CAPITOLO 7 - PREOCCUPAZIONE

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POV MARTINA

Jorge aprì la porta e stava per uscire quando la mia voce lo fermò. "Jorge! Aspetta.." 

Lo vidi voltarsi, ma non mi guardò in viso.  "Io ho.." non sapevo cosa dire, perché a dire il vero non sapevo nemmeno il motivo per cui lo avevo fermato. "Insomma, tu.." ancora prima che io potessi finire la frase lo vidi scuotere il capo ed assumere quell'espressione seria con cui lo avevo conosciuto. "E' meglio che io vada." - "Ma.." -"Martina, non farti illusioni. Sai benissimo come la penso. Non vorrei che fraintendessi le cose." abbassai lo sguardo un po' delusa, ma infondo sì, lui mi aveva avvisata sin dal primo giorno. "Non mi innamoro di una persona che conosco da poco più di una settimana, se questo ti può aiutare." Non ne ero innamorata, sicuramente, ma devo ammettere che Jorge mi piaceva. Era interessante e soprattutto era strano il modo in cui mi sentivo quando ero con lui. Avrei tanto voluto conoscerlo più a fondo, ma sapevo già che se lo avessi fatto, sarebbe stato esclusivamente per esserle amica. "Beh, io non mi innamoro e basta." quelle parole furono come una fitta profonda al cuore, tanto forte da non lasciarmi parole per rispondere. Annuii semplicemente con il capo. "Buonanotte" aprì nuovamente la porta, questa volta tanto rapidamente da uscire e chiuderla senza voltarsi nemmeno. Mi sedetti sul mio divano di pelle bianco e inizia a pensare. Davvero, non riuscivo a capire come potevo stare tanto male per una persona che non solo, non conoscevo da molto tempo, ma per qualcuno che non avrebbe potuto darmi niente di positivo se non problemi. E poi, è anche una cattiva persona. Ma su dai! Jorge non è cattivo, anche se molti lo dicono. Senza nemmeno accorgermene, avvolta dai quei stupidi pensieri mi addormentai.

La mattina seguente, fui svegliata dal suono del campanello. Mi alzai, e mi guardai allo specchio sistemandomi rapidamente qualche ciocca di capelli fuori posto, così da non dare l'impressione di un vero e proprio zombie. Strofinandomi l'occhio con le dita aprii la porta. "Tinii!" esclamò una voce tutta contenta abbracciandomi. "Ruggero!!" Ruggero era un buon amico da quando vivevo a Buenos Aires, era diventato una sorta di migliore amico. Anche perché conoscevo davvero così pochi ragazzi ancora lì. "Non hai un bell'aspetto, sai?" ridacchiò spingendomi dentro per entrare. "Ehi, mi sono appena svegliata!" "Ops, scusami. Non credevo stessi dormendo. Sono passato semplicemente per dirti due cosine." lo vidi diventare quasi serio d'un tratto e sedersi in una delle sedie del tavolo. "Vuoi del caffè?" chiesi "Si, grazie." - "Perfetto." misi la cialda nella macchinetta e aspettai che il caffè fosse sceso prima di darglielo. "Bene, dimmi." dissi sedendomi di fronte a lui. "Ti ho visto con un tipo l'altro giorno, al locale." esplosi in una risata. "Guarda che è semplicemente un amico, se non ti ho detto nulla è perché non c'è nulla da dire." risi, dandogli uno spintone sulla spalla, scherzosamente  "Martina, sono serio."  disse, cambiando tono della voce. Deglutii a quelle parole. "Come conosci quel ragazzo?" mi chiese qualche attimo dopo. "Mi ha salvata, una sera. Ero finita in uno dei quartieri più pericolosi di Buenos Aires, ed un ragazzo mi stava dando fastidio. Lui mi ha aiutata." - "Quel quartiere era per caso il Lexon?" - "Si, credo si chiami così." -"E quel tipo è per caso Jorge Blanco?" annuii solamente, immaginavo già le parole che avrebbe detto da lì a poco. Spalancò gli occhi e poi scosse il capo. "Martina! Ma sai almeno chi è?" aveva una voce preoccupata. "Si, lo so. So benissimo che tutti dicono che sia una cattiva persona, che non cerca storie serie e bla bla bla." sbuffai stufa di sentire sempre le solite storie e avvertimenti su di lui. "Ma, è solo un amico. E' solo un a- m - i c- o." dissi, lentamente come per fare lo spelling. "E se mi ha salvata e aiutata quella sera non posso reputarla una cattiva persona. Non dovreste giudicare così rapidamente la gente solo per quello che la gente dice. Non è bello, sai?" conclusi. "Martina, sono italiano anch'io. Ma vivo in Argentina già da 5 anni, conosco molte più cose di te qui, lui compreso. Non sai quante cose ha combinato, in quanti guai si è cacciato e quante ne ha provocato. Non dovresti nemmeno essere sua amica. Vuoi davvero essere associata a questa persona? Cosa dirà la casa di moda di cui stai aspettando la chiamata se dovesse uscire qualche articolo di qualche stronzata che combinerà quel tipo e tu dovessi accidentalmente essere con lui?" sospirai e deglutii subito dopo "Davvero Jorge Blanco è così pericoloso?" - "Più di quanto pensi." - "Ma non sembra. Insomma, io non potrei definirlo così. Ok, devo ammettere che molte volte e testardo, arrogante, orgoglioso, ma non sì è mai comportato male a tal punto da farmi pensare quello che tutti dite. C'è sicuramente una ragione se lui fa così, magari ha solo bisogno di aiuto. E io voglio solo aiutarlo." Nonostante ciò che era appena uscito dalla bocca di Ruggero, non avevo intenzione  di allontanarlo definitivamente. "Martina, mi sento in dovere di proteggerti, sei qui da sola, hai 19 anni e se i tuoi genitori sapessero di tutto questo, non ti permetterebbero nemmeno di uscire. Anzi, ti obbligherebbero a tornare immediatamente in Italia. Per favore, ascoltami." la sua voce era diventata un mix di preoccupazione e suppliche. Non volevo farlo preoccupare, non volevo preoccupare i miei, e onestamente non volevo nemmeno io una vita in pericolo. Sbuffai ancora una volta, ma questa volta abbassando lo sguardo, annuii. "Non lo rivedrai più?" scossi il capo. "Mai più."

Passarono 5 giorni da quella mattina in cui Ruggero era venuto a trovarmi, e in quei 5 giorni ero uscita con Mer, Xabi e Ruggero ma non avevo più visto, né sentito Jorge. Avevo lavorato ogni sera, ma non era più venuto a trovarmi. Chissà cosa stesse facendo e in quale altro guaio si era cacciato. Ma forse era meglio così, la nostra ultima conversazione era stata chiara. E se anche lui era sparito, significa che evidentemente aveva preferito così. Mi sarei abituata a quel silenzio. Alla fine avevo i miei amici lì con me, un lavoro e mille domande di alcuni brand famosi a cui rispondere. 

 Passò un'altra settimana, era venerdì sera e dopo aver finito il mio turno di lavoro alle 22.30 presi la mia macchina e tornai a casa. Insieme a tutto il resto di persone e di macchine che circondavano il mio allegro quartiere, una macchina parcheggiata proprio davanti casa mia attirò la mia attenzione. E senza dubbio, quella era la macchina di Jorge. Cercai di evitare di guardare dentro la macchina, passando accanto al finestrino e ignorandolo. Volevo evitarlo, proprio come avevo promesso a Ruggero. Così mi avvicinai alla porta di casa mia infilando le chiavi nella serratura per aprire. Sentii uno sportello alle mie spalle chiudersi violentemente. "Martina!" mi chiamò, mentre io continuavo a dargli le spalle. La sua voce era abbastanza preoccupata ma lo ignorai ugualmente. "Martina, per favore. Devi aiutarmi!" concluse.

Alloraaaaaaaaaa? Ragazze ecco un nuovo capitolo. Cosa sarà successo? Perché Jorge è tanto preoccupato? Chissà cosa sarà successo, al duro Jorge Blanco, di tanto spiacevole per cercare aiuto. Per scoprirlo continuate a leggermi. 

Innamorata di un bad boy. || LBWhere stories live. Discover now