25 - Focaccia al mattino e S.B. (7)

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24 Ottobre 2002 (Seconda parte)

Dopo quell'incontro nemmeno la camomilla più concentrata del mondo mi avrebbe concesso di riposare, tornai spaventata nel mio letto e seduta, guardando Beatrice dormire, rabbrividii al pensiero di restare ancora qualche giorno sotto lo stesso tetto di Furio Botina.

Decisamente il mio istinto mi diceva di fuggire lontano, di non restare in quel paese infestato da streghe, soprattutto con l'avvicinarsi della loro festa. Per quale dannato motivo Furio Botina aveva esordito in quel modo quella sera? C'entrava forse la nuova Apprendista? Nei giorni precedenti non era stato molto loquace, ma a parte il suo sguardo sospettoso quel giorno nella Fucina era sempre stato molto cordiale con me.

Non riuscivo a capire cosa fosse cambiato, ma quel suo sguardo ghiacciato, il bagliore sinistro di quel suo rosario e le sue parole minacciose erano bastate a terrorizzarmi e a voler concludere al più presto quella vacanza.

Ormai con il sole levato nella stanza, al primo borbottio di Beatrice appena sveglia, mormorai: - Bea vado a fare una passeggiata, ci vediamo al bar del paese.-

Avevo bisogno di allontanarmi da casa Botina e di trovare una scusa per concludere in fretta quella vacanza e salutare Beatrice e Marco. Presi la giacca dal salotto ancora in penombra, dove Marco riposava e uscii silenziosamente nel piazzale con il pozzo ricoperto di geranei.

Un freddo pungente mi accarezzava la gola e le orecchie, tanto che mi strinsi nella giacca e presi a camminare velocemente tra i carugi per scaldarmi. Volevo raggiungere all'entrata del paese, dove sapevo mi avrebbe aspettato una focaccia calda appena sfornata e fu mentre mi dirigevo lì che incontrai Serena, tutta baldanzosa, con lo zaino in spalle e un sacchetto di velluto in mano.

- Ciao Ali, che ci fai in giro così presto?-

Io arrossi infreddolita: - Cercavo una focaccia calda...-

Serena scoppiò a ridere, i capelli erano sciolti sulle spalle ed indossava una giacca dai colori sgargianti, sembrava decisamente allegra e prendendomi sottobraccio dichiarò: - Vieni andiamo insieme, oggi è proprio una bella giornata per saltare la prima ora di lezione!-

Ci sedemmo al Bar Moretto, unico locale del ridente paese infestato, che proponeva oltre che focacce e pizze, squisiti cappuccini e caffè con in sfondo zucche intarsiate e addobbi ormai in tema di Halloween.

Serena sorrideva gioviale:- Non avevo proprio voglia di fare la verifica di italiano questa mattina, ieri notte ho dormito pochissimo, sei stata una benedizione!-

Io mi sforzai di sorridere, ero uscita per schiarirmi i pensieri e avrei preferito farlo da sola invece che con Serena: speravo mi lasciasse presto per andare a scuola.

Non volendo essere scortese però le domandai, mentre ordinavo una focaccia e un cappuccino: -Come mai non hai dormito?-

Lei arrossì improvvisamente e dichiarò: - Avevo un appuntamento...-

Incuriosita le chiesi:- Davvero? Con chi? Non mi avevi detto che stavi frequentando qualcuno, mi avevi parlato solo di un certo Ugo!-

Serena prese a torcersi le mani e sembrava un po' in difficoltà: - Ecco...io...-

Era talmente imbarazzata che il sacchetto di velluto le cadde dal grembo con un tonfo metallico e mentre glielo raccolsi sorridendo le dissi: -Non volevo metterti in imbarazzo...se non vuoi parlarmene non fa nulla...- feci restituendole il sacchetto che lei guardava preoccupata.

-Oh grazie grazie...no, non è quello...è proprio Ugo...- fece stringendoselo al petto - E' che non sono mai uscita con un ragazzo...e lui...sembra diverso.-

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