Capitolo 19

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Sara e il suo ragazzo Paolo ci salutano con un bacio sulla guancia e ci fanno segno di seguirli verso auto.

Prendiamo le giacche e usciamo. Sara mi sussurra all'orecchio."Complimenti per il look, che cambiamento." Se lo pensa anche lei, è vero che sono stata brava.

Raggiunge Paolo, sono troppo carini insieme. Lui non è altissimo, sarà un metro e settantacinque circa, è un bel ragazzo. Scuro di carnagione, con i capelli e occhi castani, ha un fisico asciutto, leggermente muscoloso. Nemmeno Sara è altissima, ad occhio siamo alte più o meno uguali, un metro e sessantasette/sessantotto. Forse lei è qualche centimetro meno, ha un tacco più alto del mio, per ballare preferisco indossare delle scarpe comode. Sara è proprio bella stasera, l'abito rosso che indossa fa risaltare la sua abbronzatura dorata. Ha i capelli leggermente raccolti da uno chignon. Lui invece è molto casual, total black, pantalone e giacca di jeans con sotto una maglietta nera. Salgono in auto, loro davanti, io e Matilde dietro. 

Sono curiosa di sapere di più della loro storia."Come vi siete conosciuti?" chiedo.

È Paolo a prendere parola.

"In officina, sono un meccanico. Accompagnava suo padre che doveva ritirare l'auto e l'ho notata subito."

Sara seduta al suo fianco si volta dietro per commentare con noi. "L'ho notato anche io, era troppo carino."

Paolo continua: "Non immaginavo che l'avrei rivista a scuola. Abbiamo iniziato a parlare, c'è stato subito feeling e le ho chiesto di uscire."

Sara conferma: "È successo tutto in un modo naturale."

"E da quanto tempo state insieme?"

"Abbiamo appena superato un anno," risponde Sara.

"Congratulazioni."

Paolo è un tipo socievole, ha una bella parlantina. Scopriamo di lui che ha 19 anni, ha perso un anno di scuola perché non gli piace studiare e preferisce guadagnarsi i soldi in officina. Ha già uno stipendio e la macchina è di sua proprietà. Tiene molto a Sara, si capisce da come ne parla, da come la guarda. Provo una leggera invidia nel vederli così affiatati, chissà se un giorno sarò anche io così felice. In auto rimbomba la musica disco, anche se non è il mio genere preferito, l'atmosfera è piacevole.

"Non date retta a quegli sciagurati dei miei amici." Dice Paolo che ha iniziato a fare mille raccomandazioni, come un fratello maggiore. Guarda Sara, lei sorride, sembrano leggersi nel pensiero.

"Che tipo sono i tuoi amici?" Chiedo curiosa.

"Sono ragazzi, pensano solo a bere e a divertirsi."

"Anche noi vogliamo divertirci."

Rispondo per entrambe, ma Matilde resta silenziosa. Spero che il suo mutismo passi in fretta, non voglio che ci rovini la serata.

Arrivati al locale, c'è una grande confusione, non riesco a sentire nemmeno i commenti di Matilde al mio fianco. C'è un forte odore di fumo e sono accecata dalle luci a intermittenza. Paolo ci fa strada, i suoi amici per fortuna hanno un tavolo riservato in un'altra sala, dove la musica è meno forte e si riesce a parlare. Mi tolgo la giacca e l'appoggio insieme alla borsa su una sedia, Matilde fa lo stesso. I ragazzi al tavolo si presentano, con Francesco e Giovanni avevo già scambiato due parole a scuola, Vincenzo e Samuele invece non li ho mai visti prima.Ci sono anche le due ragazze, Maria, e Alice, la ragazza di Vincenzo. Peccato non ci sia nemmeno l'ombra del ragazzo che speravo di incontrare.

"Che bevete?" Ci chiede Paolo.

"Qualcosa di analcolico, siamo minorenni."

Annuisce: "Ok, ci penso io."

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