Capitolo 35

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Lo specchio rifletteva la mia immagine e i miei occhi erano posizionai sopra il tatuaggio che mi decorava il petto

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Lo specchio rifletteva la mia immagine e i miei occhi erano posizionai sopra il tatuaggio che mi decorava il petto.

Una foglia di quercia rovinata e tastando le linee scure, ricordai tutto il mio passato.

Ero cresciuto a Worcester, nell'insicurezza della mia mente e nella solitudine della mia enorme casa d'infanzia.

Non ero cresciuto nell'amore di una famiglia unita, i miei genitori fin da quando ne avevo ricordo, si comportavano come se stessero seguendo le pagine di un copione.

Non c'era nulla in loro di naturale, erano finti e tutta quella menzogna si era sbattuta contro di me con forza.

Non avevo avuto l'esempio di famiglia, di amore e di sentimento, vivevo come se la mia anima fosse formata da rocce appuntite e il mio cuore fosse una sorta di scrigno blindato.

Non riuscivo a lasciarmi andare, non riuscivo a provare nessun tipo di emozione, perché non mi era mai stato insegnato l'importanza di un sentimento enorme come l'amore.

Ero una persona apatica, che non riusciva a sentire nessun tipo di emozione.

Mia madre aveva rovinato la mia vita, l'aveva rovinata ed io continuavo a cercare un'appiglio per tirarmi sù, ma non c'era nulla, rimanevo nel baratro dei miei pensieri.

A seguito di un evento, avevo sviluppato il disturbo post traumatico, che si era impossessato del mio corpo ed erano anni che ne soffrivo.

Ero solo un bambino, quando mia madre, tentò di uccidermi.

Ricordai che chissà per quale assurdo motivo lei voleva sempre tenermi lontano.

Mi lasciava fuori casa, di notte e di giorno, al freddo e anche in balia delle tempeste.

Io bussavo vicino la porta di casa, bussavo tanto, fino a farmi sanguinare le nocche, ma lei non mi apriva e mio padre, lui era troppo impegnato a lavorare nel suo studio legale per pensare a me, così, un giorno, vidi un albero poco distante da casa mia e mi rifugiai sotto di esso.

Ero solo, avevo freddo e improvvisamente sul palmo della mia mano cadde una foglia, era rovinata e possedeva diversi buchi.

Mi sentii stranamente legato a quella foglia e quando finalmente mia madre mi aprì, salii in camera mia e mi presi cura di quella foglia.

Ero come lei, rovinato e in cerca di affetto.

Quando poi un giorno, avevo dodici anni ed ero appena tornato da scuola, vidi mia madre con il volto segnato di lacrime, che si scolava una bottiglia intera di cognac, quello più pregiato che possedeva mio padre, mentre nell'ambiente di casa risuonava Car's Outside.

Ricordai quel momento come se lo stessi rivivendo in quella stessa giornata.

Mia madre mi spiegò che aveva rotto la porta dello studio di mio padre e che aveva trovato nel cassetto della sua scrivania diverse lettere, non mi spiegò mai che tipo di lettere fossero, l'unica cosa che capii era che aveva bevuto tutta la bottiglia pregiata e che aveva inserito nella radio quella canzone.

Opposites with Similar heartsWhere stories live. Discover now