48 Samira

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Samira aveva tentato più volte di risalire verso la botola ma una forza inconsistente l'aveva di nuovo precipitata nel lungo cunicolo che la fece piombare in una grande gabbia in ferro battuto. Una volta intrappolata la bocca dello scivolo si richiuse sopra di lei senza lasciarle dubbi. Era fregata. Ancora una volta Viraha aveva avuto la meglio su di lei.

Scattò in piedi sbattendo le ali, afferrò con forza le sbarre e le agitò cercando invano di liberarsi. «Maledizione!» gridò dimenandosi.

Arken era appoggiato al muro di fronte, l'osservava stringendo tra le mani una pulsantiera.

«Ehi tu, liberami, ti prego» lo implorò infilando un arto nella fessura.

Lui si scostò dal muro, poggiò la pulsantiera sul tavolo al suo fianco e si avvicinò di qualche passo. «Non posso» si oppose abbassando lo sguardo su un carrello d'acciaio dove giacevano accalcati strumenti di tortura.

«Non sei di queste parti, vero?» borbottò lei guardandosi intorno.

«Cosa te lo fa pensare?»

«La pelle pallida, la corporatura massiccia. Sei un Cacciatore, vero?» Afferrò le sbarre e vi infilò la testa.

«Non sono affari tuoi» si allontanò dandole le spalle.

«Lo fai per soldi? Sai, io posso dartene quanti ne vuoi... Di lei non ci si può fidare. È solita voltare le spalle a tutti... cosa ti fa credere che non lo farà anche con te?» l'avvertì accigliata.

«Non darle ascolto, Arken» esordì Viraha entrando con un vassoio d'argento tra le mani. Sopra vi erano poggiate due siringhe. Una di colore blu cobalto e l'altra nera come la pece. «Tu e io sappiamo bene in chi devi riporre la tua lealtà» gli rammentò senza guardarlo. Continuò a camminare poggiando il vassoio sul tavolo di noce.

«Perché mi hai chiusa in gabbia? Cosa vuoi questa volta?»

«Non avevo bisogno di prevedere il futuro per sapere che avresti abboccato alla mia trappola. Sei troppo ingorda. Le Sacre Scritture sono qui con me, e anche la mappa» confessò.

Samira strattonò forte la gabbia: «Quella mappa è nostra! Fammi uscire se hai il coraggio!».

«Dovresti essere contenta. Questa volta ci sei andata molto vicino. Eri nel posto giusto per recuperarle eppure la tua missione è destinata a fallire. Cosa dirai alla tua fazione?» le chiese tirandosi su le maniche del vestito scuro.

«Era anche la tua fazione. Ci hai traditi e ti sei unita al nemico. Ora tradisci anche loro. A che gioco stai giocando?» scosse la testa guardando il cacciatore.

Arken ascoltava in silenzio. Era fermo sotto l'uscio della porta, pronto ad attendere un ordine. Si domandava che cosa volesse l'Arpia. Voleva davvero avvertirlo? D'altronde anche Inghert era stato tradito. Forse era sincera, o forse voleva solo essere liberata.

«Sono dalla mia parte» le rispose Viraha.

«Sei tu la terza fazione!» asserì ringhiando mentre lei afferrava una delle due siringhe. «Che cos'è quella roba?» Fece un passo indietro.

«Un giochino» rispose avvicinandosi compiaciuta. Le iniettò con violenza la siringa nel petto. Samira iniziò a barcollare e a piegarsi in due. Si stringeva forte lo stomaco, come se stesse per esploderle.

«Bene. Adesso passiamo alla mia domanda» le sussurrò guardandola in preda a spasmi di dolore. «Voglio sapere se siete stati voi a mandare il cacciatore di verità da Denise White, e perché?»

«Non lo so. Ma anche se lo sapessi non te lo direi mai.» Si voltò dall'altra parte.

«Sei sempre stata una debole. Credi che la lealtà in questa faida possa ripagarti di qualcosa? Credi di far parte di un grande disegno e invece non sei altro che una pedina. Il tuo corpo si sta irrigidendo. Tra poco sarai del tutto paralizzata, ma indovina un po'?»

Empowerment, Blank Slate SagaWhere stories live. Discover now