15 - Chiacchiere da stregoni

994 82 23
                                    

12 ottobre 2002 (Prima parte)

Quando mi svegliai, la mattina dopo il nostro arrivo, fui felice di notare di essere l'unica ancora in stanza. Beatrice si era evidentemente già alzata e Marco aveva dormito sul divano in salotto, così mi godetti qualche minuto di solitudine distesa in quel massiccio letto in legno, ripensando alla serata precedente.

Il nonno di Marco era stato gentile, ci aveva accolti in casa e aveva fatto preparare un'ottima cena dalla sua amica Mariuccia, proponendoci un delizioso coniglio con le olive. Era decisamente entusiasta della visita dei nipoti e continuava a chiedere premurosamente della loro vita, dell'azienda che ora gestiva Marco, della loro madre, ridendo ai racconti di Beatrice sull'esame di terza media sostenuto prima dell'estate e ai racconti di Marco sulle montagne.

Mi era sembrato che ogni tanto il suo sguardo si soffermasse su di me, ma forse era solo una mia paranoia poichè la sua attenzione sembrava rivolta unicamente ai fratelli che lo coinvolgevano nei loro racconti. Non era di certo il Furio Botina che mi ero immaginata leggendo il diario della giovane Sibilla, sembrava meno severo, meno autoritario, o forse era semplicemente il tempo che aveva addolcito quei lati del suo carattere.

Per distrarmi presi a guardarmi attorno in quella casa che sembrava  essere lì dall'inizio dei tempi: le pareti erano lastre di pietra, sapientemente poste l'una sopra l'altra, ed erano intervallate da una specie di calce per colmare le poche fessure. Avevo notato che i mobili erano di legno massiccio e mostravano meravigliosi intarsi con foglie e motivi floreali, inoltre non vi erano quadri appesi alle pareti, ma sulla nuda pietra, sparsi per la casa vi erano piccoli dipinti: fiori, qualche frutto, piante, persino un albero rigoglioso nella colonna che reggeva la scala che portava dal soggiorno alle stanze. Il più bello tra tutti quei disegni, lo scorsi quella mattina alzandomi, ritrovandomelo sulla testata del letto: una splendida cascata che sembrava prendere vita dalla nuda pietra e che trovavo stranamente familiare.

Sentendo il mio stomaco brontolare, decisi di alzarmi e raggiungere Beatrice, mi vestii e scesi la pesante scala in pietra. Notai che Marco russava ancora sul divano e attenta a non svegliarlo mi diressi in cucina dove trovai la biondina intenta a mangiare.

La colazione in casa Botina era qualcosa di eccezionale, sul tavolo vi erano succhi, latte e infiniti tipi di focacce: naturale, con le olive, col formaggio, coi pomodorini, con il miele, con i fichi. Sembrava letteralmente il paradiso e io sorrisi nel vedere la mia compagna di stanza lanciarsi su tutto quel ben di Dio affamata: -Buongiorno Ali! Siediti e assaggia! Come fanno la focaccia qui, non la fanno da nessun'altra parte!- d

- Grazie...volentieri.- risposi io sorridendo e servendomi del succo aggiunsi:- Dormito?-

- Per la prima volta da quando vengo qui ho dormito come un ghiro! Tu non russi affatto, al contrario di mio fratello, e in quella stanzetta ti assicuro che risuona come un concerto...- brontolò lei, aggiungendo del formaggio alla focaccia che aveva in mano: - Tu hai riposato?-

Bevvi un sorso di succo e risposi:- Sì, quel letto è decisamente comodo, oltre che bellissimo con quella cascata dipinta sopra...-

Bea, decisamente più loquace e tranquilla rispetto al giorno prima, sorrise:- Credo l'abbia dipinta mia nonna da ragazza. Questa era la casa dei miei bisnonni in realtà, poi mio nonno rimasto vedovo vi è tornato con la sua famiglia quando i figli hanno finito le superiori...ma a papà mancavano le montagne. -

-La nostra stanza quindi...?- chiesi sorseggiando il succo.

-Era di mio padre e di mia zia...Sibilla.- mormorò lei, come se ancora le facesse strano pronunciare quel nome  ed aggiunse:- Di Sibilla soprattutto, visto che restò a vivere qui.-

Wizard - The W seriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora