel notando come Kasakti non riuscisse ad uscire da quella gabbia.

-credo di si- fu invece la risposta di Xadia che si accasciò a terra vicino al divano e osservò per un attimo Rakanja accertandosi che fosse ancora li con loro.

-fatemi uscire immediatamente- urlò Kasakti -stupidi umani-

-sta zitto o ti faccio un bagno nell'acqua santa- sbottò Oliver ma il vampiro ghigno.

-non mi farà niente-

-cosa?- domandò confusissimo Oliver.

-una delle famiglie delle quali ha assorbito i poteri è quella dei Karābum il cui potere è quello di resistere all'acqua santa così come ha assorbito anche il potere della famiglia Niphum che è resistente al fuoco quindi sono due modi nei quali non potete ucciderlo- spiegò Xadia ai due cacciatori chiudendo un momento gli occhi.

Il vampiro e il cacciatoreWhere stories live. Discover now