Capitolo 3

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Era ormai una settimana che Laura piangeva ininterrottamente e non riusciva più a smettere. 7 giorni. 7 giorni che non vedeva Niall. 7 giorni che non ascoltava musica di Niall. 7 giorni che piangeva, perchè aveva paura di quello che per 9 anni era stato la sua unica salvezza.

Quel giorno sarebbe dovuta tornare a casa del ragazzo, ma il solo pensiero le metteva i brividi. Continuava a sperare che fosse tutto solo un brutto sogno, che si sarebbe svegliata e avrebbe ritrovato il Niall solare e divertente che tanto la faceva star bene. Ma non era così purtroppo, e da Niall ci doveva andare. Così andò.

Entrò nell'appartamento del cantante con la sua copia di chiavi e fece il più piano possibile, per non disturbarlo, ma lui era già dall'altra parte della porta, ad aspettarla.

Niall aveva pensato parecchio in quei 7 giorni. Anche lui, come la ragazza, era rimasto parecchio sconvolto dal suo discorsetto intimidatorio. Lui non faceva così, non era assolutamente da lui comportarsi così. Eppure lo aveva fatto, e anche se al momento non aveva fatto nulla per rimediare, si era accorto benissimo del dolore che quelle parole avevano causato alla ragazza. Ed era pronto a rimediare.

Laura sobbalzò leggermente appena lo vide, ma non disse nulla, cercò di essere il più invisibile possibile, come le aveva detto di fare.

"Ciao"

Fu lui a salutarla, ma lei non ricambiò.

"Io...ti devo delle scuse, delle immense scuse in realtà...". Mentre parlava cercò di avvicinarsi alla ragazza, ma lei indietreggiava, sempre di più, fino a sentire la schiena a contatto con la porta.

"Hai paura di me?", domandò Niall.

"Dovrei averne?", rispose lei.

"No, Dio no, assolutamente no. Non farei mai del male ad una mosca, puoi credermi. Mi dispiace immensamente per la settimana scorsa Laura. Non è un buon periodo...per me...lo sai anche tu molto probabilmente... Non avrei dovuto parlarti in quel modo, dirti quelle cose. E non era mia intenzione spaventarti."

"Non è per quello che hai detto...ma per come lo hai detto...non sembravi più tu."

"Perdonami."

Lei annuì solamente in risposta, mentre Niall sorrise, probabilmente per la prima volta dopo mesi.

"Ti lascio lavorare allora", disse, per poi sparire verso il suo studio.

Laura respirò profondamente, cercando di rilassarsi un po'. Si era scusato, quindi forse tanto mostro non era, forse avrebbe potuto davvero fidarsi. Si mise a lavorare e cercò di non pensarci più, probabilmente era solo stata una brutta giornata per Niall quella della settimana prima.

Era passata un'ora e Niall non si era più visto, per questo, quando suonò il campanello, andò la ragazza ad aprire. Era Albert, il portiere.

"Buongiorno signorina, è arrivato questo pacco per Niall. Di solito scende lui a ritirarli ma questo mi occupava un po' troppo spazio".

"Grazie mille, lo appoggi pure qui."

"Buona giornata"

"A lei!"

Richiuse la porta, poi si diresse verso lo studio, giusto in tempo per sentire un "fanculo!" provenire dalla stanza. Tempismo perfetto.

Bussò delicatamente.

"Che vuoi?!"

Umore perfetto.

Aprì la porta ed entrò, pentendosene subito. "Ti ho forse detto di entrare?!", urlò il ragazzo seduto alla scrivania e circondato da fogli di carta accartocciati.

If I Could Fly | Niall HoranWhere stories live. Discover now