Capitolo 21

15.1K 414 172
                                    

"Nell'impossibilità di poterci veder chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità

Oops! Această imagine nu respectă Ghidul de Conținut. Pentru a continua publicarea, te rugăm să înlături imaginea sau să încarci o altă imagine.


"Nell'impossibilità di poterci veder chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità."
Freud

«Mamma?» domandai preoccupato,non ricevevo mai telefonate da mia madre.

Da quando decisi di tirare fuori dalla mia vita mio padre,lei,automaticamente si era tirata fuori dalla mia.

Era una brava persona;docile,gentile,ma io ferendo mio padre riuscii a ferire anche lei.

«Callum.» disse con voce strozzata dal pianto,lei non piangeva mai.

Mi preoccupai,non l'avevo mai sentita così.

Era sbucata dal nulla,con una telefonata e la voce flebile,doveva essere successo sicuramente qualcosa di grave e di brutto.

«Stai bene? Mamma?» continuai,ma dalle casse del telefono uscì solo un sospiro sommesso.

«No,Callum non sto bene.» disse dura.

«Cosa è successo? Vuoi che venga a casa?» domandai,mentre il mio cuore rischiava di uscire fuori dal petto.

Le mani sudavano,sudavano fortemente.

«Callum tuo padre,lui,lui ha avuto una crisi respiratoria.
Le vene non sono riuscite a pompare la giusta quantità di sangue al cervello e si pensa abbia avuto una sorta di ictus.» disse scoppiando a piangere.

Mio padre.

Crisi respiratoria.

Una sorta di ictus.

«Mamma,come sta adesso?» riuscii a dire solo quelle parole.

Ero come asettico,vorticavo in una bolla d'aria,convinto che nessuno potesse entrarci,ma piano piano,il dolore si stava insinuando in essa,rompendo la mia calma,la mia vita,la mia anima.

«Io,io devo andare.» affermai riagganciando la telefonata.

Sentii il corpo muoversi aritmicamente, come se una serie di spasmi lo stessero prendendo a calci e a pugni.

Non riuscivo a pensare in maniera lucida, era come se la mia mente era stata offuscata da un velo nero e pietoso.

Mio padre, mio padre stava morendo.

Lo sapevo, ero stato messo in guardia per mesi, ma avevo sempre cercato di gettare quella cosa come polvere sotto il tappeto.

Non si vedeva, ma era presente, sempre e quotidianamente.

Come preso da un attacco di panico, aprii l'armadio e presi la scatola in latta rossa.

Estrassi la cinghia con forza e riluttanza e subito dopo spogliai il mio busto.

Mi posizionai davanti lo specchio, guardai la mia figura riflessa in esso e iniziai la mia punizione.

Non si trattava solo di dolore fisico, quello non era paragonabile al dolore che sentivo dentro l'anima.

Opposites with Similar heartsUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum