The Marauders

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Probabilmente chiunque altro avrebbe fatto i salti di gioia per quell'opportunità. Invece, Hermione si sentiva sola e sciocca. Si incolpava terribilmente per quell'errore da bambina e sentiva mostruosamente la mancanza di Harry al suo fianco. Cosa stava facendo ora? Pensava a lei? Lui e Ron sentivano la sua mancanza? O pensavano solo a Draco Malfoy? Gliela stavano facendo pagare per aver causato il suo incidente con il tempo? Come se la stavano cavando senza di lei? Sarebbero sopravvissuti fino al suo ritorno? Con chi avrebbe parlato Ginny la sera?
E se nel frattempo, mentre lei era lì a vivere una vita in un tempo che non le apparteneva, tutti l'avessero sostituita? Se fosse tornata e non ci fosse stato più un posto per lei lì?

Il preside le aveva chiesto di passare l'intera giornata successiva chiusa in una stanza che aveva appositamente trasfigurato da una parte del suo studio, in modo che potesse essere certo che dal primo all'ultimo studente di quella scuola, e altrettanto i professori, tutti avessero un minimo ricordo di lei. Così, a sapere la verità rimasero soltanto lei, Dumbledore e la McGonagall. Quest'ultima aveva passato parecchio tempo con lei, quando poteva, ripetendole che non vedesse l'ora di scoprire le sue potenzialità perché non aveva ancora mai incontrato una studentessa che le avesse ispirato così tanta fiducia come lei doveva averne ispirato alla se stessa del futuro.

Hermione le era grata, ma le sue parole le facevano avvertire solo maggiormente il peso che aveva portato sulle spalle e che aveva fatto, miserabilmente, crollare con quel banale errore. Sarebbe stata ancora definita la strega più brillante per la sua età dopo questo sciocco incidente?

Sperava di trascorrere meno tempo possibile nel 1976, non aveva niente da fare lì con loro e temeva che più ci sarebbe rimasta meno avrebbe trovato per sé nel 1996.

Tornare il prima possibile però sarebbe stato parecchio difficile: Dumbledore del 1996 le aveva fatto recapitare una lettera, per lei e soltanto lei, spiegandole che un viaggio nel tempo prevede sempre un'andata e un ritorno, dunque, anche se avessero trovato un'ulteriore Giratempo, non le sarebbe servita, poiché poteva ritornare alla sua linea temporale solo con quella con cui era arrivata nel 1976.

Ciò costituiva un grosso problema, perché la Giratempo era gravemente danneggiata e, per quanto Dumbledore l'avesse rassicurata dicendole che si sarebbe subito messo in contatto con un esperto di Giratempo della loro linea temporale per capire il da farsi, lei si sentiva sola ed abbandonata al suo certo destino: non vedere mai più la sua famiglia, i suoi amici e probabilmente morire nella prima guerra magica!

Era rassegnata.

E fu con quei pensieri pessimistici in testa e l'aria afflitta che trascinò pigramente i suoi piedi verso la Sala Grande per poter fare colazione con tutti gli studenti del 1976.

«ehi tu, straniera!» la salutò Remus, sventolando una mano verso di lei.

Hermione notò che stavolta il ragazzo non era solo: Sirius Black la guardava con un cipiglio sul viso, ben attento a stringere le spalle dell'amico con il braccio, come se ne fosse ben geloso. Remus era altissimo, come lo era anche nel suo tempo, ma aveva molta più massa muscolare. Sirius era più basso di lui, i capelli lunghi e sbarazzini.

Un moto di tristezza le si irradiò dal cuore allo stomaco: Sirius.

Cosa avrebbe dato Harry per essere lì al posto suo. In un attimo sperduto nel tempo per vivere ancora un istante con il suo padrino, per potergli tutte le parole che per anni avrebbe voluto dire a qualcuno, per sentirsi amato da una vera famiglia.

Scacciò via quel pensiero sentendo le lacrime minacciarle gli occhi «ehi a te!» rispose forzando un sorriso nella speranza di mascherare il tutto.

«lui è Sirius» disse presentando il ragazzo dai capelli lunghi.

Into the wrinkle of timeWhere stories live. Discover now