CAPITOLO 26 - LUI È JORGE

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Jorge mi guidò verso un posto lì vicino nel Lexon dove era presente un piano forte coperto da un gazebo al centro di una piazzetta. Non capivo perché mi avesse portato li. Jorge passò una mano sul piano e poi si sedette mettendo le sue mani sui tasti. «Tu sai suonarlo?» chiesi stupita. Quante cose non sapevo ancora di Jorge Blanco! Non disse niente, solo sorrise lievemente e iniziò a suonare qualcosa lasciandomi senza parole e totalmente rilassata. Poi iniziò a cantare qualcosa, una melodia che non mi suonava affatto nuova. Infatti, a metà canzone riuscii a cantare insieme a lui, perché conoscevo le parole. «Conosci questa canzone?» mi chiese Jorge, stupito. «L'ho sentita da qualche parte un paio di volte, ma non ricordo dove.» «Canti benissimo.» «Anche tu.» dissi arrossendo. «Non hai mai pensato di studiare canto?» «Ho studiato canto da piccola per 5 anni, credo che mi sia sufficiente. E tu?» chiesi ridendo «Oh, il mio è più un passatempo. Amo suonare la chitarra o il piano, ma cantare è qualcosa di secondario, sono un principiante» rise «Beh, canti davvero molto bene per essere un principiante.» «Oh, non farmi emozionare.» disse alzandosi e posizionando le sue mani attorno alla mia vita. «Oh, tu sei Jorge Blanco, il vero duro. Ricordi? Non puoi emozionarti.» risi picchiettando il mio indice sul suo petto. «Anche Jorge Blanco ha dei sentimenti. Sai? Solo che lo sta scoprendo solo adesso e a causa di una ragazza che in questo momento tiene tra le sue braccia, Jorge si sta indebolendo su questo punto di vista.» «Forse sarà un bene per lui addolcirsi sul punto di vista sentimentale.» ribadii ed era strano perché stavamo parlando di lui come se fosse un'altra persona. «Beh, lo spero. Perché non mi piacerebbe che si indebolisse anche in altri campi.» «Tranquillo, non accadrà.» sfiorai il suo naso con il mio per poi posare le mie labbra sulle sue e stampargli un bacio lento, dolce e calmo. Amavo quel ragazzo.

Era ormai passata la mezza notte e dovevamo tornare a casa. «Non mi va di tornare a casa.» disse Jorge come un bambino che stesse facendo i capricci. «E invece devi! e poi credo che tuo padre sia già andato via.» sbuffò, e senza dire niente ci avviammo verso casa. Dopo avermi accompagnato, Jorge se ne tornò a casa.

POVS JORGE

Avevo parcheggiato la mia auto e stavo scendendo per chiuderla e salirmene a casa. Avevo paura di scoprire cosa fosse successo in queste ore di assenza, con quell'uomo. Respirai profondamente prima di infilare la chiave nella serratura. Ma una voce mi fermò. «Jorge!» mi voltai e seduto in uno scalino, c'era mio padre. Era rimasto tutto questo tempo ad aspettarmi? «Ho bisogno di parlare con te.» disse solamente quasi supplicandomi. «Ti prego.» non dissi niente, solo restai immobile notando che lui si stesse avvicinando. «Cosa vuoi da me?» chiesi abbastanza nervoso e furioso allo stesso tempo. «Fatti guardare. Sei un uomo ormai.» «Non fingerti dispiaciuto di non avermi visto crescere.» «Non sto fingendo.» «Si che lo stai facendo. Sei stato tu ad abbandonarci. Sei stato tu a trattare male mamma! Sei stato tu a volerlo!» «Lo so, lo so.» disse abbassando lo sguardo. «Sarei stanco e non ho tutta la serata. Dimmi cosa vuoi e vattene via dalla mia vita per sempre.» forse ero stato troppo acido, ma era quel che si meritava. «Perdonami.» «Non è a me che devi chiedere perdono. Ma mamma è quella che hai trattato male.» «È capitato soltanto una volta che ho alzato le mani con lei ed è stata l'unica volta in cui l'hai visto tu. Quella maledetta volta, ed ero ubriaco Jorge!» Chiuse gli occhi al ricordo di quel momento. «E tutte le brutte parole che gli dicevi?» chinò lo sguardo, lasciandomi continuare. «Ci hai lasciati per divertirti con altre donne, non è così?» «Può darsi, non ricordo. È passato così tanto tempo. Ma sono anni che vi sto cercando per chiedervi perdono.» «Lasciami stare.» «Jorge, per favore.» «Lo sai quante cose sono successe in questi anni? Lo sai?? Lo sai che la mamma è stata così brava da non farci mancare nulla ed io sono stata un pessimo figlio? Io sono un delinquente, un teppista e un criminale! Questo a causa tua! Solo io ricordo le notti in cui la mamma ha pianto, solo io ricordo le grida ogni sera! Solo io ricordo tutto!» gridai più forte che potevo «Ti prego figliolo, abbassa al voce.» mi invitò «Ho bisogno di tempo.» dissi in fine, girandomi per salire a casa. «Ti chiedo solo di pensarci.» sentii che si avvicinò e mi voltai nuovamente «Questo è il mio indirizzo.» annuii e presi quel bigliettino che teneva tra le mani.

Innamorata di un bad boy. || LBWhere stories live. Discover now