Wrinkle of time

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Hermione sapeva benissimo che ciò che stava per fare era sbagliato, e probabilmente sarebbe anche stato inutile, dato che lei e tutti i ricordi a lei connessi sarebbero stati eliminati o alterati, ma non riuscì a non pensarci per tutto il giorno.
Così dopo cena saettò dentro la Sala Comune ancora furiosa «Potter!» tuonò.

Remus, che già aveva intuito cosa sarebbe successo, si alzò in piedi contemporaneamente a James, balzandogli davanti, diretto verso di lei per farla ragionare.

Prima che Remus potesse arrivarle vicino lo bloccò «glacius! Perdonami Remus»

Poi Hermione si voltò verso James che nel frattempo si era armato a sua volta e la guardava con sfida, cosa che la fece innervosire ancor di più.

«quando crescerai, Potter?» ringhiò

«che c'è, principessa?»

Hermione inarcò un sopracciglio, poi accompagnò con un movimento rapido l'incantesimo «expulso!»

James fu scagliato lontano contro la parete opposta.
Hermione gli piombò di fronte in un baleno, la bacchetta ancora puntata contro.
Sirius brandì la bacchetta a sua volta, puntandola contro di lei.
James scoppiò in una fragorosa risata.
Remus, liberatosi dall'incantesimo, prese parola «calmiamoci tutti»

«questo era per Sev. Ora abbiamo pareggiato i conti e spero per te che sia per l'ultima volta»

James sorrise e si scompigliò i capelli per ridare a sé stesso quel look casual «il tuo fidanzatino non sa difendersi da solo?»

Hermione sentì il sangue ribollirle nelle vene e prima che potesse rispondere Remus le poggiò i palmi delle mani sulle spalle ossute per calmarla.

«Severus è davvero troppo. Troppo per voi, troppo perché le vostre stupide menti possano comprenderlo» ringhiò «e lo dimostra il fatto che ogni volta vi prendete la briga di attaccarlo solo se siete in gruppo, forse perché lo temete vigliacchi?»

Sirius, che nel frattempo si era intromesso, aiutò l'amico a rialzarsi «tu invece fai male a non aver paura di noi»

«buono Pads, tranquillo» fu James ad interromperlo stavolta «io e Snape siamo pari, Granger»

Remus tirò via Hermione per un braccio prima che potesse rispondere a James, costringendola ad uscire dalla Sala Comune «sei stata sciocca» disse, schioccando la lingua contro il palato.

«non temo la loro coalizzazione in gruppo contro di me» ribadì decisa.

«lo so» sbuffò «ma se ti avessero visto i professori? E poi, per Godric, non voglio che ti abbassi a trattarli come loro trattano Snape!»

Hermione inclinò il capo di lato e lo scrutò un istante «loro? Tu sei con loro quasi tutte le volte che lo prendono di mira! Sono tuoi amici e tu non li fermi, ma anche io sono tua amica, Remus, e tengo a Severus»

Remus la tirò contro il suo petto, stringendola in un abbraccio, posò le labbra contro i suoi capelli ricci e glieli baciò con dolcezza «lo so, lo so, lo so» mormorò «tu sei l'amica più sincera, più simile a me e più profonda che io abbia mai avuto. Mi dispiace non avere la forza di essere migliore»

La sera del ballo, Hermione aveva indossato un bellissimo abito blu notte che le lasciava la schiena chiara scoperta, mostrando a chiunque i disegni creati da tutti i suoi nei, come fossero costellazioni nel cielo.

«non indossi il reggiseno» ringhiò Snape contro le sue labbra quando, poco prima di baciarla, si era chinato verso di lei, cingendole la schiena nuda con il palmo.

Hermione annuì «e tu indossi un completo nero» sbuffò.

«oh sì» sibilò «qualche essere minuscolo e fastidioso mi aveva forse chiesto di indossare un abito abbinato al suo? Non ricordo»

Hermione gli cinse il collo con le braccia, gli baciò la punta del naso adunco «stronzo» mormorò.

Severus lasciò che i suoi occhi neri navigassero per qualche istante in mezzo alla scollatura della sua dama, poi li ripuntò nei suoi, ghignò famelico e con un incantesimo non verbale cambiò il colore del suo completo.

Hermione lo baciò a fior di labbra «grazie» poi avvolse le sue mani intorno al braccio che Snape le porgeva; infine, entrarono nella Sala Grande che era stata predisposta in modo da accogliere il ballo di Natale
I due erano giunti, volutamente, con un lieve ritardo, in modo tale da entrare in una Sala che già stava danzando.

Snape si chinò su di lei, le labbra a sfiorarle il viso mentre le mormorava «balla con me, Hermione»

«non ti facevo ballerino» sussurrò.

Snape ghignò «eccello»

Hermione rise «c'è qualcosa in cui non lo fai? Oh sì, nella modestia»

Snape ghignò ancora, ma stavolta più divertito di prima «balla con me» ripeté.

«non mi sembra di essermi mai staccata da te»

Severus la spinse di più verso il centro della sala, le cinse la vita con una mano e la tirò contro il suo corpo.
Iniziò a danzare come se fosse da solo, come se Hermione non pesasse più di una piuma tra le sue dita; la guidò con grazia sempre più in mezzo agli studenti che si strusciavano l'un l'altro nella maniera meno sensuale che Hermione avesse mai potuto immaginare.
Guardandosi intorno, con il mento appoggiato sopra la spalla dell'uomo, riuscì a scorgere sia gli amici di Severus che lo fissavano, un misto tra fierezza e riluttanza, sia Remus e Sirius: ballavano avvinghiati l'uno all'altro. Il suo amico sembrava davvero in pace con se stesso e con l'universo tra le braccia del riccio, come se quest'ultimo riuscisse a quietare tutte le tempeste che Remus si portava dentro e anche quelle che lo circondavano. Aveva trovato il suo piccolo angolo di pace dove trascorrere quei brevi istanti posando il fardello di un animo troppo sensibile a ciò che lo circonda. Non le importava ciò che lei pensava di Sirius, se rendeva Remus così rilassato e amato, lo avrebbe portato anche in scopa da Sirius, anche se fosse stato a dieci pianeti di distanza.

Poi, la consapevolezza la colpì in faccia più forte che mai.
Sirius era morto.
Remus era solo.
James e Lily erano morti.
Minus li aveva traditi.
Harry era solo.
Snape.
Snape era Snape.
E lei non sarebbe stata più niente per lui una volta tornata nel suo tempo.
Quei mesi sarebbero, prima o poi, spariti nel nulla. Mai successi. Solo lei a custodirne il ricordo.
Persi.
Persi per sempre.
Persi per sempre in un'increspatura del tempo.

La pressione delle mani di Snape sui suoi fianchi la ridestò, costringendola a spostare i suoi occhi in quelli ossidiana di Severus. Lui le sorrise e rallentò la loro danza, la avvicinò ancora un po' di più a sé, continuando a muovere entrambi un po' più lentamente a ritmo di musica.

«Granger» sibilò.

Il tono che usò era come una supplica, ma non supplica di pietà, una supplica di essere ancora più vicino a lei, il più vicino possibile a lei. Quel tipo di tono scelto con cura. Quel tipo di tono che ti arriva ovunque. Fin dentro la pelle. Fin dentro le ossa. Fino alla parte più intima di lei.
Lei lo baciò.
Sentì le labbra del ragazzo incresparsi in un lieve sorriso, prima di ricambiare il bacio.
Snape rafforzò la presa sui suoi fianchi, affondandole le dita nel vestito. Granger sussultò. Le loro intimità si erano scontrate con forza.

«non immagini neanche quanto io ti desideri» ringhiò.

Hermione avrebbe pensato a tutto il resto domani perché, per adesso, lei era ancora lì con loro.

Into the wrinkle of timeDär berättelser lever. Upptäck nu