Capitolo 21

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Matilde ha raggiunto il suo posto accanto al mio un attimo dopo che Marco è uscito dall'aula. La saluto, ma lei rimane silenziosa. La Professoressa si avvicina a me, preoccupata, mi tocca la mia testa.

"Dove hai picchiato? Hai perso conoscenza? Ti fa male?" chiede.

"Non ho perso conoscenza. Ho solo sbattuto la testa, sto bene," rispondo cercando di nascondere il mio stato di shock. In realtà, il colpo alla testa è l'ultimo dei miei pensieri. Quel che mi ha mandato in tilt è stato l'incontro con Marco prima.

La Professoressa mi osserva con un certo rimprovero. "Hai un piccolo bernoccolo, niente di grave. Stai più attenta, però, potevi farti male sul serio."

Annuisco.

"Alessio, vai in infermeria e fatti dare del ghiaccio secco." Gli ordina la Professoressa prima di tornare alla cattedra e io approfitto del momento di pausa e faccio un cenno a Matilde per parlarle.

"Non mi rivolgere più la parola," mi risponde in modo brusco e impila una fila di libri sul banco creando un divisorio tra noi. È arrabbiata con me e non ne comprendo il motivo.

Alessio è tornato con il ghiaccio secco, me lo porge gentilmente. Lo ringrazio e anche se non ne avrei alcuna voglia di usarlo, mi tocca tenerlo in testa perché la Professoressa ci sta osservando.

La lezione comincia e io non riesco a seguire, i miei pensieri sono concentrati su Marco e sullo strano comportamento di Matilde. Quando finita l'ora, la Professoressa esce dall'aula, Matilde si decide a parlare. 

"Ma stai cercando di portarmelo via?"

Si tratta di Marco, ok, dovevo immaginarlo. 

Provo a spiegare. "No, Mati, non è così. Ma poi, tu non stai uscendo con Samuele?"

Scuote la testa. "Ho chiuso con lui, è con Marco che voglio stare."

Pensavo che l'infatuazione per Marco fosse passata, forse ci speravo. 

"Guarda che abbiamo solo parlato," dico cercando di mantenere la calma.

"Ti ho visto, stavi flirtando con lui. Non avete solo parlato," insiste lei. 

Tiro fuori le domande della verifica di storia dalla mia cartella, "ci ha lasciato queste."

Le passo il foglio, lo prende e lo osserva con attenzione: "È la verifica di storia?"

"Sì." 

 Accenna un sorriso, "è un tesoro, dovrei ringraziarlo."

Mi immagino di venire trascinata in terza B e questa volta non mi dispiace nemmeno. 

"Quando vuoi andare? Ti accompagno?" 

"No. Ci vado da sola," mi risponde di nuovo seccata.

Ci rimango male per il suo comportamento, ma non ho intenzione di litigare con lei. 

"Come preferisci." Che sia gelosa di me? È assurdo, non ho fatto niente e per come mi ha trattato, non sono io a dover chiedere scusa. 

Inizio a sistemare libri nello zaino, Matilde riprende ad attaccarmi senza ragione. 

"Non credere di essere ancora mia amica. Cosa ti inventerai la prossima volta per farti notare? Sei patetica."

Sono nera, adesso è troppo, mi deve ascoltare. Alzo la voce anche io. "Mati, hai frainteso."

Lei urla più di me. "Sei una bugiarda!!"

Angelo si volta verso di noi, ci invita a continuare fuori. Ci stanno guardando tutti e ridacchiano, sento delle battutine di sottofondo che mi danno molto fastidio: "Emma la gattamorta," sembra che siano pure d'accordo con lei. 

Non è vero che ci provo con Marco, devono finirla. "Marco mi ha lasciato le domande della verifica di storia. Le ha lasciate a tutti. Non è successo niente di più."

Matilde scuote la testa, sento ancora quel vociare e mi giro verso di loro urlando dal nervoso, mi viene quasi da piangere. "Piantatela, abbiamo solo parlato della verifica di storia."

Metà dei ragazzi della classe si sono alzati e mi fanno cenno gesto di stare zitta. Qualcuno mi risponde scocciato. "Piantala tu. Vuoi farci beccare?"

Realizzo che sto urlando troppo, hanno ragione. 

"Scusate."

"Sei proprio una stupida. Glielo diciamo a Marco."

"Ragazzi, scusate, non volevo."

Escono dall'aula senza rivolgermi più la parola. Anche Matilde fa lo stesso, nemmeno mi saluta. Solo Angelo sembra prendere le mie difese. "Lascia perdere, vai a casa."

Ritorno a casa, trovo già pronta la pasta. Solo che l'appetito mi è passato. Saluto a malapena mia mamma e mi chiudo in camera. Non voglio vedere né sentire nessuno. Mi hanno deluso tutti, sopratutto Matilde.

Qualcosa che non dimentichi.Where stories live. Discover now