10 - Partenza - S.B.(2)

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11 Ottobre 2002 (Prima parte)

Sulla banchina della piccola stazione ero in anticipo e decisamente nervosa. Era da tanto tempo che non facevo una vacanza con amici, forse addirittura dall'ultima gita delle superiori e quindi, nonostante Marco e Beatrice avessero prenotato il treno delle dieci che ci portava in Liguria, io ero già sull'unico binario con i bagagli un'ora in anticipo.

Quella settimana era stata densa di preparativi e di incontri: Cristian non aveva apprezzato, anzi si era decisamente opposto alla partenza mia e di Beatrice. Simon e Pablo invece non ci avevano trovato nulla di sbagliato e avevano cercato di sottolineare all'amico che spesso anche Massimo e Fedora si erano allontanati per cambiare aria qualche settimana, soprattutto quando la salute del vecchio aveva cominciato a diventare cagionevole. Sostanzialmente loro approvavano l'idea che mi distraessi un po', soprattutto dopo l'incontro con la Lupa e non vedevano come una minaccia il fatto che io andassi insieme a Marco, poichè assolutamente sicuri che Beatrice non mi avrebbe lasciato sola un secondo. Io ero meno tranquilla di loro nel seguire i due fratelli nella loro casa di famiglia e forse anche per questo mi turbava il comportamento di Cristian che sembrava non sentire ragione su quel viaggio. L'unica in grado di farlo cedere fu Beatrice che, durante una furiosa litigata, si trasformò in lupo decisa a sfidarlo pur di avere qualche settimana di vacanza col fratello. Il gesto lo fece desistere dalla sua posizione, anche se la rabbia sul suo volto durò per parecchi giorni.

Mi sedetti sull'unica panchina del binario in attesa. Temevo che uno strano "senso di colpa" per il fatto che mi stavo allontanando dal branco mi avrebbe colta una volta presa la decisione, invece ero abbastanza tranquilla: se Mr. Indifferenza se n'era andato chissà per quanto tempo perchè non potevo prendermi anche io una vacanza?

L'unica nota positiva di quella settimana era stato il diario di Sibilla. Curiosa di saperne di più della ragazza e di quel mondo intriso di stregoneria nel tempo che mi rimaneva avevo letto con attenzione, sperando di arrivare più preparata nel "paese delle streghe".

Mentre attendevo, presi dallo zaino il manoscritto e cominciai a sfogliarlo: ne avevo letto solo una prima metà e da quello che potevo dedurre la vita di Sibilla non era migliorata da quel primo giorno di scuola. Le pagine si susseguivano ricche di sfoghi, arrabbiature e delusioni. Realizzai che veniva bullizzata dai compagni per i suoi abiti decisamente non alla moda, per il suo passato da reclusa e il suo modo di fare un po' scontroso e poco socievole. Il padre Furio, nonostante gli avesse concesso di uscire dalle mura di casa Botina, non la aiutava certo ad allargare le sue amicizie, impedendole qualunque uscita dopo la scuola: la portava e la passava a riprendere ogni giorno, controllandola in modo quasi ossessivo. Suo fratello invece sembrava non curarsi della sua infelicità, forse perchè invidioso delle attenzioni paterne o dei suoi poteri.

Dai cenni alla magia che faceva Sibilla, avevo appreso che gli stregoni usavano il loro potere per influenzare gli elementi. Più il loro dono era grande, più sviluppavano un'affinità particolare con un elemento e quindi  meno bisogno avevano di "catalizzatori" per manipolarlo. Questi "catalizzatori", come li definiva la Compagna del Lupo Bianco, potevano essere molteplici: come amuleti o talismani che si tramandavano da generazioni oppure una speciale terra bianca ricavata da particolari rocce britanniche, che assomigliava alla polvere di gesso.

Dalle pagine mi era parso di capire che la ragazzina fosse molto dotata: aveva un'insolita sintonia con l'elemento dell'acqua che era in grado di manipolare senza polvere magica. Le sue doti però non la rendevano felice poichè soffriva per le pressioni paterne e per quegli incubi che la tormentavano quasi tutte le notti, dandole a volte uno scorcio sul futuro.  Nell'ultimo periodo la frequenza di notti insonni era aumentata, forse per lo stress dovuto alle angherie che subiva a scuola, così la vecchia Crisania le aveva fatto un dono: un Obstructo, un ciondolo d'ambra che indossava tutte le notti e che bloccava temporaneamente i suoi poteri.

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