Capitolo 3

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I tacchi rimbombavano in quello che era un corridoio completamente vuoto e al buio ma alla ragazza non importava visto che riusciva benissimo a vedere anche senza il minimo spiraglio di luce. E anche se non avesse avuto quella vista molto sviluppata sarebbe comunque riuscita a trovare tranquillamente la strada per quante volte era già stata in quel posto. Arrivata davanti la porta bussò con forza giusto per non sembrare una completa maleducata e lo rifece altre tre volte fino a quando sbuffando non decise di aprire lo stesso la porta senza permesso. Lei aveva bussato ma quel coglione del suo migliore amico non le aveva aperto quindi si sentiva più che autorizzata ad entrare senza permesso.

La stanza diversamente dal corridoio che aveva appena attraversato era leggermente illuminata dalla luce della luna che entrava dalla finestra lasciata aperta e con le tende che svolazzavano per via del vento. Xadia alzò gli occhi rossi al cielo chiedendosi perché il suo migliore amico fosse così tanto stupido da lasciare la finestra aperta ma poi si diresse a passo svelto verso il grande letto matrimoniale della camera. Osservò per un po' il moro che sembrava star dormendo come un bambino all'interno di quel letto prima di tirargli via le coperte tentando di svegliarlo.

-RAKANJA!- urlò e vide l'altro alzarsi di scatto sull'attenti.

-Xadia- disse però rilassandosi quando la notò e sbuffò -che vuoi?-

-che voglio?- domandò la ragazza alzando gli occhi rossi al cielo -ti sembra il momento di dormire?-

-si, è notte-

-sei un fottuto vampiro Rakanja- Xadia incrociò le braccia al petto -non puoi dormire di notte! E ti ricordo che non ne hai nemmeno bisogno- gli fece notare la bionda continuando a restare in piedi vicino al letto sul quale il moro era ancora seduto.

-sono uno Šamaš- Rakanja si passò una mano tra i capelli -posso permettermi di dormire di notte-

-solo perché l'appartenenza a Šamaš ti permette di andare in giro di giorno senza bruciare non significa che puoi permetterti di dormire sempre di notte solo perché non hai un cazzo da fare. E per di più dormire con la finestra aperta come se nessuno stesse cercando di farti fuori-

-ho bisogno di aria-

-questo non è vero, sei un fottuto vampiro Rakanja- Xadia alzò gli occhi al cielo -puoi dormire tranquillamente con la finestra chiusa, anzi proprio perché vuoi dormire di notte quando tutti gli altri sono attivi devi stare molto più attento e chiudere di conseguenza la finestra-

-perché sei qui Xadia?- cercò di cambiare discorso il moro alzandosi dal letto con calma. Ormai la ragazza lo aveva completamente svegliato quindi non sarebbe riuscito a riprendere sonno come voleva. Non aveva realmente bisogno di dormire, proprio come aveva detto Xadia visto che era un vampiro, ma lo faceva solo e soltanto perché così avrebbe sognato. E sognare per lui era l'unico modo per ricordare qualcosa di bello e in parte far finta che non fosse tutto cambiato drasticamente.

-avevi promesso che saresti venuto con me allo Scottish- disse con un sorrisino che non prometteva nulla di buono Xadia.

-era la prossima settimana-

-andiamo ho voglia di bere ma mio padre ha paura che potrebbero provare ad attaccarmi quindi vuole che vada con qualcuno. Cazzo ho cinquecento anni e lui mi tratta ancora come se ne avesse diciotto- sbottò definitivamente la mora facendo ridacchiare Rakanja.

-in realtà ne hai cinquecento venticinque- la corresse Rakanja trovandosi poi a dover schivare velocemente quello che era un libro che la bionda aveva deciso di tirargli dietro per quella precisazione.

-questo non conta niente. Vieni con me allo Scottish visto che non hai letteralmente altro da fare coglione- e Xadia mise su quella che era la sua faccia più convincente certa che l'altro avrebbe di sicuro ceduto. Rakanja sospirò pesantemente conscio che la vampira che aveva difronte avesse completamente ragione.

-e va bene ma per favore non bere troppo- concesse il moro andando verso il suo armadio e prendendo alcuni dei suoi vestiti puliti visto che non aveva nessuna intenzione di andare al pub vestito come se si fosse appena svegliato.

Non ci mise molto a cambiarsi e venti minuti dopo era già sulla metro della Northern Line che lo avrebbe portato dalla sua abitazione a King's Cross fermata dalla quale avrebbe tranquillamente potuto raggiungere lo Scottish. Certo erano vampiri e potevano anche tranquillamente raggiungere il locale andando velocemente a piedi sfruttando il loro potere ma Rakanja era sempre stato uno di quelli fissato con mostrare il meno possibile di essere un vampiro. Era una cosa che aveva ereditata dal vecchio capofamiglia degli Šamaš e che non gli sarebbe mai passata del tutto. Era anche per quel motivo che diversamente da altri vampiri tendeva sempre ad uscire di casa con indosso delle lenti a contatto colorate che servivano per celare i suoi occhi rossi che lo avrebbero subito identificato come vampiro per i pochi umani che erano a conoscenza della cosa. In realtà quello era solo uno dei motivi più miseri visto che il vero motivo per il quale Rakanja nascondeva i suoi occhi era la paura che aveva di incrociare un cacciatore di vampiri. I primi due secoli di vita da vampiro li aveva vissuti spensieratamente ma da quando aveva assistito a una cacciatrice di vampiri che ne uccideva uno davanti ai suoi occhi aveva avuto il costante terrore che uno di loro potesse fare lo stesso con lui. Certo la cacciatrice che aveva visto lui essendo umana era ormai morta da secoli ma quello non indicava il fatto che non ci fossero più cacciatori in giro. Anzi il moro aveva addirittura paura che nel mentre potessero essere anche aumentati visto quanti vampiri scomparivano di punto in bianco senza lasciare tracce.

Era vero che faide interne tra le varie famiglie di vampiri erano sempre all'ordine della notte ma non tutti i vampiri scomparsi erano di certo stati uccisi da altri vampiri segno che qualche cacciatore era diventato davvero bravo a scovarli.

Il vampiro e il cacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora