Capitolo 22

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Non riuscivo a togliermi dalla testa il ricordo della sera precedente, era come se nella mia mente si ripeteva quella pellicola insistentemente, senza mai fermarsi, neppure per qualche secondo

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Non riuscivo a togliermi dalla testa il ricordo della sera precedente, era come se nella mia mente si ripeteva quella pellicola insistentemente, senza mai fermarsi, neppure per qualche secondo.

Non ero in grado di capire i comportamenti del corvo, era cinico, a tratti sadico e dannatamente strano.

Aveva cercato di uccidermi, aveva assaggiato il mio sangue e Dio, Dio il pensiero che poco dopo aveva cercato di mettermi in salvo da lui mi mandava fuori di testa.

Perché lo aveva fatto?
Aveva la possibilità di porre fine alla mia vita come desiderava e invece aveva preferito giocare.

Mentre i miei pensieri continuavano a macchiarsi di lui, avanzai verso la cucina e come sempre preparai una tazza enorme di ginseng.

«Buongiorno.» sentii dire da mio fratello Asher e, girandomi verso la sua figura, quasi rischiai di sputare quel sorso di ginseng fatto poco prima.

«Cosa diamine hai fatto questa notte?» domandai scoppiando a ridere.

Asher era assonnato, aveva il busto completamente nudo, adornato solo da un boa di un rosa accesso, sul polso destro i residui di un paio di manette utilizzate per tutta la notte e indossava delle strane mutandine maschili e per nulla inerenti alla mascolinità di Asher.

«Dio Fallon, Kathnees Oberdam ama scopare con oggetti strani, mi ha fatto passare una notte di fuoco ma Dio, quanto cavolo sono ridicolo con queste cose addosso?» domandò sbadigliando e gettandosi a peso morto sul divano del nostro soggiorno.

«Cavolo, certo che queste ragazze con cui te la fai sono proprio strane, ricordi Amanda?» domandai continuando ad assaporare il sapore dolce e amarognolo del ginseng.

«Ti prego, non ricordarmi quella ragazza!
Dopo aver passato una notte con lei mi sono ritrovato in ospedale cazzo!» urlò ricordando terrorizzato quel momento.

«Cosa aveva utilizzato sul tuo, beh sul tuo uccello?» domandai prendendolo in giro.

«Aveva detto che era olio da massaggi, ma in realtà era c'era d'api.»

«Cristo, non stanno bene di testa queste ragazzine eccitate.» affermai ridendo, mentre mi alzavo dal divano per posare la tazzina che avevo utilizzato.

«Io vado a prepararmi, ho diversi corsi da seguire questa mattina.» affermai avanzando verso il corridoio.

«Io tra una mezz'ora parto con Oliver e Jacob, torniamo domattina.» affermò guardando l'ora sul suo Apple Watch.

«Avete qualche missione?» chiesi curiosa.

«Joyle ci ha chiesto di controllare un gruppo di cacciatori di Londra, dice che siano affibbiati al clan Maresh, non ne è sicuro e noi dobbiamo controllare questo suo dubbio.»

«Non farmi stare in pensiero, appena finisci la missione mandami un messaggio.»

«Certo Fall, ti questa sera vai alla serata al Road?» domandò alzandosi anche lui dal divano.

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