Obliviate

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I giorni che precedettero il natale furono un po' noiosi, ma grazie alla compagnia di Remus non furono impossibili: avevano scritto quasi tutti i trattati che avrebbero dovuto presentare al rientro dalle vacanze e il tempo rimanente lo avevano impiegato nel fare delle belle e lunghe passeggiate nella neve e, anche se Remus era stanco e spossato dalla luna piena sempre più imminente, fu piacevole per entrambi.

Però poi la luna piena era arrivata e quella sera Remus si era dovuto rinchiudere nella Stramberga Strillante per affrontarla e, dopo aver ultimato tutti i compiti assegnati, se non fosse stato per la lettera che le aveva inviato Snape, sarebbe di certo morta di noia.

La mattina dopo fu sopraffatta dalla noia non appena tornò in camera dalla colazione. Noia che non riuscì a staccarsi di dosso. Noia che le faceva come da seconda pelle. Noia che presto scaturì in tristezza perché ormai era sola con i suoi stessi pensieri e poteva scapparne grazie ai libri solo fino ad un certo punto purtroppo.
Era ben consapevole che tutto quello che aveva costruito qui, prima o poi, si sarebbe infranto, ma allo stesso tempo le mancavano Harry e Ron, la leggerezza che riuscivano a trasmetterle, l'affetto che provavano l'uno per l'altro.
Era giunto il momento di lasciare che tutti i suoi pensieri e le sue emozioni la dominassero.
Lasciò che quella sofferenza la colmasse completamente. Si lasciò trasportare da un forte pianto, lasciò che la tempesta che sentiva dentro di sé si riversasse all'esterno per la prima volta. E le fece bene.
Essere intrappolata in quegli anni non era stata poi una grande tortura, anzi aveva trovato affetti dove non avrebbe mai pensato, ed aveva rivalutato persone che pensava di stimare.
Non sapeva cosa sarebbe successo al suo rientro, ma era felice di avere quei ricordi da costruire.

Quando dopo una decina di minuti il preside Dumbledore entrò nel dormitorio Grifondoro, Hermione sentì come se quella tempesta che aveva vomitato fuori, gli si riversasse addosso, come se aprendo una porta, tutta l'acqua che si era accumulata venisse giù come uno tsunami.

«signorina Granger» mormorò.

Hermione, che affondava il viso nei palmi delle mani, avvertì il letto flettersi sotto il peso del mago. Intuì che si fosse seduto sul bordo del letto. Avrebbe preferito sprofondare piuttosto che farsi trovare così.

«il peso le è ricaduto sulle spalle, immagino» disse.

Hermione si stropicciò meglio gli occhi, poi tentò di ricomporsi ed annuì con il capo «ho capito che-» tossicchiò perché la voce le era uscita incrinata ed acuta, «mi dispiace perdere tutto ciò che ho creato qui, ma sto bene... io avevo bisogno di vivere queste emozioni, le ho tenute dentro per fin troppo tempo»

Il mago annuì «ha creato dei legami, si è affezionata, ha fatto del bene» iniziò.

Hermione lo interruppe «ne ho ricevuto. Snape e Lupin sono meravigliosi, mi hanno fatto conoscere una forma di amore che potevo solo sognare nel mio tempo... è ingiusto»

Dumbledore le appoggiò una mano sul ginocchio «Aspellson non mi ha ancora mandato alcun gufo, non si crucci da adesso. Rifaremo questa conversazione più avanti» le disse, forse in un tentativo di rassicurarla, che fallì, «comunque, a breve il signorino Snape tornerà con la professoressa McGonagall, magari vuole andargli incontro?»

Non servì che glielo ripetesse un'altra volta: con un colpo di bacchetta si era sistemata, come se mai avesse pianto, come se non avesse passato tutta la giornata rintanata sotto le coperte.

«la ringrazio professore» mormorò.

Gli occhi di Dumbledore scintillarono «Remus Lupin ha chiesto di te poco fa»

Hermione sorrise «si è svegliato finalmente»

Dumbledore la osservò qualche istante, poi si chinò verso di lei «sa, signorina Granger, anni fa, quando ho deciso di accogliere il giovane Remus Lupin, non ero certo di star facendo la cosa giusta. Certo, il ragazzo è un mago, ma la sua... natura sfortunata non potevo ignorarla. Non ero sicuro che la Stramberga Strillante lo avrebbe contenuto, non ero sicuro che avrebbe protetto gli altri studenti durante le notti di luna piena»

Into the wrinkle of timeWhere stories live. Discover now