CAPITOLO 13 - ABBRACCIAMI

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POV JORGE

Anche se lei non voleva vedermi, le parole di Peter mi suonavano nella mente e conoscendolo sapevo già che lo avrebbe fatto per davvero. Non sarei riuscito a dormire se non mi fossi accertato che tutto stesse andando bene. Stavo mettendo in pericolo la vita di una ragazza che non centrava niente con me e con la mia vita. Se solo avessi evitato di vederla altre volte, non l'avrei mischiata con queste merdate. 

Decisi così di passare sotto casa sua, solo per accertarmi che non ci fossero macchine estranee, o movimenti sconosciuti. «Cavolo!» già in lontananza, vidi che qualcosa non andava. La macchina di Peter era parcheggiata lì davanti e non di certo casualmente, semplicemente per farmelo vedere che era stato lì. Non ci misi più di 10 secondi ad essere lì davanti, con le mani sul campanello.

POV MARTINA

Aprii la porta, e stavo per chiuderla, quando sentii qualcuno entrare dopo di me e tapparmi la bocca.
Chi era? E soprattutto che voleva? Mi voltai con la forza e vidi un volto familiare, ero sicura di averlo già visto. «Chi sei tu?» chiesi non appena trovai il fiato. «Che vuoi da me? Vai via da casa mia!» gridai per farmi sentire, ma la mano di quello stupido tappò nuovamente la mia bocca. «Sssh, bambola! Se stai zitta non ti farò nulla. Voglio solo collaborare con te.» «Cosa?» dissi a fatica visto che la sua mano mi impediva di far comprendere le mie parole. Mi lasciò e mi invitò a sedermi sul divano. Non so perché, ma volevo sapere cosa avesse da dire. «Voglio solo che quello stronzo, veda la mia macchina parcheggiata qui fuori.» «Di chi stai parlando, scusa?» «Andiamo, dolcezza! Mi riferisco a Blanco.» socchiusi gli occhi restando in pensiero, perché ero sicura che.. Ah si! «Ecco chi sei!» urlai «..adesso ricordo!» dissi aggrottando la mia fronte guardandolo. Era quel ragazzo con cui ultimamente Jorge aveva fatto a botte e credo sia lo stesso che ha organizzato il rapimento di suo fratello, giorni fa. «Peter.» affermai, mentre lui emise una fastidiosissima risatina. «Vedo che ricordi anche il mio nome. Ottimo!» aggiunse avvicinandosi a me e alzando il mio mento con il suo indice. «Perché vuoi che ti veda qui? È un'altra strategia per attaccarlo?» chiesi quasi arrabbiata. «Diciamo di si.» ridacchiò, mentre io presi il cellulare per avvisare Jorge di non venire.

Proprio mentre stavo componendo il messaggio, me lo sentii sfilare dalle mani. «Non permetterti mai più. O ne pagherai le conseguenze.» mi guardo con sguardo terrificante, forse molto peggio di quello Jorge arrabbiato. «È tempo perso aspettarlo qui. Non verrà se non sa che sei qui ok?» «Verrà, perché gli ho detto che volevo venirti a trovare qualche giorno.» «Idiota.» feci uscire quasi sussurando dalle mie labbra. «Come..?» mi chiese con tono provocatorio e alzando le sopracciglia. «Niente.» sbuffai, mentre lui si avvicinò alla finestra per guardare se Jorge arrivava. «Come fai ad essere sicuro che verrà?» «Perché credo che tu gli importi.»

In quel momento restai immobile, non riuscii a far a meno di sorridere, senza farmene accorgermene. A Jorge importava di me? Sorrisi e poi cacciai quell'idea dalla mia mente. Era solo una frase detta da un teppista. «Ti sbagli.» lo fissai «io e lui siamo solo amici.» rise, facendomi rimanere ancora perplessa. «Quel delinquente è cotto di te, apri gli occhi!» Scossi il capo e mi diressi dove Peter aveva posato il mio cellulare, prendendolo per chiamare la polizia. «Adesso basta! Se non mi lasci in pace chiamerò la polizia!» urlai, quasi spaventata mentre un nodo mi aveva avvolto lo stomaco. «Fai pure..» mi invitò con tono quasi tranquillo come se sapesse che non avrei chiamato. «..ma chiamando la polizia anche il tuo amichetto si troverà nei guai, bambola.» le mie mani iniziarono a tremare e posai il telefono. Perché? Cosa centrava Jorge con tutto questo? Avrei voluto svegliarmi e accorgermi che tutto questo era stato solo un incubo. Mi voltai verso la mia parete e portai le mani tra i capelli dalla disperazione e pensando a cosa fare. Ma fui interrotta dalla voce di Peter. «Tombola!» ridacchiò allontanandosi dalla finestra e avvicinandosi a me. «Adesso tu farai la brava.» dissi con voce roca e silenziosamente. «Che vuoi fargli?» chiesi con le lacrime a gli occhi. Non potevo sopportare che Jorge soffrisse. «Non userò le mani se non per difendermi, voglio solo provocarlo.» «Ma perché..?» chiesi con voce tremante. «Perché tra di noi funziona così e lui deve pagare per un sacco di cose che tu non puoi sapere.» rise. Sentimmo suonare il campanello, mi stavo dirigendo ad aprire ma fui afferrata per il polso da Peter. «Lasciami!» urlai «sono stanca di questo giochetto!» conclusi a bassa voce. «Tu adesso farai quello che ti dico.» «Martina!!!» continuò a bussare ripetutamente Jorge urlando. Peter mi tappò la bocca con del nastro affinché io non parlassi e le mani con una corda che aveva portato chiudendomi a chiave nel mio bagno. Poi si diresse ad aprire, non avevo idea di quali fossero le sue intenzioni.

POV JORGE

Stavo per sfondare la porta, quando quel grandissimo lurido verme la aprì. Notai un sorrisetto soddisfatto nel suo volto e questo mi fece solo innervosire il doppio.
Lo presi per il colletto e non so con quale forza lo sollevai entrandolo dentro e sbattendolo a muro. Girandomi attorno velocemente non vidi Martina. «DOV'È MARTINA?» chiesi scandendo bene le parole, fissandolo dritto negli occhi. Lui rise e questo mi portò solo ad urlare di più. «Ti ho fatto una domanda!!!» «Beh..» ridacchiò nuovamente «Che le hai fatto?» «Oh, nulla di preoccupante. Perché ti importa di lei? Non dirmi che sei innamorato!» ridacchiò come per beffarsi di me. «E anche se fosse? Qual è il tuo problema Lanzani?» «Credo che tu sia arrivato tardi..» utilizzò quel tono fastidiosissimo e accompagnato dalle sue stupide risatine. Iniziai a tremare dalla rabbia e dalla paura contemporaneamente pensando al peggio. Non me lo sarei perdonato se fosse successo qualcosa a Martina. Non ci vidi più dalla rabbia e gli sferrai un pugno, allontanandomi da lui per guardarlo in faccia meglio. «Dimmi dov'è Martina.» gli ordinai urlando più che mai è solo dopo essermi zittito sentii un grido soffocato provenire dal bagno. Guardai Peter per l'ultima volta e mi diressi in bagno velocemente. Entrando, la vidi per terra con le ginocchia piegate, i polsi e le gambe legate è un nastro attorno alle labbra. Mi chinai accanto a lei sciogliendo i nodi che l'avvolgevano. Poi le presi il viso tra le mani, la guardai e l'abbracciai. Lei singhiozzava, aveva appena finito di piangere e i suoi occhi erano gonfi. L'abbracciai soltanto, aspettando che si calmasse.

POV MARTINA

Avevo sentito tutta la discussione tra Jorge e Peter e quel "E anche se fosse?" dette in risposta a Peter avevano provocato in me una sorta di farfalle allo stomaco. Quasi iniziavo a credere che Peter potesse avere ragione e che forse a Jorge importavo almeno un po'. Tra quelle braccia stavo così bene e sentivo che niente mi avesse fatto male quando stavo li. «Che ti ha fatto?» mi chiese poi fissandomi e iniziando a tremare come se fosse spaventato della mia risposta «Ehi Jorge, calma..» poggiai le mie mani sulle sue. «Mi ha solo legata è chiusa qui dentro. Ha detto che voleva solo provocarti facendosi trovare qui e facendoti credere chissà cosa.» mi guardò confuso, poi mi aiutò ad alzarmi. «Abbracciami Jorge.» lo supplicai guardandolo e non esitò nemmeno un secondo perché ero già nuovamente tra le sue braccia.

Dopo avermi rassicurato, Peter era già fuggito e Jorge aveva detto che gliel'avrebbe fatta pagare. Ci eravamo seduti sul divano e lui si teneva le mani a pugni stretti sotto al mento. «Quindi voleva solo provocarmi?» «Si, sembrava così sicuro che tu saresti venuto.» sospirò «Ha detto che crede che tu sia cotto di me.» dissi d'un tratto diventando più seria che mai. Lo vidi voltarsi di scatto, poi senza rispondere si alzò velocemente dal divano guardando il suo orologio da polso ignorando come sempre la mia frase. «Sono già le undici e mezza, devo andare.» mi alzai e lo afferrai per il polso. «Ti prego non andare.» avevo l'aria di supplica e questo mi faceva apparire del tutto stupida. Abbassò lo sguardo, fissando la mia mano che stringeva il suo polso. «Non ora.» conclusi. Non volevo davvero che andasse via, non dopo quello che era successo. Continuava a tenere le sguardo chino. «Jorge.» lo chiamai affinché prestasse attenzione a me guardandomi negli occhi, fin quando non alzò lo sguardo. «Credo che tu ormai abbia capito che io sono..» si portò le mani sulle orecchie e chiuse gli occhi interrompendomi. «Per favore non dirmelo!» urlò come un isterico lasciandomi immobile a fissarlo. Sapeva già che stavo per dirgli "innamorata"? «Jorge..» lo chiamai dolcemente. «Di cosa hai paura?» «Del fatto che io e te non dovremmo nemmeno essere amici, ti sto mettendo nei guai senza nemmeno accorgermene. Per favore, lasciami in pace, fallo adesso, dopo potrebbe essere tardi. Non sono l'uomo per te, non sono il solito ragazzo che fin ora hai frequentato. Anzi, a dire il vero non ho nulla in comune nemmeno con quelli che non hai frequentato. Credimi, se i tuoi genitori sapessero chi frequenti ti farebbero tornare in Italia in un batter d'occhio.» «No Jorge..» scossi il capo «Sono sicura che c'è dell'altro.» sospirò, poi si sedette sul divano. «Non ti riguarda il mio passato.»

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Ecco un nuovo capitolo. Confesserà Jorge a Martina il suo problema? Cosa accadrà tra i due? E se Jorge iniziasse a cambiare? Se le rileverebbe il suo amore? E se l'arrivo inaspettato di una persona complicherebbe la situazione?

Ah ps. Vorrei chiedere a chi segue questa storia di lasciare una stellina, solo per capire quante di voi seguono questa storia!

Grazie, vi amo!

Innamorata di un bad boy. || LBWhere stories live. Discover now