41 - Un po' bugiardo

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- Vattene e lasciami passare.- sibilai furiosa.

Il suo sguardo ambrato scivolò su di me per qualche istante e con uno sorriso divertito domandò:- Per andare dove? A lamentarti di me con le tue amiche? -

- Che cosa sei venuto a fare qui?!- sbottai innervosita dal suo atteggiamento.

In quell'istante sentii la sua mano afferrare il mio braccio e i suoi occhi mi fissarono seri: - A trascinare il tuo bel culo sulla moto in fondo al sentiero per portarti in stazione e metterti sul primo treno in partenza.- 

Provai a scostarmi da lui, ma la sua presa, benchè non mi facesse male, era ferrea e i suoi occhi si tinsero di nero, impartendo un ordine silenzioso che mi travolse le tempie con una familiare fitta.

- Vieni con me e torna a casa.-

Il suo sguardo così intenso accese come una fiamma la connessione che ci univa e d'un tratto sentii nuovamente le mie gambe cedere, pronte ad esaudire ogni suo volere, pronte a seguirlo, incapace di resistergli.  Chiusi gli occhi per un istante, per spezzare quel dannato legame e provai ad ignorare quella sua voce profonda che mi faceva tremare. Strinsi i pugni per la rabbia  e con un tono profondamente ferito sibilai: - Non osare...non osare usare la connessione dopo quello che hai detto.-

- Cosa avrei detto?- domandò con uno strano sorriso.

- Lo sai.- ribattei furibonda, ripensando alle sue parole: "E' cambiato tutto e puoi restare qui in attesa di un compagno che non c'è più oppure andartene". 

Seccata provai ad allontanarmi ancora da lui, ormai sul bordo di una roccia che sporgeva sull'acqua profonda. La sua stretta si fece più salda ed un sorriso malizioso comparve sul suo viso a pochi centimetri dal mio:- Forse dovevi dire alla tua amica che a volte sono un po' bugiardo.-

Decisamente fuori di me dalla rabbia, sollevai una mano col desiderio di colpirlo:- Non sei un po' bugiardo, sei uno stronzo!-

Lui sgranò gli occhi e senza difficoltà afferrò la mia mano bloccandola, io provai a divincolarmi, ma nel farlo persi l'equilibrio, trascinando entrambi con un tuffo nel lago.

L'acqua sembrò mozzarmi il fiato e anestetizzare la rabbia che provavo, riemersi rendendomi immediatamente conto di non riuscire a toccare il fondo e prima che la paura potesse prendere il sopravvento fu Stefano a cingermi i fianchi con un braccio e sostenermi. Lo guardai spaventata tossendo.

- Sono qui, non preoccuparti. - 

Quattro parole che ebbero il potere di rasserenarmi e mi ritrovai a pensare a quanto avevo desiderato udirle in tutti quei mesi e a come fosse stato crudele da parte sua nel negarmele. 

- E' gelida...- balbettai, battendo i denti, pensando a come fosse assurdo che Beatrice riuscisse a nuotarci tranquillamente.

Lui sorrise divertito, con i capelli corti bagnati e gli occhi luminosi:- Tieniti a me imbranata...- 

E senza farmelo ripetere due volte mi aggrappai al suo collo e alla sua schiena decisamente bollenti in attesa di giungere a riva.  Per quanto quell'abbraccio fosse ristoratore mi staccai da lui non appena sentii la ghiaia sotto i piedi, camminando furiosa verso la riva, con i vestiti fradici sferzati dal vento. Non aveva il diritto dopo quello che aveva detto ad usare il nostro legame per convincermi a seguirlo, non aveva più diritto alla mia fiducia dopo che era sparito per mesi ed io volevo solo allontanarmi per timore che il calore di quel suo abbraccio mi facesse cambiare idea.

- Dove vai?- chiese risentito, come offeso che avessi interrotto quel contatto e che lo avessi lasciato lì senza dire una parola.

- A lamentarmi di quanto sei stronzo!- sibilai tremante non so se per il freddo o la rabbia.

Wizard - The W seriesWhere stories live. Discover now