People you know

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Il colpo fu duro, le rimbombò nel cranio con forza, le orecchie le ronzarono violentemente.

Richiuse il libro che stava leggendo con un colpo secco «sei proprio un deficiente, Malfoy» ringhiò alzandosi di tutta fretta.

Prima di camminare altrove, ebbe la premura di brandire la sua bacchetta e trasformare la scopa sulla quale il biondo era seduto in coloratissimi coriandoli. Decise, tuttavia, di non restare a contemplare lo spettacolo di Draco Malfoy che cadeva a picco come un bambino dalla culla.

Dopo pochi minuti, Ron con il fiato corto la affiancò per le scale «non ci credo! L'hai fatto davvero?!» ridacchiò esterrefatto «la Hooch era piegata in due dalle risate!».

«nel caso in cui non te ne fossi accorto, Ronald» accentuò il suo nome per intero «ha volontariamente deviato un bolide contro di me per il suo divertimento personale!»

Superò il rosso allungando il passo e, una volta certa che non la seguisse, si infilò nella Sala Comune dei Grifondoro.
Deserta.
Sorrise allegra, infilò una mano sotto la maglietta. Tirò fuori la piccola catenella dorata che rifletté gli ultimi raggi di sole del pomeriggio.
La Giratempo del suo terzo anno.
Sorrise ancora nel ricordare quanto aveva potuto imparare in più grazie ad essa.
Era pronta a recuperare tutto ciò che si era persa mentre la Giratempo era nello studio della McGonagall.
Tentò di fare un piccolo giro, ma si inceppò.
Riprovò ancora.
Il risultato era sempre lo stesso.

«per Godric!» sbottò mentre cercava di forzarne il meccanismo.

CLIC!

Il sorriso di trionfo si dipinse sulle sue labbra.

CLIC! CLIC! CLIC! CLIC! CLIC! CLIC!

Prima che quel sorriso potesse spegnersi per lasciare spazio al muto terrore, sentì la terra farsi molle e tutto ruotare intorno a sé. Chiuse gli occhi d'istinto, terrorizzata.

Li riaprì lentamente e un grosso sospiro di sollievo si fece spazio tra le sue labbra quando i colori rossi e dorati le riempirono gli occhi: era ancora nella Sala Comune dei Grifondoro. Così tanti rintocchi l'avrebbero trasportata parecchio indietro nel tempo e sarebbe stato un bel problema tornare alla sua linea temporale.

Sbuffò un po' nel realizzare che anche per quell'anno avrebbe dovuto fare a meno di usare la Giratempo perché, evidentemente, non utilizzarla dal terzo al sesto anno l'aveva danneggiata e ora, tutti quei tentativi, l'avevano rotta definitivamente: tra le sue mani giaceva la Giratempo scissa in due parti.
Era un vero peccato, le sarebbe tornata utile per potenziare i suoi incantesimi e le sue abilità in vista della guerra che li attendeva.
Senza contare quanto fosse stato difficile convincere la professoressa McGonagall a fargliela riavere.
Se la infilò in tasca ed uscì dalla Sala Comune.
Si avviò in Sala Grande per la cena. Era ghermita di studenti ed Hermione si rese contro troppo tardi di essersi seduta alla tavolata dei Grifondoro accanto a gente che non conosceva neanche di vista.

«ehi, scusa, mi passeresti il purè?» domandò una voce gentile accanto a sé.

Hermione conosceva quella voce, o meglio una voce simile a quella che le stava parlando in quel momento, ma prese il purè davanti a sé senza darci minimamente peso.

Solo quando passò il purè dalle sue mani a quelle del ragazzo si accorse delle grosse cicatrici che gli passavano il volto da parte a parte e, per poco, non le andò la saliva di traverso.

Passò in rassegna tutte le sue opzioni, ma la conclusione era sempre la stessa: doveva andarsene da lì all'istante. Però, allontanarsi all'improvviso avrebbe destato sospetti tra i presenti.
Doveva restare lucida e ragionare.

Into the wrinkle of timeWhere stories live. Discover now