I'm in a dark place, can't help it now

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Quella sera Hermione e Severus si erano seduti l'uno di fronte all'altro in biblioteca. Non si erano parlati e i loro occhi non si erano neanche incrociati. Però gli occhi dell'uno scorrevano fugacemente sull'altro e viceversa, a turno.
Quando Hermione si era seduta di fronte a lui, il ragazzo non aveva battuto ciglio e lei lo aveva interpretato come un tacito assenso alla sua presenza lì. Le era bastato.
E quello era diventato ormai un rito per loro.
Per tutta la prima settimana e tre sere della seconda in cui avevano letto l'uno di fronte all'altro, non avevano neanche fatto la strada insieme: Snape si era alzato quando gli occhi avevano preso a bruciargli nelle orbite e le palpebre avevano iniziato a gravargli ed era andato dritto fuori dalla biblioteca, prima ancora che Hermione potesse soltanto chiudere il suo libro.

La quarta sera della seconda settimana, invece, Snape si era limitato a chiudere il suo libro con un leggero tonfo, poggiarlo sul tavolo e poi appoggiarcisi sopra le braccia incrociate con gli occhi chiusi. Ogni tanto li apriva di una lieve fessura e la osservava leggere con i riccioli che le ricadevano sul viso contornandoglielo.
Dopo una decina di minuti Hermione decise che poteva smettere di leggere. Così richiuse con cura il suo libro, estrasse la bacchetta e con un rapido gesto della bacchetta ricondusse al loro posto i due libri.
Severus, che si era sentito sfilare il libro da sotto la testa, stava per dire qualcosa di inviperito, ma vedendo Hermione in piedi davanti a lui, le mani incrociate sotto i seni e il sorriso dolce che gli rivolgeva, ingoiò subito quel pensiero e si alzò a sua volta.
La superò con pochi passi, ma poi si fermò per farsi raggiungere e rallentò.
Non si dissero niente, ma Hermione notò che Snape non si stava dirigendo nei dormitori di Serpeverde, bensì a quelli di Grifondoro: la stava accompagnando.

Si fermarono poco prima del quadro della Signora Grassa, incerti sul da farsi.
Il coprifuoco non era ancora scattato, ma nei corridoi non c'era già più quasi nessuno.

«Severus» mormorò.

Il ragazzo alzò gli occhi dal pavimento fino a lei.

«grazie»

Snape alzò le spalle come incurante e fece un passo indietro, pronto ad andar via. Qualcosa però lo trattenne.
Una forte presa allo stomaco lo costrinse a smettere di arretrare.
Indugiò un po' con gli occhi neri nei suoi ambra.
Poi, una frase sfuggì dalle sue labbra, prima che il suo cervello potesse impedirglielo «sabato c'è l'uscita ad Hogsmeade»

Hermione trasalì. Non credeva alle sue orecchie. Era un invito quello?

Prima che potesse chiedere o dire qualsiasi cosa, Snape andò via. Sapeva di avere la carnagione troppo chiara, Hermione avrebbe notato anche al buio che era rosso fin sopra le orecchie, e poi, di certo non voleva vedere la ragazza mettersi a ridere davanti a lui per quella sciocca proposta. Almeno così avrebbe riso di lui da sola con i Malandrini.

Cosa che ovviamente, nonostante Snape non potesse saperlo, non accadde mai.

Con suo grande stupore, entrando nella Sala Comune dei Grifondoro trovò Lily Potter seduta ad un divanetto. La squadrò, come sempre, con occhi inviperiti. Hermione non ci mise nemmeno un giorno a capire che fosse perché lei e Severus passavano del tempo insieme e ormai tutti se ne erano accorti.
Non che fuori dalla biblioteca facessero grandi conversazioni. In realtà, neanche in biblioteca.
Però a nessuno era passato inosservato il fatto che Snape si alzasse subito dopo la Granger a cena, o che ogni tanto i due si osservassero in silenzio dai rispettivi banchi, ma soprattutto, non era passato inosservato a nessuno il fatto che Snape, durante l'ora di pozioni, si alzasse dal bancone condiviso con i Serpeverde e facesse fluttuare gli ingredienti per la pozione al suo bancone per poi prenderne altri, in egual misura, e portarli taciturno al bancone della ragazza.
Nessuno dei due, però, si rivolgeva la parola o un qualsiasi cenno, men che meno se erano in compagnia dei rispettivi amici: Snape non poteva digerire Potter e gli altri, e lei non poteva di certo biasimarlo.

Into the wrinkle of timeWhere stories live. Discover now