CAPITOLO 11 - STAI ZITTA!

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POV MARTINA

Come poteva chiedermi di baciarlo? Per quale motivo? Solo per esibirsi davanti a Ruggero? Ma per chi mi aveva scambiata? Io non bacio la gente per gioco. «Per chi mi hai scambiato?» chiesi con una voce così bassa e fine che dubitai mi avesse sentito. Mi voltai verso Ruggero, quasi con le lacrime a gli occhi. «Perdonalo.» Mi voltai e mi incamminai per fuggire verso la mia macchina.

POV JORGE

Ma cosa mi era preso? Perché le avevo chiesto di baciarmi? Sono un vero cretino. Mentre lei si allontanava quasi piangendo lasciando il mio cuore in tanti piccoli pezzi, vidi Ruggero seguirla, chiamandola. Io invece restai lì immobile, vedendo invece avvicinare una figura verso di me. Era Diego. «Jorge!» «Ehi.» «Ma cosa...?» chiese indicando con il pollice Martina che fuggiva. «Lascia stare è una lunga storia. Andiamo!» gli ordinai. «Andiamo. Ma al magazzino mi racconterai tutto.»

Non appena fummo nel nostro magazzino segreto (posto conosciuto solo da noi cinque e in cui riunivamo spesso) con diversi strumenti musicali, alcuni rubati esclusivamente per gioco o per fare un dispetto a qualcuno e arredato con due divani un tavolo e delle sedie, presi la mia chitarra dalla custodia, e mi appoggiai sul muretto a suonarla. Forse ero stato uno stupido a non seguire Martina, forse dovevo chiamarla e spiegargli il mio comportamento. Ma cosa avrei dovuto dirgli? Non sapevo nemmeno io il perché di quel gesto. A volte amo provocare le persone solo per il gusto di infastidirle.  «Ehi, amico..» mi diede una pacca sulla spalla Diego. «Vuoi parlarne?» «Non c'è niente di cui parlare.» forse usai un tono acido, ma Diego era il mio migliore amico e mi avrebbe capito. «Io invece credo che ci siamo molto di cui parlare.» sbuffai, ma non risposi. «Io credo che questa ragazza, stia facendo tornare il vecchio Jorge. Quello di 5 anni fa... ti ricordi di lui?» «No!» sbottai a voce alta e alzai il capo di scatto fissandolo. «Questo mai! Quel Jorge non tornerà mai più, chiaro?» mi alzai e poggiai la mia chitarra a muro, e mi sedetti sul divano per allontanarmi da Diego. Tentativo vano visto che mi seguì. «Non puoi cancellare una parte di te Jorge. L'hai solo messa da parte, per il tuo orgoglio o per il tuo passato. Stai solo aspettando la persona giusta per farla riemergere.» «Diego! Che ti prende? Non ricordi chi siamo? Siamo i Rolex, noi non ci innamoriamo, noi usiamo le ragazze e facciamo tutto quello che ci pare senza badare alle conseguenze. Smettila di dire sciocchezze!» «Io credo che dovresti iniziare a fare un po' di ordine nella tua mente Jorge! Credo che quella ragazza ti stia cambiando.» «Smettila!» urlai «Non è vero!» vidi Diego scuotere il capo e ridere. «Ricorda che puoi mentire a me, a lei e a chi vuoi. Ma non a te stesso.» mi disse infine puntandomi il dito su una spalla come per spingermi. «Adesso basta.» diedi una pedata al cestino della spazzatura e aprendo il portone del magazzino andai via dirigendomi con la macchina a casa mia. Forse aveva ragione? No, non poteva avere ragione, io non mi innamoro. È da 5 anni che non mi innamoro, sono 5 anni che non ho una ragazza fissa e che non cerco relazioni serie. Non fanno più per me. Sì, 5 anni, da quella stupida volta in cui sono stato tradito da una ragazza a cui avevo dato tutto me stesso. La stessa da cui sono sono stato umiliato. Mai più farò lo stesso errore, mai più donerò il mio amore ad una donna. Perché io non ho più sentimenti, si sono spenti, sono morti insieme all'amore che provavo per lei. Come se avessi premuto OFF, o forse, come se avessi direttamente staccato la spina.

Non appena arrivai, parcheggiai la mia macchina giù, e aprii velocemente la porta di casa mia e senza salutare nessuno salii di sopra nella mia camera, chiudendo con violenza la porta alle mie spalle. Restai qualche minuto a pensare e ripensare a quello che avevo appena chiesto a quella povera ragazza, quando fui interrotto dall'aprirsi della porta di camera mia. «Jorge..» era mia sorella che entrando, chiuse la porta e si avvicinò al mio letto. La ignorai. «So benissimo che il nostro rapporto non è dei migliori, che spesso non sembriamo nemmeno parenti e che passiamo più tempo in luoghi diversi che sotto lo stesso tetto. Ma adesso che siamo qui entrambi vorrei approfittarne..» disse sedendosi sul letto accanto a me. «..volevo solo che sapessi che se mai dovessi avere bisogno di qualcuno con cui parlare, hai una sorella pronta ad ascoltarti. Insomma, sai benissimo che ti odio perché a casa non ci sei mai, perché la tua vita fa schifo, perché ti cacci sempre nei guai, perché crei casini e fai stare male mamma e me e perché sei uno stronzo.. Però sei mio fratello e anche se può sembrare contraddittorio infondo ti voglio bene. Quindi per qualsiasi bisogno, sai dove trovarmi.» wow, mia sorella ci sapeva davvero fare con le parole! Mi aveva colpito parecchio, nonostante le accuse che avevo ricevuto così una dopo l'altra, ma il mio orgoglio mi impediva di parlare. «oh, ok. Come sempre non vuoi parlare. Però volevo solo che lo sapessi.» si alzò per andare, ma prima che raggiungesse la porta la fermai. «Helen..» si voltò. «Grazie per le parole e per la disponibilità nell'aiutarmi. Valuterò questa tua proposta.» risi e lei annuì accennando un sorriso, uscendo fuori dalla porta. In fondo le volevo bene davvero.

Passò un'ora e decisi di dirigermi da Martina, le dovevo le mie scuse per il mio comportamento.

Non appena fui sotto casa sua, sospirai prima di suonare il campanello.

POV MARTINA

Erano già passate due ore da quello spiacevole incontro, avevo rifiutato di parlare con Ruggero e con chiunque. Volevo starmene da sola, non avrei accettato la predica di nessuno in quel momento. Fino a quando non suonò il campanello di casa mia. Aprii, ma non appena vidi il volto di Jorge dietro la porta feci per richiudere, ma fui impedita dal suo piede che con forza mi impedì di richiudere. «Jorge va' via!» gli ordinai. «No aspetta, ho bisogno di parlarti!» «Vai via ti ho detto!» «Non vado via, non prima che tu mi abbia ascoltato!» alzò il tono della voce e spinse la porta per entrare. La chiuse e si appoggiò su di essa, mentre io stavo con lo sguardo abbassato incavolata e delusa. «Perdonami, non so che mi è preso. Volevo solo farla pagare a quel bamboccio che mi ha trattato in quel modo.» «Tu volevi usarmi Jorge..» «..no!» «e invece si! Pensa, se lo avrei fatto davvero..se ti avessi baciato, come ci sarei stata io dopo sapendo che non hai voluto quel bacio per amore, ma solo per fare un dispetto a qualcuno?» «Lo so, lo so.» «No Jorge, non lo sai! Perché tu sei quello che non crede nell'amore! Perché tu sei quello che usa le ragazze!» alzai il mio tono di voce, trattenendo le mie lacrime. «Perché tu sei quello che non si innamora, quello senza cuore. Che può permettersi di far innamorare e di lasciare fregate le ragazze! Dovresti starmi lontano Jorge. Tu dovresti smettere di cercarmi!» continuai a gridare puntando il mio dito contro di lui. « anch'io sono stato innamorato!!» gridò ad un tratto per zittirmi, ma lo ignorai. Ero troppo nervosa per ascoltare cosa dicesse lui. Così continuai gridando, il mio discorso. «Tu sei il ragazzo duro, spezza cuore e che illude le persone!» «Ti ho appena detto che anche io ho creduto nell'amore una volta!» gridò ancora più forte, mentre io continuavo ad ignorare quelle parole come se non capissi quello che stava dicendo. «..sei il solito bad boy che va in giro per le strade de Lexon facendo sbavare chiunque, cambiando una ragazza ogni sera!!» «Dannazione, stai zitta!» qualcosa mi impedì di continuare a parlare, perché sentii le sue mani prendere il mio viso e due labbra calde premere sulle mie con forza, lasciandomi completamente senza respiro. Jorge Blanco mi aveva appena zittita baciandomi?

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Questo si che è un nuovissimo capitolo unico, ricco e pieno di sorprese! Ecco ancora che nuovo segreti vengono svelati. Ma come reagirà Martina a questo bacio?
Grazie per leggermi, vi amo!

Innamorata di un bad boy. || LBWhere stories live. Discover now