16 - Nel bosco - S.B. (3)

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12 Ottobre 2002 (Seconda Parte)

Era vero, decisamente la piccola lupa conosceva anche quelle montagne e quei boschi, l'unica cosa che sembrava non conoscere o deliberatamente ignorare era la mia prestanza fisica..

-Aliii! Possibile che rimani sempre così indietro?! Non arriveremo mai ai laghetti se ti fermi a fotografare ogni sasso!-

Decisamente affaticata ignoravo i suoi lamenti e a poco a poco mi arrampicavo dietro di lei. Avevo portato con me una piccola macchina fotografica, un regalo di mio papà, e ne approfittavo per scattare qualche foto agli scorci di quel bosco cosparso dai primi colori dell'autunno. Era molto rilassante e mi era sembrato decisamente un buon alibi per due ragazze nei boschi: decisamente potevamo sembrare due turiste.

-Guarda che mi trasformo e ti lascio qui!-

A quelle parole affrettai il passo e, una volta raggiunta in cima al sentiero, ansimai:- Bea!! Ti ...prego... abbiamo promesso...a Marco... di non dare nell'occhio!-

-Tranquilla, tranquilla, respira...ci siamo solo noi! E poi cosa credi? Che non mi sgranchirò le zampe per tutte queste settimane? Lo sai che non resisto...è...è ...contro natura!- mi spiegò lei di nuovo sorridente in mezzo al bosco.

-Io...io non so cosa tu abbia in mente...ma sono già sfinita... sono ancora tanto lontani questi laghetti?- chiesi esausta.

Lei sorrise scuotendo la testa:- I laghetti per tutti, li abbiamo già passati...ti sto portando in un posto più bello!- e poi attraversando del fogliame a lato del sentiero mormorò: - Vieni per questa scorciatoia...manca poco.-

La seguii stancamente in quel turbinio verde e arancione, percependo ad ogni passo il crepitio delle prime foglie cadute sotto i nostri piedi e il profumo di sottobosco che si alzava e inebriava le nostre narici. Avevo come l'impressione che da quando Stefano se n'era andato i miei sensi funzionassero meglio, e non riuscivo a capire se era solo una mia impressione, o se invece qualcosa in me era decisamente cambiato. Il tatuaggio sulla mia spalla non aveva più brillato dopo l'arrivo della Lupa di Roma, ma non avevo dimenticato lo sguardo di Pablo che lo fissava preoccupato, come un pericolo imminente.

Stranamente la mia sorte, il mio destino come Custode del Santuario di Limes non mi importava in quel momento, ero decisa a staccare per una volta da tutto e quindi mi lasciai trasportare dalla piccola lupa e dal fiume. Fu seguendolo che d'un tratto ci trovammo davanti una piccola spiaggia di sabbia grigia finissima con davanti una pozza d'acqua verde limpida immersa nel bosco.

Estasiata dalla vista scattai una foto: sembrava un posto magico, quasi come le Sorgenti di Limes e a quel pensiero un po' di malinconia mi attraversò il cuore, pensando a come in una pozza simile, la notte di capodanno era cominciato tutto.

-...i laghetti sono belli, ma queste pozze...questa spiaggia...sono sempre state il mio rifugio quando venivamo qui.-

La voce di Bea attirò la mia attenzione, allontanandomi dai ricordi e quando mi voltai a guardarla sgranai gli occhi nel vederla senza vestiti:- Bea! Ma che diamine?!-

-Faccio un bagno!- si giustificò lei, con la pelle chiara scoperta e i capelli biondi al vento, totalmente insensibile al primo freddo autunnale. Nessuno avrebbe detto che quell'adolescente di quaranta chili si fosse divorata una dozzina di focacce, nè tanto meno che avrebbe potuto trasformarsi da un momento all'altro in un grosso licantropo dal pelo quasi dorato.

 -...se poi casualmente non dovessi riemergere saprai che mi sono trasformata.-

-Bea!- feci allarmata guardandomi attorno.

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