Capitolo 9

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-vorrei davvero capire con chi sei stato per ignorare i miei messaggi così tanto a lungo-

-con un bel ragazzo Xadia- rispose Rakanja alzando gli occhi al cielo ma comunque camminando fianco a fianco con la ragazza in uno dei corridoio di quella che era la città sotterranea segreta di Londra. Gli umani non avevano minimamente idea che sotto la loro grande metropoli ci fosse un'altra città fatta su misura per i vampiri dove si potevano muovere tranquillamente anche nelle ore del giorno senza però rischiare di finire cotti a puntino.

-quanto bello?-

-molto bello- confermò ancora il moro che finalmente era felice di essersi potuto togliere le lenti a contatto che aveva tenuto quasi per un giorno intero. Quelle cose gli davano davvero tanto fastidio ma non poteva di certo andare in giro e mostrare quelli che erano i suoi occhi color del sangue come se niente fosse.

-sei andato a casa sua?-

-no, in un hotel. Ha detto che non poteva e io di certo non volevo portalo nella mia di casa- spiegò velocemente il moro -anche se avrei preferito andare da lui-

-certo perché ti avrebbe invitato ad entrare in casa e quindi ti saresti sentito autorizzato a fargli di tutto. Ti ricordo che è un umano, un essere che non vivrà più di cento anni e forse sto anche abbondando con i conti-

-lo so Xadia, lo so ma non posso farci niente se i vampiri che ci sono qui non mi piacciono. Sono passati secoli da quando sono stato trasformato ma trovo ancora attraenti gli umani- rispose secco Rakanja -sai che ci sono già passato-

-hai avuto solo tre relazioni serie in tutti questi secoli con umani e sei stato male ogni maledetta volta, soprattutto la prima-

-la prima sono stato male perché è morto prima che io potessi anche solo rivelargli di essere un vampiro- sbottò Rakanja -e io ho scoperto della sua morte solo e soltanto perché sono andato a cercarlo visto che non mi rispondeva da due settimane alle lettere-

-già e la seconda volta che ti sei innamorato di un umano hai fatto l'errore di dirglielo letteralmente quasi subito e lui si è suicidato, troppo religioso per stare con un vampiro- Xadia sospirò notando come lo sguardo di quello che era il suo migliore amico si fosse adombrato -mi dispiace rivangare il passato ma tesoro tutti i ragazzi con i quali sei stato, umani, non hanno superato i trent'anni di vita. Non vorrei dirlo ma sembra come se tu avessi una maledizione addosso-

-non farò lo stesso errore quattro volte. Gabriel mi piace okay? E sembra anche un tipo okay a parte per il fatto che mangia troppo aglio-

-aspetta quella puzza di aglio era lui?- ringhiò Xadia -e poi pure uno con il nome di un arcangelo ti sei trovato?-

-Xadia non giudicare il libro dalla copertina- sussurrò Rakanja -mi piace davvero tanto e ci siamo anche già scambiati i numeri quindi ci rivedremo sicuramente-

-contento tu ma io non voglio avere niente a che fare con qualcuno che mangia aglio-

-Xadia l'aglio ci da solo fastidio, non ci uccide- le fece notare Rakanja -io lo sopporto volentieri-

-i cacciatori ci riempiono di aglio così tanto che ci stordisce! Sai che un altro dei nostri è stato ucciso ieri da dei cacciatori al Market Halls?-

-dei nostri o di quelli che seguono Kasakti?- chiese con calma Rakanaja.

-Kasakti-

-allora hanno fatto bene- sbottò il moro mentre Xadia si guardava intorno preoccupata.

-potresti smetterla di fare certi commenti quando non siamo sicuri di essere da soli? Kasakti già ti vuole morto e se continui a criticarlo per tutto non farà altro che ottenere realmente la tua testa per vie legali e diventerà il vampiro più forte-

-lo sembra già visto che tutti hanno letteralmente paura di lui! Anche i tuoi genitori non fanno altro che chinare il capo e stare in silenzio davanti alle sue trovate assurde-

-i miei genitori non vogliono finire come il resto della famiglia Šamaš e di tutte le altre famiglie che ormai non ci sono più perché sono andate contro Kasakti- sbottò Xadia -sei rimasto l'unico dei Šamaš per una fottuta ragione: perché non vogliono che Kasakti ottenga il potere di fare quello che vuole alla luce del sole ma credimi continuando con questo comportamento finirai veramente per farti uccidere da lui-

-Kasakti non mi ha ucciso insieme al resto della mia famiglia solo e soltanto perché si è intrufolato nella nostra casa di notte mentre io ero in un fottuto locale a bere- sussurrò Rakanja che per sua sfortuna ricordava quella sera come se fosse stata quella precedente anche se ormai erano passati più di cinquant'anni dall'avvenimento -non c'entrano niente le altre famiglie che sono rimaste a guardare in silenzio, sono solo state fortunate che io non fossi li con loro altrimenti Kasakti avrebbe avuto in mano tutti gli umani rendendoli i suoi giocattolini come fa con quei poveri bambini-

-Rakanja-

-lo sanno tutti che è lui che gestisce le arene di sangue ma nessuno muove un dito. Quanti di quei bambini devono morire per far si che qualcuno faccia qualcosa?-

-non possiamo fare niente e lo sai anche tu. Kasakti è troppo forte per poterlo bloccare-

-potremmo farlo se solo la metà delle famiglie rimaste non fosse composta da codardi Xadia. Io non voglio che altra gente soffra, soprattutto bambini innocenti- il moro prese un profondo respiro -tu non ci sei mai entrata in un'arena del sangue ma io si, centocinque anni fa con Luke, e credimi è uno spettacolo che ti fa male solo a vederlo. Non sono riuscito a bere sangue per una settimana perché avevo in mente sempre quei poveri bambini che combattevano, combattevano solo perché qualcuno voleva divertirsi e la loro unica colpa era quella di essere nati da una madre umana e un padre vampiro- e con poca voglia di continuare a chiacchierare con la sua migliore amica dopo quella conversazione Rakanja usò i suoi poteri da vampiro per poter tornare a casa il più velocemente possibile.

Il vampiro e il cacciatoreWhere stories live. Discover now