12. Dolore.

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Jasmin

Oggi sono molto felice. Il mio papà è appena tornato da lavoro e ora sta giocando con me con le costruzioni.

Stiamo costruendo una bellissima casa colorata.

<<Papà mi prometti che non mi abbandonerai mai?>> Gli chiedo, per poi avvicinarmi a lui e abbracciarlo.

<<Te lo prometto, piccola mia>> risponde, mentre mi accarezza i capelli.

Lui è sempre così gentile con me, è il papà migliore del mondo.

Ma all'improvviso io e il mio papà non ci troviamo più nel salotto, non stiamo più giocando con le costruzioni...

Ci troviamo nella mia cameretta, tutto è buio e lui mi sta toccando.

<<Papà, lasciami! Lasciami, papà!>>

Piango, urlo... Ma non la smette.

A lui non interessa il mio dolore. Non gli interessa ferirmi. Non gli interessa se con il suo comportamento mi uccide ogni volta.

<<Fiorellino, svegliati!>>

Nelle mie urla infernali riesco a sentire la voce del nonno. Mi sta chiamando. 

Mi sta salvando da questo incubo.

Le palpebre sono ancora pesanti. Provo quasi difficoltà nell'aprire gli occhi.

Ho ancora il cuore che mi pulsa nel petto a una velocità inaccettabile.

Per fortuna era solo un incubo.

<<Jasmin, tesoro. Come ti senti?>> Mi chiede mia nonna Caterina con le lacrime agli occhi.

Anche mio nonno Mauro si avvicina e noto che ha un rosario in mano.

Stavano pregando per me, affinché io mi risvegliassi.

I miei tesori...

<<Mi fa tanto male la testa>> dico.

Probabilmente quando sono svenuta avrò sbattuto la testa da qualche parte.

La nonna subito mi accoglie in un abbraccio e subito dopo ci raggiunge anche il nonno, proteggendo entrambe con le sue braccia.

Ed è proprio quando inizio a sentire il calore di quell'abbraccio, che dei colpi violenti alla porta mi fanno sobbalzare.

No! Chi è? Non può essere lui! Non deve essere lui! E se fosse venuto a prendermi?

<<Fiorellino tranquilla. Se dovesse essere lui lo mando via a calci>> mi tranquillizza mio nonno, quando nota che ho iniziato a tremare.

Lo vedo uscire fuori dalla mia camera e i passi sulle scale mi fanno capire che si sta dirigendo all'entrata.

<<Mia piccola Jasmin, ti proteggiamo noi. Qualunque cosa lui ti abbia fatto, ora non può più farti del male.>>

Quelle parole di mia nonna sono sufficienti a farmi pizzicare così forte gli occhi da non riuscire a trattenere le lacrime.

Una sensazione pesante si posiziona proprio sul mio stomaco, rendendomi difficile respirare.

Devi calmarti. Sei al sicuro qui. Non può farti nulla.

A causa dell'ansia ho persino l'affanno.

<<Perché sei tornato? Jasmin non vuole vederti, te l'avevo detto!>> Urla mio nonno.

Lo sapevo. È lui. È tornato.

Jake Wilson, il mio Inferno, è tornato da me.

<<Senti Mauro non farmi perdere tempo. Dove sta mia figlia?>>

InfinityWhere stories live. Discover now