Le mie mani quel pomeriggio erano sporche di sangue, di quella sostanza scarlatta che non apparteneva al mio corpo.
Stavo ripulendo i pugnali che avevo utilizzato durante le missioni precedenti, quelle lame argentee sporche di macchie rosse ormai secche che mi ricordavano a cosa andavo incontro ogni giorno.
Essere un sicario non era semplice, metteva corpo e anima in continuo pericolo, avevo nemici in ogni angolo e indossare la maschera da brava studentessa durante il giorno non era affatto semplice.
La mia anima era macchiata di nero, nella mia mente vagavano frammenti di dolore e non facevo nulla per farli fermare, anzi, mi nutrivo di quel dolore capace di rendermi una persona forte e coraggiosa.
Amavo il pericolo, sentire l'adrenalina scorrere nelle vene e far contrarre i muscoli.
Amavo le goccioline di sudore che scendevano libere dalla fronte o ancora, amavo il respiro affannato dopo aver posato la margherita viola sul corpo privo di vita delle mie prede.E mentre il mio lavoro invadeva le membrane della mia mente, pensai a Callum.
Lui, proprio come me, possedeva i miei stessi difetti e i miei stessi pregi.
Era la mia nemesi, in tutto e per tutto e sapere quella cosa mi spaventava enormemente, perché i nostri pensieri seppur diversi erano assurdamente simili.
Opposti, a causa delle gang di cui avevamo deciso di far parte, ma simili, perché avevamo vissuto le stesse cose, gli stessi dolori su pelle differente.
Posai lentamente le lame ormai pulite e luccicanti nella valigetta apposita, poi, corsi in bagno a grattare il sangue da sotto le unghie e ritornai in camera, andando alla ricerca del malloppo di fascicoli che il professor Murphy mi aveva affidato settimane prima
Glielo dovevo riconsegnare alle 16:30, riposandolo nell'armadietto degli insegnanti e Dio, quel pomeriggio avevo solo voglia di scomparire nelle lenzuola e dormire per un tempo indefinito.
Il cielo era grigio, lampi e tuoni si propagavano nell'aria e una fitta nebbia stava calando in ogni dove, ricordandomi che io vivevo nella nebbia e mi piaceva sentirla addosso e nell'anima.
Controllai l'orario, mancava poco più di mezz'ora e decisi di utilizzare quel tempo leggendo un libro.
Leggevo molto, amavo follemente leggere e mi sentivo legata ad ogni singola pagina.
Quando prendevo un qualsiasi libro tra le mani e iniziavo a sfogliarlo, iniziavo inconsapevolmente un viaggio nella mente della persona che aveva scritto quelle parole, mi sentivo su una piccola nuvola e scappavo per qualche ora via dalla rude realtà.
Leggere era una cura, una medicina insostituibile alla quale non volevo fare a meno.
Passai quella mezz'ora a leggere uno dei miei libri preferiti; la verità sul caso Harry Quebert.
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Opposites with Similar hearts
Romance𝐃𝐚𝐫𝐤 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 1-The Secret Blood series Fallon Rogers ha venti anni, un fratello possessivo e una squadra su cui contare, i daggers. È manipolatrice e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, neanche dalla persona che da quando ne h...