Amortentia

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Riuscirono a rientrare per tempo, prima che l'ultima campana della colazione fosse suonata.

Hermione era sicura che Remus, mattiniero com'era, fosse già sceso da un pezzo, quindi, non si curò di attenderlo nella Sala Comune. Dove, invece, incontrò Sirius ancora mezzo addormentato. Erano sicuramente passate le otto e, né Hermione né Remus, riuscivano a spiegarsi come fosse possibile desiderare di dormire oltre quando il sole era già alto e caldo e al mondo c'erano ancora una quantità enorme di cose da scoprire.

«buongiorno» gli disse quando lo affiancò.

Il ragazzo borbottò qualcosa di simile ad una risposta cordiale, mista ad uno sbadiglio e ad una grattata di schiena.
Poi assottigliò lo sguardo, come se avesse appena realizzato chi ci fosse accanto a lui «ti sei svegliata tardi» constatò.

Hermione annuì «ogni tanto succede anche a me» mentì, successivamente, dopo aver controllato che non ci fossero orecchie indiscrete, lasciò che il discorso prendesse subito la piega da lei desiderata «Remus è già sceso a colazione?»

Sirius parve intuire il suo scopo, così le tirò un'occhiataccia «sì» mormorò.

«l'ho visto un po' fiacco ultimamente»

Sirius digrignò i denti «cosa vuoi, Granger?» abbaiò

Hermione scosse il capo, gli batté con una mano sulla spalla in un'amichevole pacca per rassicurarlo e gli sorrise «non scaldarti così in fretta, Black, o ti verrano le rughe, proprio qui» e gli toccò la fronte ridacchiando «Remus è mio amico. Cerco di fare il suo interesse»

Il ragazzo si guardò sospetto in giro, poi rivolse nuovamente le sue occhiate scure a lei.
Ad Hermione sembrava proprio un bambino. Non che a vent'anni di distanza fosse migliorato. Un po' comprendeva che non avesse avuto una vita facile tra la famiglia e Azkaban, insomma da una parte era normale che non fosse mai cresciuto del tutto... d'altra parte però, non riusciva a spiegarsi cosa Remus ci vedesse in lui. Però, non era affar suo. Remus avrebbe potuto obiettare allo stesso modo Severus e, come ai suoi occhi Severus era speciale, così sicuramente anche Sirius.

«cioè?» domandò, sempre con quella punta di acidità nella voce.

«credo che per Natale gli piacerebbe ricevere questi libri qui» e gli porse un pezzetto di pergamena ben ripiegata «e di certo, vorrebbe andare al ballo con te» mormorò.

James e Peter li raggiunsero proprio in quell'istante. Hermione era certa che entrambi fossero a conoscenza dell'amore che legava Remus e Sirius, ma non si azzardò a parlare e fece segno di cucirsi.  le labbra.

«non posso invitarlo» sibilò.

James scoppiò in una fragorosa risata «ci va con la McGonagall» lo prese in giro «ha accettato!»

Hermione alzò gli occhi al cielo «Sirius» sussurrò per fare appello alla sua serietà, dato che ormai erano arrivati alla Sala Grande.

Il ragazzo sbuffò «non lo so» poi la superò rudemente, seguito da Minus.

James fece un'alzata di spalle e, proprio quando credeva che quella conversazione fosse finita, il ragazzo parlò «bel tentativo paladina di Remus Lupin» poi le sorrise, mentre le accarezzava il viso per beffarsi di lei «sono secoli che provo a convincere Sirius, ma lui è cocciuto, anche con me che sono il suo migliore amico» precisò, poi svanì dietro la porta facendole un saluto con la mano.

«è stupido, come tutti loro» ringhiò Snape avvicinandosi a lei.

Gli occhi di Hermione balzarono subito sulla goccia di sangue incrostata sul suo labbro spaccato.
Allungò una mano verso il viso magro e pallido del ragazzo. La fermò a mezz'aria, malgrado tutto, ancora incerta.
Snape abbozzò un sorriso, posò la sua mano sopra quella di Hermione, spingendola leggermente verso il suo viso, invitandola a proseguire.
Hermione sospinse la sua mano un po' più avanti, gli solleticò la guancia con i polpastrelli, poi gliela accarezzò con estrema delicatezza, come se temesse di ferirlo, come se Severus fosse la cosa più preziosa e delicata al mondo.
Allungò l'indice verso il labbro spaccato, percorse i contorni delle labbra che tanto aveva osservato, sentì Snape rabbrividire per poi socchiudere gli occhi nel tentativo di rilassarsi per godersi quel tocco gentile.
Il professor Snape aveva insegnato loro ad usare gli incantesimi non verbali, così, usò proprio quelli per far sparire la ferita dalle sue labbra. Si alzò sulle punte dei piedi e posò con somma morbidezza le sue labbra sulla guancia del ragazzo. Fu solo per una manciata di istanti perché poi Severus aprì gli occhi, le prese il viso con una mano e unì le loro labbra in un bacio delicato, mentre nelle loro orecchie e i battiti dei loro cuori si sincronizzavano e si facevano più vigorosi.

Into the wrinkle of timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora