8 Sacerdotessa

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Il mattino di quello stesso giorno, a sei miglia dalla centrale elettrica, una giovane donna camminava lungo la Diciassettesima, costeggiando le palazzine color pastello e trattenendo nei palmi due buste di cartone piene di provviste. Arrivata al 3558, salì le scalette che portavano alla scala A del suo appartamento. Entrò dalla porta, gettò con fatica le chiavi nel vano oggetti sul tavolino di fianco all'ingresso. Attraversò l'anticamera arrivando in cucina, si fermò per poggiare i sacchetti sul lungo tavolo da pranzo di ciliegio, e una mela verde rotolò sul pavimento finendo in un angolino sotto la credenza. Sbuffò guardandosi intorno mentre si piegava a raccoglierla: vestiti, scatole, riviste occupavano ogni superficie della casa. «Incredibile! Non ha nemmeno avviato l'asciugatrice» imprecò ad alta voce raccogliendo una cesta di vestiti lasciati sul piano della cucina; uscì, portandola con sé nel lungo corridoio entrando nel bagno. Poggiò la vaschetta per terra, aprì l'asciugatrice e vi infilò in fretta gli indumenti. Una volta avviata, si diede un'occhiata veloce allo specchio mentre si grattava il mento. «Ecco che ne arriva un altro» borbottò avvicinandosi per scoprire un brufolo sottopelle. «Che faccia!» esclamò arricciando il nasino all'insù subito dopo essersi toccata il viso pallido per spostare le ciocche di capelli neri dietro le orecchie.

«Nonna! Dove ti sei nascosta?» gridò mentre usciva dal bagno fermandosi per alcuni istanti sotto le scale. «Nonna, ci sei?» chiese a gran voce spostandosi di nuovo in cucina per sistemare la spesa.

Un tumulto provenne dal piano superiore; Amy alzò subito gli occhi al cielo per poi scattare verso le scale.

Una manciata di minuti dopo fece irruzione in camera da letto, una nuvola di fumo la fece subito tossire. «Ma che succede qui dentro?» domandò mentre agitava le mani per scacciare l'aria grigiastra. Davanti a lei non c'era nulla, però quando abbassò lo sguardo vide la nonna per terra che cercava di rialzarsi.

«Bridget Counsel, cosa diavolo fai?» la rimproverò precipitandosi verso di lei, tendendole una mano per aiutarla a rimettersi in piedi.

«Sto bene... non farti prendere dal panico!»

Nonna Bridget era un po' in carne, la voluminosa chioma grigia e il viso rugoso ma sorridente.

«Che pozione era stavolta? Hai rischiato di morire» la rimproverò la nipote.

«Sto cercando di salvarti la vita! E tu... Amy... stai mangiando troppa cioccolata!» Le puntò il dito contro.

La ragazza si grattò subito il mento e alzò gli occhi al cielo.

«E comunque sono cascata per terra, non volata dal settimo piano! Non essere così ansiosa» borbottò dandosi colpetti leggeri per riordinare l'acconciatura e sistemare le lunghe collane dai pendoli ambrati a forma di luna, sole, stella goccia e fuoco.

«Però se io non fossi tornata tu...» alzò un dito mentre parlava ma la nonna l'afferrò

«Basta!» la interruppe. «Andiamo, dobbiamo parlare.» Uscì di corsa dalla stanza. «Il test mi ha dato una risposta, le cose si mettono male» annunciò scendendo le scale.

«Perché continui a cercare un modo per farmi diventare come te? Ormai è da luglio che sono ventunenne. Non ho ricevuto nessuna strana energia mistica, forse non è destino» ipotizzò la ragazza facendo spallucce, mentre la seguiva giù per le scale.

«Sciocchezze!» esclamò la vecchia, alzando l'indice al cielo. «Gli Angeli Alfa saltano sempre una generazione, non due!» Si fermò dopo l'ultimo gradino e voltandosi le sistemò il colletto della camicia che aveva sotto il maglione.

«Nonna, la mia vita è già incasinata così com'è. Studio infermieristica e sono già abbastanza stressata, non ho bisogno di stupide ali» borbottò afferrandole con delicatezza le mani.

«A parte che se ti ostini a indossare questi colori sconcertanti continuerai a respingere tutti i miei incantesimi di attrazione» sottolineò ammiccando.

«Grigio, nero, bianco e blu scuro sono questi i nostri colori... lo so... lo dici mille volte ma io non sono un'Alfa, cara nonna, sei tu la monarca qui.»

«Sono una sacerdotessa, è ben diverso» spiegò la nonna facendo una piroetta per sottolineare il suo abbigliamento: una scura camicia vellutata che svolazzava sui pantaloni e un décolleté classico dello stesso colore della notte.

La ragazza si sforzò di sorridere battendo le ciglia più volte, ma la nonna si avvicinò afferrandola per un braccio e trascinandola in salotto.

«Come tale, è mio dovere proteggerti e informarti, tramandare le tradizioni di famiglia è fondamentale!» annunciò la vecchia signora accomodandosi su una poltrona. Le fece segno di sedersi di fronte a lei.

«Nonna, anche oggi ti sei dimenticata di fare il bucato e devo ancora finire di riordinare la spesa. Ne possiamo parlare più tardi?»

«Non farmi usare la magia su di te» l'avvertì in tono serio. La ragazza tacque ed eseguì l'ordine.

«L'incantesimo dell'attrazione che ho fatto oggi ha intercettato un brutto presagio, una specie di interferenza. Credo che qualcuno stia andando in giro a sterminare quelle come te che potrebbero essere chiamate... alla nomina, intendo.»

«Ma se mi hai sempre detto che una volta che l'amuleto ha raggiunto...»

«Il medaglione Amy, il medaglione, come fai a sbagliare sempre?» la interruppe alzando gli occhi al cielo.

«Sì, ok, il medaglione. Mi hai sempre detto che una volta raggiunto il potenziale candidato lo protegge fino alla nomina...»

«Esatto, ma se questi cacciatori trovassero un Angelo prima che abbia ricevuto medaglione?»

«E come fanno a saperlo? Hai detto che la traccia resta solo una volta attivata l'energia...»

«Ed è per questo che poi ho fatto l'altro incantesimo... quello dove ho cercato di rintracciarne uno di loro per capire...»

Amy scattò in piedi. «Ma ti ha dato di volta il cervello? Adesso ti metti a cercare i cacciatori? Hai forse fretta di morire?» domandò furiosa.

Bridget non rispose, e per un attimo distolse lo sguardo. «Non era poi tanto pericoloso. Sono preoccupata per te, Amy, sei vulnerabile finché non arriva l'energia.»

La ragazza scosse la testa per poi alzarsi e andare verso la cucina. «Basta, non ne voglio parlare più.»

«Amy Foster!» esclamò l'anziana, alzandosi in piedi. «Avrai anche il cognome di tuo padre, che Yahweh l'abbia in gloria!, ma sei sempre una Counsel! Non vorrai voltare le spalle alle tue responsabilità?» minacciò con le mani nei fianchi.

«Non ho detto questo... ma ci penserò quando accadrà.» E incrociò le braccia indispettita.

«Sarà tardi, allora. Il momento è adesso» la rimproverò la nonna allontanandosi dal salone.

«Beh, ci sarai tu con i tuoi consigli e la tua guida.»

«Io sono vecchia, potrei non vivere a lungo. Prima di quanto pensi, Amy... la nuova generazione avrà inizio e tu dovrai soltanto sperare di non essere scelta, così faresti meglio a prepararti» suggerì, lasciandola sola e risalendo al piano superiore.

Amy scattò verso di lei per seguirla, poi si fermò; portò le mani ai fianchi e scosse la testa, si voltò incrociando il suo sguardo nello specchio del soggiorno. Si osservò per qualche istante: non vedeva nessun Angelo magico, eppure sua nonna ne era convinta; da anni si chiedeva se fosse pazza o avesse ragione, ma le voleva troppo bene per darle un dispiacere. Il rumore dell'asciugatrice la riportò alla realtà; si tirò su le maniche del maglioncino, fece un lungo e profondo respiro e tornò alle faccende domestiche.

Empowerment, Blank Slate SagaWhere stories live. Discover now