Capitolo 4

36 6 8
                                    

Il nuovo anno scolastico è iniziato, mi sono alzato presto perché voglio essere il primo ad entrare in classe e scegliere il posto migliore.
La seconda fila di fronte alla lavagna è perfetta per seguire bene le lezioni, non voglio essere troppo in vista. Mi dirigo verso l'aula a passo svelto, la mia attenzione viene catturata da una ragazza che non ho mai visto prima. Mi fermo di colpo, è carina, molto carina, tanto che non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Viene verso di me, ma sembra essersi estraniata dalla realtà, la sua buffa espressione mi fa sorridere. Ha un viso dolce, porta i capelli lunghi fino in vita e più la guardo, più penso che è proprio il mio tipo. Indossa una camicetta bianca che le scivola addosso morbida e dei pantaloni neri stretti che le fanno risaltare il fisico asciutto, resto come incantato. Mi supera e prosegue lungo il corridoio, sparisce dalla mia visuale. Mi riprendo dallo stato di trance al suono della campanella, accidenti la lezione deve essere iniziata e per la prima volta nella mia vita, arrivo in classe in ritardo. Per fortuna la Prof non è ancora arrivata.

"Mi siedo vicino a te?" Chiedo a Riccardo e spero mi abbia tenuto il posto, anche se in terza fila.

"Ovvio, se no da chi copio?"

 "Hai già deciso di non voler studiare anche quest'anno quindi?" 

"Il secchione sei tu e come mai hai fatto tardi?" 

Non posso certo dirgli che mi sono imbambolato a guardare una ragazza, non è proprio da me.

"Ho avuto un imprevisto." 

È proprio affascinante il mio imprevisto, ha scombussolato i miei piani della giornata ed è strano che non sia infastidito. Deve essere una nuova iscritta, ha un viso così giovane, dovrei riuscire a rintracciarla facilmente facendo un giro tra le classi prime. Il pensiero di rivederla, non mi da pace, nessun'altra ragazza mi ha mai mandato in tilt così. 

Per il pomeriggio non abbiamo compiti e invito Riccardo a casa per giocare. Di solito vinco sempre io a tutti i giochi, oggi è una giornata no. 

"Sembri distratto." 

Ha ragione, ho un parziale di due sconfitte su due, che mi innervosisce non poco. 

"Cambiamo gioco?" Propongo di passare a Fifa.

A due minuti dalla fine siamo in pareggio, Ric segna un attimo prima del fischio finale. Ho perso di nuovo, non ci credo.

"Basta così per oggi, ti va un panino?" 

Ho mangiato poco a pranzo, ho lo stomaco sottosopra e mi sento confuso, forse è solo un calo di zucchero. Ric mi appoggia la mano sulla spalla: "Cosa c'è che non va?"

 "Niente, ma non mi sento molto bene."

Preparo anche la spremuta e passo anche a Ric un bicchiere. Beve e mi guarda di sottecchi: "Sai, a scuola girano voci su te e Eleonora. Qualcuno ha visto il vostro bacio al centro commerciale."

"Veramente?" Non mi fa piacere la notizia.

"Mi hanno chiesto se state insieme e gli ho detto che siete solo amici. Ma sai, gli amici di solito non si baciano."

"Tu nega, se ne dimenticheranno presto." Almeno spero.

"Ci hai più pensato a quel bacio?"

"No, credimi è stata una cosa senza alcuna importanza." 

Ric parla sempre di Eleonora con un certo pathos e io ho la sensazione che ne sia innamorato, anche se non vuole ammetterlo.

"Come è andata con Alessia? Non è stato il classico colpo di fulmine vero?"

Lo ammette: "No, in realtà no."

Mi interessa comunque il suo pensiero sull'argomento, sono abbastanza certo che sa di cosa parlo.

"Hai presente Eros il Dio dell'amore che ti spara addosso, una, due, cento frecce per farti innamorare?"

Ride. "Cento frecce, ma che stai dicendo? Stai bene?"

 Le cento frecce d'amore me le sento sparate addosso ogni volta che ripenso all'incontro con quella ragazzina.

"In realtà ci siamo trovati bene insieme, poi da cosa nasce cosa."

"Vuoi dire che non ti è mai capitato un colpo di fulmine?" Penso di conoscere già la risposta.

"Sì, quando ho visto Eleonora la prima volta."

So che non sono un esperto in materia, ma il suo caso è palese.

"Immaginavo. E perché non ci hai mai provato con lei?"

 Credo mi manchi qualche pezzo del puzzle.

"Ma l'hai vista? Mi rivolge a malapena la parola ora, perché sto con Alessia. Per lei non esisto."

"Io se sono interessato a qualcosa lotto per averla, non bisogna arrendersi senza provare."

Ric non la vede nello stesso modo: "Io non sono come te."

"Se ti butti giù così non otterrai mai niente. Alessia è un ripiego?"

"Alessia mi piace molto, non è un ripiego e la cotta per Eleonora, ormai è passata." 

Mi auguro che sia sincero. Giudicare gli altri magari è facile, sono però convinto delle mie parole e anche io dovrei farmi avanti con quella misteriosa ragazza. Continuo a pensarci, mi piace sul serio? Non voglio restare con il dubbio e voglio scoprirlo al più presto.

——------

Oggi sono il primo ad arrivare in classe, mi sono imposto di riprendere le vecchie abitudini; se voglio mantenere la media voti più alta di tutto l'istituto, è necessaria una buona disciplina. Resto concentrato durante le lezioni, all'intervallo Riccardo si avvicina ad Alessia e mi fa segno di raggiungerlo, io ho altri programmi.

"Ho da fare, ci vediamo dopo!"

Esco dall'aula senza dargli il tempo di rispondere, la pausa dura circa 20 minuti e devo trovarla. Ci sono quattro nuove classi prime quest'anno. Seguo l'ordine alfabetico, comincio dalla prima A e di lei nessuna traccia, passo alla prima B che è l'aula a fianco. 

 Caccio dentro la testa e la noto subito, anche lei è nella sezione b, significa che abbiamo anche gli stessi insegnanti, potrebbe essere un vantaggio. Entro e mi presento in maniera plateale: "Ciao ragazzi, sono Marco della terza B. Siete i benvenuti in questa scuola!" 

Mi salutano tutti, sembrano straniti dalla mia presenza. Anche lei mi osserva curiosa.

Una scusa migliore potevo trovarmela... Improvviso: "Avete lezione con la Prof. Evans vero?"

Il ragazzo in prima fila annuisce, sorrido per quel colpo di fortuna. È la Prof di ruolo con più ore, era la più probabile dopotutto.

"Ok, grazie, aspetto qui." 

Mi appoggio alla cattedra.Quando lei si alza dal suo banco, diretta verso la porta, mi giro e cambio posizione per guardarla meglio. La sto proprio squadrando e lei lo nota e non dice nulla. Si volta ad un tratto verso di me e resta incatenata al mio sguardo. Riesco a leggerli i suoi pensieri che mutano velocemente: da prima sorpresa, curiosa, poi infastidita. 

Ha un'espressione del tipo: mi dici cosa vuoi, hai finito di fissarmi? Ma non ha idea di chi ha di fronte e se crede di intimorirmi si sbaglia. Mi piace tutto di lei, mi piace troppo, anche quella sua aria di sfida. Diventa rossa ad un certo punto, abbassa lo sguardo. Butta la carta nel cestino e esce nervosa. Nel dimostrarle il mio apprezzamento, avrò forse esagerato?

La Prof. Evans entra in classe ed è sorpresa di vedermi.

"Marco che ci fai qui?"

"Prof. ho un dubbio sulla lezione di questa mattina."

"E non potevi segnartelo? Abbiamo lezione anche domani. "

"Non potevo aspettare Prof. Non avrei dormito stanotte."

 Ride. "Addirittura?" La Prof mi dedica qualche minuto in privato fuori dall'aula e mi rispiega in breve quello che in realtà avevo già capito benissimo. Tengo bene la parte, fino a che non la vedo tornare e mi passa di fianco con un passo furtivo che mostra in pieno il suo imbarazzo. 

Che fatica trattenere la risata.

Anche io devo rientrare: "Vado, grazie ancora, Prof!"

 "Ciao Marco, ci vediamo domani."

Qualcosa che non dimentichi.Where stories live. Discover now